Cominciano ad arrivare i primi commenti dei colleghi di Jules Bianchi, il giovane pilota morto oggi in seguito al terribile incidente avvenuto nel Gran Premio di Giappone nel 2014, in cui era alla guida della Marussia. Felipe Massa, sul profilo ufficiale Twitter ha scritto un breve messaggio di cordoglio dedicato alla famiglia del giovane pilota francese, salutando il suo giovane amico deceduto (clicca qui per vedere il tweet di Felipe Massa). Il pilota brasiliano, attualmente alla guida della Williams, è stato uno dei primi piloti a prendere posizione sull’accaduto, mettendo in dubbio, a fine gara, la gestione della sicurezza (Bianchi, uscito di pista a causa della pioggia, si è schiantato contro una gru mobile intenta a rimuovere la monoposto di Sutil, uscita fuori pista nello stesso punto del tracciato). 



Molti i commenti e le reazioni alla morte di Jules Bianchi, giovane pilota francese, deceduto questa notte per le conseguenze dell’incidente avuto al Gran Premio del Giappone nel 2014. Tra i giornalisti che hanno commentato la notizia, è intervenuto duramente sulle pagine di Sportmediaset Luca Budel. Il giornalista è, infatti, molto polemico sulla debolissima reazione di piloti e organizzazione Formula1 in seguito all’incidente mortale a Suzuka. La prima a essere colpita da Budel è la Formula1, colpevole secondo lui di essersi prontamente “auto-assolta” ed aver praticamente dato tutta la colpa al giovane pilota. Nessuna pietà neanche per i colleghi piloti, rei, secondo il giornalista, di aver avuto un atteggiamento quasi indifferente, a parte la scritta “Forza Jules” apparsa su qualche casco. Ci si sarebbe aspettato dai colleghi che gareggiano quasi tutto l’anno nei gran premi, quantomeno qualche reazione alla mancanza di sicurezza, qualche protesta o azione collettiva, dal momento che l’auto di Jules Bianchi, lo ricordiamo, è uscita di pista per poi schiantarsi contro una gru mobile presente a bordo pista per rimuovere un’altra auto incidentata. L’augurio è che questo incidente possa portare la Formula1 a rivedere i propri standard di sicurezza.



La morte di Jules Bianchi è stata annunciata con un comunicato nella notte dalla sua famiglia, che gli è stata accanto per i nove lunghi mesi in cui il pilota è rimasto in coma. Nizza, 2:45 di notte. “Con profonda tristezza – si legge nel comunicato – i genitori di Jules Bianchi, Philippe e Christine, suo fratello Tom e la sorella Melanie desiderano rendere noto che Jules è scomparso ieri sera, presso il centro ospedaliero universitario di Nizza, dove è stato ricoverato dopo l’incidente del 5 ottobre a Suzuka, nel gran premio di Formula 1 del Giappone”. Un comunicato freddo e composto, pieno di grande dignità come la famiglia di Jules Bianchi aveva abituato i media. Le parole composte della famiglia sono piene di dolore, ma anche di ringraziamento per tutti coloro che si sono presi cura di Jules Bianchi, anche se invano. “Jules combattuto diritto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma oggi la battaglia si è conclusa”, recita il comunicato della famiglia Bianchi, “Il dolore che sentiamo è immenso e indescrivibile. Vogliamo ringraziare lo staff medico di Nizza, che si è preso cura di lui con amore e dedizione. Ringraziamo anche il personale del centro medico generale della Prefettura di Mie (Giappone) che si occupava di Jules immediatamente dopo l’incidente, come pure tutti gli altri dottori che sono stati coinvolti con la sua cura negli ultimi mesi”. Parole al miele anche per i fan e gli appassionati di Formula 1. “Grazie ai colleghi e agli amici di Jules e a tutti quelli che hanno dimostrato affetto nei suoi confronti in questi mesi. Ci hanno dato grande forza per affrontare momenti difficili. Ascoltare e leggere tanti messaggi ci ha fatto capire quanto Jules aveva toccato i cuori e le menti di tante persone in tutto il mondo”.



Jules Bianchi è morto. Il pilota di Formula 1 cresciuto nell’academy Ferrari e vittima di un gravissimo incidente in occasione del Gran Premio F1 di Suzuka, quando si schiantò con la sua Marussia contro la Gru che rimuoveva la Sauber di Sutil dal bordo del tracciato (clicca qui per il video dell’incidente a Suzuka di Jules Bianchi), non ce l’ha fatta. La notizia della morte di Jules Bianchi è arrivata poco prima dell’alba, diffusa tramite Facebook dalla famiglia del pilota, che in questi mesi non ha mai abbandonato – insieme all’affetto di tantissimi tifosi – il suo letto di ospedale, in cui giaceva in un coma dal quale non si è più risvegliato. Il silenzio della famiglia in questi lunghi mesi di sofferenza è stato interrotto solo dal padre, straziato dal dolore per le condizione del figlio Jules. Il signor Bianchi, dopo le prime dichiarazioni dello scorso maggio, era intervenuto ancora solo pochi giorni fa ai microfoni di un’emittente francese (France Info) ed era parso senza speranza e straziato dal dolore per le condizioni in cui versava il figlio Jules. Il padre di Jules Bianchi aveva parlato di una situazione “terribile” e addirittura “peggio della morte”. Poi l’affondo privo di speranza, ma che non avrebbe lasciato presagire la morte di Jules Bianchi nel giro di così pochi giorni “sono passati nove e Jules ancora non si è svegliato. Più passa il tempo e più sono pessimista”. Oggi il dolore della famiglia di Jules Bianchi è esploso dopo nove mesi di prove e frustrazione “Il nostro dolore è immenso e indescrivibile”, fa sapere la famiglia, mentre la Marussia, il suo team di Formula 1 che oggi si chiama Manor F1, si è detta “devastati dalla perdita di Jules dopo una così dura battaglia”, e ha aggiunto “è un privilegio per noi averlo avuto nel nostro team”. Jules Bianchi è morto a 25 anni, poche settimane prima di compiere il suo 26mo compleanno.