E’ morto stanotte Jules Bianchi, il pilota francese di 25 anni ricoverato da tempo all’ospedale di Nizza. Non aveva più ripreso conoscenza dopo il Gran Premio del Giappone di Suzuka del 5 ottobre scorso, quando era stato vittima di un gravissimo incidente nel quale era andato a sbattere contro il trattore che era in azione per rimuovere la vettura di Adrian Sutil, uscito di pista poco prima di lui. E’ il primo decesso avvenuto in pista in Formula 1 dopo quello di Ayrton Senna a Imola nel 1994. Tante polemiche, tanti dibattiti sulle responsabilità dell’incidente, poi purtroppo la notizia della scomparsa di Bianchi, un grande talento di soli 25 anni che pareva destinato ad un posto in Ferrari, che l’aveva cresciuto nella sua Academy. Per ricordare Bianchi abbiamo sentito l’ex pilota Pierluigi Martini. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Come ha appreso la notizia della morte di Jules Bianchi? L’ho appresa dal telegiornale, sinceramente sono rimasto molto dispiaciuto della scomparsa di un ragazzo così giovane.

Erano poche le speranze che il pilota francese ce la facesse dopo il terribile incidente… Da quello che mi hanno raccontato la sua situazione era veramente dura, c’erano in effetti poche speranze che si salvasse.



Una fatalità che può succedere ad un pilota? Credo proprio che si sia trattato di una fatalità che fa parte di questo mestiere meraviglioso. Non vedo altri motivi per la sua morte.

Non ci sono state delle colpe? No, queste sono cose che si dicono col senno di poi, credo che al di là del trattore Bianchi stava andando veramente forte, il suo incidente sarebbe stato ugualmente così grave.

Conosceva personalmente Bianchi? L’ho visto solo una volta, a una partita di calcio per la ricorrenza dei vent’anni dalla morte di Ayrton Senna.

Come pilota come lo descrive tecnicamente? Molto forte, era andato bene in tutte le categorie, non solo la Formula 1, era veramente un pilota competitivo.



Stava per andare alla Ferrari… Quando si dice uno scherzo del destino, stava per andare proprio alla Ferrari, invece è stato coinvolto in questo terribile incidente che gli ha tolto la vita.

Cosa vorrebbe dire alla famiglia? Quando si perde un figlio in così giovane età il dolore è veramente forte da parte dei genitori. Posso solo dire loro che Jules ha realizzato in vita il suo sogno, quello di correre in Formula 1. L’hanno visto felice così. Ora sarà in cielo a disputare un Campionato del Mondo speciale con gli altri piloti, da Senna a Villeneuve a tutti gli altri, per stabilire chi sia veramente il più forte… (Franco Vittadini)