Dopo il funerale di Jules Bianchi a Nizza, il proprietario del team per cui correva, la Marussia, ha parlato di quel tragico incidente e delle conseguenze avute per la scuderia di Formula 1. “L’incidente che coinvolse Bianchi fu uno shock per tutti noi – ha detto il magnate russo Andrei Cheglakov – eravamo tutti molto depressi e per quello decidi di chiudere il team. Quando possiedi un’azienda sei anche responsabile dei lavoratori e per questo ho pensato che fosse la cosa giusta da fare. Non me la sentivo di andare avanti”. Ora il team si chiama Manor ed è stato preso in gestione dal milionario inglese Stephen Fitzpatrick mentre il numero 17 di Jules Bianchi verrà ritirato.
Anche il campione di Formula 1 Lewis Hamilton non ha voluto mancare al funerale di Jules Bianch che si è svolto a Nizza. Il pilota inglese è apparso molto scosso e non ha voluto parlare con i giornalisti presenti. Ma nei giorni precedenti Hamilton aveva scritto un lungo post commosso sui suoi profili social in ricordo del giovane collega. Fra i partecipanti al funerale anche Felipe Massa, Jenson Button, Sebastian Vettel, Nico Rosber e la gloria del passato Alain Prost: tutta la Formula 1 ha voluto ricordare il giovane Bianchi.
Oggi, a Nizza, si è tenuto il funerale di Jules Bianchi, il giovane pilota della Marussia deceduto a solo 25 anni, in seguito al drammatico incidente avvenuto lo scorso ottobre, nel Gran Premio del Giappone. La vicenda continua a far discutere e molti, anche addetti ai lavori, hanno fatto notare le modalità con cui è stata gestita la sicurezza dei piloti, in quella occasione. Nel frattempo il presidente della Fia, Jean Todt, ha annunciato che la Federazione Internazionale dell’Automobile ha deciso di ritirare il numero 17 in onore di Jules Bianchi, che ha utilizzato quel numero nelle gare del mondiale 2014.
Sono state particolarmente toccanti le parole del sacerdote che ha celebrato a Nizza, nella cattedrale di Santa Riparata in città vecchia, i funerali di Jules Bianchi, morto a 25 anni dopo una lunga lotta per la vita a seguito dell’incidente occorso durante il Gran Premio del Giappone 2014, lo scorso ottobre. “E’ stato un pilota di talento” queste le parole del celebrante la funzione, “ma anche un uomo, un giovane uomo, di statura morale alta tanto quanto la profondità della sua umiltà” si legge sulla Gazzetta dello Sport. “La sua morte è profondamente ingiusta, ma Jules è stato felice perchè ha reso realtà il sogno che aveva”.
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi riporta le dichiarazioni di Luca Baldisserri, che ha conosciuto personalmente Jules Bianchi lavorando per l’accademia della Ferrari. Ecco alcune delle parole sul pilota francese prematuramente morto all’età di 25 anni: “Si stava meritando la possibilità di essere un giorno pilota ufficiale della Ferrari. Era maturato molto, non solo a livello di guida, ma come carattere e gestione di tutto quello che gira attorno a un pilota di alto livello“. “Non posso dire che lavorare con lui fosse facile. Aveva un carattere forte. Lavorava tantissimo, perché voleva essere sicuro che tutti i dettagli, tutte le modifiche fossero state recepite dai meccanici. In questo suo approccio era quasi maniacale, aveva un taccuino dove scriveva tutto, era molto critico verso sè stesso. (…) Non avevo mai visto nessuno fare così, nemmeno Schumi“. Baldisserri ha lavorato anche con Michael Schumacher quando era ingegnere di pista, negli anni del dominio della Rossa in Formula 1. Nell’intervista ha parlato più di una volta di Jules Bianchi come persona oltre che come pilota: “Mi mancano le nostre chiacchierate. Si confidava, deluso, dopo certe decisioni che sembravano averlo messo da parte. E io a spiegargli che invece si trattava di un percorso da seguire prima che la Ferrari fosse sicura di puntare su di lui. Ma, dopo lo sconforto, ripartiva più forte di prima. Mi manca, mi mancherà“.
Questa mattina si è svolto il funerale di Jules Bianchi, nella chiesa di Santa Riparata a Nizza. Oltre ai familiari del pilota francese hanno partecipato alla cerimonia tanti esponenti del mondo della Formula 1: piloti come Vettel, Hamilton, Rosberg, Massa, Ricciardo, Grosjean, Maldonado hanno voluto esserci per l’ultimo saluto al loro collega ed amico. Presenti anche il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene, il presidente della FIA Jean Todt e gli ex piloti Alain Prost e Jean Alesi. Bianchi ha perso la vita all’età di 25 anni, dopo oltre nove mesi trascorsi in stato di coma a seguito dell’incidente nel Gran Premio di Suzuka 2014.