Dopo le parole del presidente Sergio Marchionne, oggi la Ferrari continua ad essere protagonista con la bozza ufficiale della nuova monoposto che è stata diffusa dal quotidiano La Repubblica. Da quello che si può vedere, nella Ferrari 2016 ci sarà tanto bianco, in particolare sul cofano motore. Una livrea che ricorda da vicino quella degli anni Settanta, in particolare quella del trionfo iridato di Niki Lauda nel 1975 che spezzò un digiuno decennale. Anche adesso il digiuno è piuttosto lungo dal Mondiale di Kimi Raikkonen nel 2007, quindi non è da escludere che la scelta sia anche scaramantica. Per adesso si parla ancora di bozza, ma la presentazione avrà luogo settimana prossima, dunque è presumibile pensare che siamo ormai molto vicini alla versione definitiva.



A tutto campo: il presidente della Ferrari ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha raccontato tutti i cambiamenti vissuti dalla scuderia di Maranello da quando è arrivato il manager italo-canadese alla presidenza. Era il 13 ottobre 2014, sembra essere passata un’epoca: “E’ una Ferrari molto diversa da quando arrivai io”. In Formula 1 nel 2015 sono tornati buoni risultati grazie alle tre vittorie di Sebastian Vettel e ad una costante presenza sul podio, eppure Marchionne spiega: “Nel 2015 abbiamo speso meno che nel 2014, reindirizzando gli investimenti, sviluppando quello che era necessario e limitando il resto. Non siamo però ancora al punto in cui poter dire che il costo della Formula 1 sia accettabile, ci sono eccessi nel sistema di gestione”.



I successi sportivi hanno effetti importanti anche dal punto di vista economico per un’azienda quotata in Borsa: “Un successo parziale come il risultato della stagione 2015 ha ridato moltissima credibilità al marchio. Perdere per 10 anni di fila sarebbe una tragedia. Il primo mese è stato il più difficile, mi sono reso conto che non eravamo né presentabili né competitivi”, è il durissimo attacco alla parte finale della precedente gestione. L’arrivo di Maurizio Arrivabene, scelto quasi immediatamente da Marchionne come nuovo team principal, è stato importante: “Ha aiutato molto a togliere le ingerenze e rifocalizzare il team a fare le cose che erano veramente importanti. Possiede l’abilità di fare squadra in un modo bestiale. Sa creare il gruppo e carica i suoi collaboratori come una molla. Poi dall’altra parte ci sono io che carico lui!”. Resta però il fatto che la Mercedes è ancora la scuderia da battere. Marchionne analizza così i motivi della supremazia di Stoccarda: “Quando sono uscite le regole le hanno capite subito. Noi lo abbiamo fatto un po’ alla carlona. Non c’era il motore necessario per vincere, la power unit non era all’altezza e il telaio aveva i suoi difetti”.

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