73 anni è morto oggi mercoledi 3 agosto 2016: il pilota neozelandese di Formula 1 si è infatti spento oggi dopo una lunga malattia che da tempo lo aveva costretto in ospedale. Amon, uno dei grandi protagonisti della storia della Formula 1, negli anni sessanta raggiunse particolare celebrità dopo l’approdo come pilota ufficiale alla Scuderia Ferrari, avvenuta nel 1967. Nonostante fosse uno die piloti più capace e pieni di talento di quegli anni Chris Amon passò spesso agli onori della cronaca come “il pilota più sfortunato”, o “il miglior pilota a non aver mai vinto una gara”.
Esordito nel mondo della Formula 1 assieme ai connazionale Bruce McLaren e Danny Hulm, dopo brevi e insoddisfacenti esperienze come rimpiazzo in Lola e Lotus, Enzo Ferrari lo volle con se per gli anni 1967-1969. Pilota di in discusso talento e comprovata velocità in realtà Amon non riuscì a ottenere quei successi che ci si sarebbe aspettato: solo 3 secondi posti (nel Gp di Gran Bretagna 1968 con la Ferrari, il Belgio e in Francia nel 1970 con la March) e solo un primo posto in Argentina, ma il quel caso la gara non era valida per il Mondiale piloti F1. In 108 competizioni amo salì sul podio solo 11 volte senza mai raggiungere il gradino più alto: molto spesso il pilota neozelandese perse gare che si potevano tranquillamente dire nelle sue tasche per eventi davvero incredibili. Come nel 1971 dove amo rimase in testa a lungo al Gran Premio d’Italia, ma poi ad appena nove giri dal traguardo gli volò via la visiera del casco. O nel 1972 in Francia, quando una foratura gli toglie una gara che sembrava veder già scritto il suo nome nell’albo dei vincitori.
Per Amon andò assai meglio nelle categorie con le ruote coperte, dove raggiunse successi particolarmente degni di nota soprattutto nella categoria Prototipi, come la vittoria della 24 Ore di Lemans nel 1966 a bordo della Ford guidata assieme al connazionale Bruce Mc Laren: una prestazione che convinse personalmente lo stesso Enzo Ferrari a riaccogliere nelle sue fila Chris Amon. Memorabile la sua vittoria con la Dino 246 di Maranello alla Tasman Series del 1969, quando il neozelandese riuscì a sorpassare campioni come Jochen Rindt (campione del mondo di Formula 1 l’anno dopo) e Piers Courage. Nel cuore dei tifosi della Ferrari però Amon occuperà sempre un posto speciale per la vittoria della 24 ore di Daytona del 1967, quando il neozelandese in coppia con Lorenzo Bandini sulla 330 P3/4 tagliò il traguardo assieme ad altre due macchine della scuderia Ferrari Prototipi, formando così un podio tutto rosso fuoco. Apprezzatissimo dai circuito piloti di Formula 1 e prototipi lo stesso Jackie Steward ne riconosceva l’enorme talento, solo in parte espresso affermando che se c’era uno in gradi di batterlo quello era proprio Chris Amon. Amon fu anche uno pioniere del concetto di sicurezza in una monoposto, guidando spesso con le cinture di sicurezza: una vera innovazione alla fine degli anni 70 per il mondo delle corse automobilistiche.