Si allunga lo strascico delle polemiche in merito allo scontro tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton nel Gran Premio dell’Azerbaijan. Facciamo un passo indietro: è il 20° giro quando il pilota della Mercedes in uscita dalla curva 15 rallenta vistosamente, cogliendo di sorpresa il rivale della Ferrari. Quest’ultimo lo tampona danneggiando l’ala anteriore della e la parte posteriore della , poi esplode agitandosi nell’abitacolo, affiancando il britannico e dandogli una ruotata. Una reazione scomposta che ha portato i commissari a punirlo con uno Stop&Go di dieci secondi. Dopo la gara sono stati decurtati anche tre punti dalla Superlicenza Fia.
La sanzione non ha soddisfatto Hamilton, che si sarebbe aspettato la squalifica di Vettel, e ha fatto infuriare pure il tedesco, il quale ha lamentato una disparità di trattamento. La , però, non ha ravvisato dalla telemetria una frenata o una manovra irregolare che abbia messo in pericolo gli altri piloti o impedito la fase di ripartenza (la telemetria racconta di un’andatura a 49km/h), quindi non ha punito Hamilton per la trappola che ha teso a Vettel, il quale peraltro ci è caduto in pieno. E non ha potuto punire il tedesco con una squalifica perché manca un frame che chiarisca l’intenzionalità del contatto.
E allora veniamo alle nuove polemiche: Hamilton per 7 giri ha girato con la protezione della testa non fissata bene dopo la partenza dai box, arrivando a guidare con una mano sola per non farla volare via. E allora molti, tra cui Motorsport, si sono chiesti come mai la Mercedes non lo abbia richiamato subito ai box e perché Charlie Whiting non abbia sanzionato le Frecce d’Argento per unsafe release. E poi c’è il caso della “patente”: ora Vettel è a tre punti dalla squalifica, ma non dovrebbe rischiare altri guai, se riuscisse a restare calmo in futuro. Dopo 12 mesi vengono infatti cancellati i punti decurtati, quindi da Silverstone verranno ripristinati 6 punti sulla Superlicenza e quindi il pilota della Ferrari dovrebbe essere al sicuro.