Bastarono 55 secondi che salvarono la vita a Niki Lauda nel terribile incidente che lo vide coinvolto al Nurburgring nel 1976 nel corso del Gp della Germania di formula 1. Durante quei tragici secondi si è rivelato decisivo il soccorso di Arturo Merzario, il primo collega del pilota austriaco ad accorre al fianco sella Ferrari 312. Il pilota Civenna nonostante siano passati molti anni, ha un ricordo lucidissimo di quando accaduto al Nurburgring, come ha raccontato a Radio Capital: Ci furono tanti problemi, non riuscivo a slacciargli la cintura di sicurezza, si era contorto il telaio, il pericolo era che le lamiere mi tagliassero. Al terzo tentativo ci riuscii, avevo imparato al militare a fare il primo soccorso con la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. Riuscii a salvarlo, quei due minuti furono fondamentali per tenerlo in vita e far intervenire i medici”. Merzario è poi tornato sul famoso mancato “grazie” di Lauda per avergli salvato la vita su cui ne tempo si è molto discusso: “Se è vero che non mi ringrazio’ per averlo soccorso? È vero, mi ringraziò solo nel 2006. C’era troppa rivalità, eravamo davvero nemici amici”. (Agg Michela Colombo)
IL MONDIALE PERSO
L’incidente di Niki Lauda al Nurburgring, nel 1976, ebbe la sua “coda” poco più tardi. Incredibilmente e contro ogni pronostico, il pilota austriaco tornò in pista appena 42 giorni più tardi, a Monza, saltando solo le prove nel suo Paese e in Olanda. Si classificò quarto recuperando punti a James Hunt, in quel momento era ancora leader della classifica di Formula 1 ma poi fu ottavo in Canada e terzo a Watkins Glen, e la doppietta del britannico della McLaren formò una classifica nella quale Lauda aveva 68 punti e Hunt 65, per un finale di stagione che sarebbe stato eccezionale. L’ultimo Gran Premio si correva al Monte Fuji: un acquazzone mise a rischio la gara, si pensò di posticiparla o addirittura annullarla per la classifica ma si decise infine di correrla con circa 90 minuti di ritardo. Lauda, decimo con Hunt al comando, si ritirò al secondo giro considerando troppo pericolose le condizioni della pista: avrebbe potuto vincere il secondo titolo mondiale consecutivo – e avrebbe poi fatto tripletta – ma il campionato fu invece di James Hunt, che a parte quel dorato 1976 (in cui vinse sei gare) non sarebbe mai andato oltre la quarta posizione nella classifica piloti finale. (agg. di Claudio Franceschini)
VIDEO INCIDENTE NIKI LAUDA: IL ROGO DEL NURBURGRING
Nel giorno della morte di Niki Lauda, il ricordo del campionissimo della formula 1 non può che non andare anche al terribile incidente che lo vide coinvolto nel Gran premio di Germania del 1976, dove il pilota rischio la vita, subendo terribili ustioni su tutto il corpo, nell’incendio che scoppiò in seguito allo scoppio della sua Ferrari 312. Benché il tragico evento sia datato, di fatto è rimasto nella memoria di tutti gli appassionati di Formula 1 e meno e non solo per le cicatrici che il terribile incidente ha lasciato su Niki Lauda, ma sopratutto per il suo grande ritorno sulle scene nonostante un evento così drammatico. Gli eventi sono ben noti: il 1 agosto del 1976 si corre il Gp della Germania sul Nurburgring: è un weekend che parte sotto il segno del malaugurio visto che pioggia tormenta i piloti e già nelle prove Lauda non trova il giusto assetto con la Ferrari. In gara al via, il pilota austriaco monta gomme da pioggia ma comincia accumulare un certo svantaggio. Da qui la decisione di tornare ai box e montare gomme slick: i pneumatici sono freddi, non riescono a scaldarsi e alla curva Bergwek la sua monoposto vola per la poca aderenza contro una roccia posta a lato del tracciato. La dinamica dell’incidente di Lauda al Nurburgring è drammatica: la vettura si ferma in mezzo la pista e Lauda privo del casco non riesce ad uscire dalla vettura dove rimane imprigionato mentre scoppia un incendio. I colleghi subito accorrono in suoi aiuto: sono Ertl, Edwards e Lunger, ma specialmente Merzario, il primo ad accorgersi di quanto sta accadendo e che riesce a trascinare l’austriaco fuori dalla vettura. Le condizioni di Lauda erano apparse subito critiche, non solo per le ustioni ma soprattutto per i fumi letali inalati che hanno danneggiato sangue e polmoni (le cui conseguenze lo hanno tormentato a lungo). Le cure sono immediate e per fortuna Lauda viene considerato fuori pericolo di vita dai medici il 5 agosto stesso all’ospedale di Mannheim dove era stato ricoverato.
VIDEO INCIDENTE NIKA LAUDA: IL GRANDE RITORNO
“Non volevo morire, volevo continuare a vivere”: queste le parole di Lauda dopo 40 anni dall’incidente del Nurburgring del 1976, quando è tornato su questo tragico fatto che gli ha lasciato profonde cicatrici sul volto ma non nell’anima. Lauda infatti non si accontentato di guarire ma voleva tornare a vincere e così ha fatto. 42 giorni dopo l’incidente in terra tedesca Niki Lauda torna in pista per il Gp d’Italia benchè le sue condizioni fossero assai precarie (ad esempio gli fu modificato il casco per limitare le perdite di sangue dalle ferite non ancora completamente cicatrizzate). Nonostante tutto c’è però l’ok dei medici e ottenuto il quinto posto in qualifica, l’austriaco della Rossa trova il quarto posto alla bandiera a scacchi. Da qui furono altri grandi successi sportivi e non solo per Niki Lauda, benchè certo l’incidente gli abbia lasciato parecchi segni. Non parliamo però solo delle ustioni o dei problemi ai polmoni, ma pure dell’iconico cappellino rosso, con cui poi l’abbiamo sempre conosciuto e con il quale vogliamo oggi ancora ricordarlo, sorridente.