“Partiamo dal campionato, dove posso dire che ormai il Milan è l’anti-Inter, mi sembra evidente. Non mi aspettavo una crisi così grave da parte dei nerazzurri”. Queste parole, rilasciate da Carletto Mazzone in un’intervista a calcionews24, hanno scosso l’ambiente nerazzurro, alle prese con un momento della propria stagione a dir poco complicato. La gara-verità col Twente è alle porte: i nerazzurri sono chiamati a vincere per mettere al sicuro la qualificazione agli ottavi di Champions e, soprattutto, per tornare a dare serenità ad un ambiente e ad una panchina sull’orlo di una gravissima crisi interna.



Il toto-allenatore impazza in queste nebbiose giornate milanesi, in cui alla panchina nerazzurra vengono accostati, come sostituti di Rafa Benitez, i nomi più disparati: da Simeone ad Hiddink, da Dunga a Leonardo, passando per Spalletti, Trapattoni e l’amatissimo Walter Zenga. Le ipotesi seppur suggestive e più o meno realistiche, dicono oggi di un clima di imbarazzo reale che si respira in casa Inter, alle prese con la scomoda eredità lasciata da Mourinho e piombata come un masso sulle spalle di Rafa Benitez che, nonostante le smentite di rito e gli ultimi slanci di pazienza del presidente Moratti, rischia davvero di “non mangiare il panettone”. Per i non milanesi, significa esonero entro Natale.



Nell’intervista in esclusiva rilasciata a FcInterNews.it, Paolo Bargiggia, giornalista di SportMediaset ed esperto di mercato e analisi sportive, alla domanda sulla attuale situazione dei nerazzurri dapprima è stato molto netto, indicando in Moratti, Benitez e Branca gli unici responsabili delle attuali difficoltà, ma non si è sbilanciato sul futuro del tecnico: “Tutto può cambiare tutto nel giro di una settimana. Se domani (oggi ndr.) Benitez perde o vince cambiano gli scenari”. E’ proprio così: il destino dello spagnolo passa dalla gara contro i campioni d’Olanda.



Sempre nell’arco della precedente intervista, Bargiggia, stuzzicato sulla questione calciomercato, si è limitato a rispondere: “Spero solo che non facciamo lo scellerato scambio Santon-Ranocchia, perché Santon è un ‘91 di grandi prospettive e non va ceduto in una rosa dove ci sono molti over 30”.

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Ma la questione mercato è caldissima e si incentra soprattutto sull’assetto difensivo dei nerazzurri: non è un mistero che l’obiettivo numero uno, come leggiamo sul sito tuttomercatoweb, è proprio quell’Andrea Ranocchia di cui l’Inter possiede metà cartellino. Il Genoa, comproprietario del calciatore, ha finora sempre fatto sapere che il calciatore non si muoverà da Marassi fino a giugno. "A gennaio non si muove, per lui abbiamo cambiato anche l’assetto difensivo", ha dichiarato Preziosi.

 

Un veto solo apparentemente invalicabile, dato che Moratti potrebbe facilmente aggirarlo aiutando la società rossoblu per un’altra trattativa, che ha come oggetto del desiderio di Enrico Preziosi Leonel Galeano, 19enne difensore argentino dell’Indipendiente, che vanta molti estimatori sia in Italia che nel resto d’Europa. Una proficua collaborazione per uscirne rafforzate entrambe. Ranocchia all’Inter e Galeano al Genoa: due trattative che a gennaio hanno buone possibilità di concretizzarsi sull’asse Milano-Genova.

 

Sull’asse Milano-Udine sembra ormai alle battute finali la trattativa che porterebbe in nerazzurro Asamoah. Questo è quanto riporta Alfredo Pedullà sul sezione di calciomercato di datasport.it: "Va registrata, scrive il giornalista, l’accelerazione dell’Inter per arrivare a Kwadwo Asamoah, il 22eene centrocampista ghanese dell’Udinese".

 

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Il giocatore avrebbe quindi scavalcato Inler in cima alla lista degli uomini mercato nerazzurri, in merito ai centrocampisti da acquistare già a gennaio. L’unico dettaglio che trapela di questa trattativa è la richiesta, da parte della società bianconera, di inserire una contropartita tecnica: Obi o Biabiany i nomi graditi alla famiglia Pozzo.

 

Ma adesso in casa Inter gennaio appare lontanissimo. Twente, Parma, Lazio e Werder Brema sono gli ostacoli da superare prima di volare in Dubai per giocarsi quel "Mondiale per club" che da queste parti manca da 46 anni. Senza alibi di sorta. Con o senza Benitez. Perchè, come ha dichiarato Dejan Stankovic in un’intervista rilasciata ad Inter Channel, "la maglia dell’Inter merita di essere indossata sempre e comunque con grande orgoglio".