INTER MONDIALE PER CLUB – Quarantacinque anni dopo l’Inter torna a disputare quella che una volta di chiamava Coppa Intercontinentale, oggi Mondiale per Club. Per Zanetti e compagni c’è la possibilità di emulare le gesta dei vari Facchetti, Burgnich, Suarez, Mazzola … Tarcisio Burgnich, uno dei reduci delle due coppe vinte dai nerazzurri ha raccontato, in esclusiva per ilsussidiario.net, aneddoti e suggestioni della sfida che accredita come campioni del mondo.
Quarantacinque anni dopo l’Inter torna a disputare la Coppa Intercontinentale, cosa servirà ai nerazzurri per vincere il trofeo?
Devono entrare in campo con la sicurezza di qualche mese fa, non devono aver paura perché bisogna ottenere un risultato importante.
he differenze ci sono tra la “sua” Coppa Intercontinentale e quella di oggi?
Grandi differenze, prima era un trofeo più difficile da conquistare perchè era un’eterna sfida tra l’Europa e il Sudamerica, e soprattutto a livello ambientale era molto più difficile di adesso.
In che senso?
Quando si andava a giocare in quei posti dovevi temere anche l’ambiente esterno…
Ha qualche aneddoto da raccontarci?
Ricordo la finale con l’Indipendiente, al momento dell’uscita dal tunnel che portava sul rettangolo di gioco ci buttarono di tutto, sassi, arance, palline di vetro, molti avevano paura di giocare in quegli stadi. Non solo, durante il match, quando attaccavamo noi, le luci posizionate dietro la porta dell’Indipendiente si spegnevano improvvisamente.
Quali erano le emozioni prima del match e come preparava queste sfide il mago Herrera?
Erano sfide particolari e speciali, prima del match si avvertiva uno stato d’ansia, di paura, ma Herrera sapeva motivarci al punto giusto. Diceva sempre che gli avversari erano meno forti di noi, a Facchetti diceva che nell’Indipendiente giocava un’ala molto veloce ma lui poteva fermarlo perchè era ancora più rapido del suo avversario.
Tornando all’Inter di Benitez, come si spiega questo calo rispetto alla scorsa stagione?
Non è un problema di motivazioni, all’Inter sono mancati giocatori importanti come il portiere Julio Cesar, Maicon, Samuel, ovvero tre senatori che danno sicurezza all’intero reparto arretrato. Anche il Milan senza Ibrahimovic, Nesta e Pirlo non sarebbe in testa alla classifica.
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L’assenza di Samuel sta creando non pochi problemi a Benitez…
Stiamo parlando del miglior difensore dei nerazzurri, Samuel è un giocatore che da mesi non sbagliava una partita, è il classico difensore sicuro, attento, senza sbavature. L’Inter ha anche altri ottimi giocatori in quel reparto, ma sbagliano più spesso, come Lucio che ogni tanto si concede qualche distrazione. A questi livelli gli errori si pagano cari.
Oggi Benitez sembra orientato a schierare Chivu centrale preferendolo a Cordoba, è d’accordo?
Non saprei onestamente, Chivu è stato fuori parecchio tempo e per lui sarebbe il primo match dopo il problema muscolare, questo significa che affronterà il match con mezzo handicap, io preferirei puntare su un giocatore sano come Cordoba che ha già giocato in campionato ultimamente, anche perchè dovrebbero rientrare anche Julio Cesar, Maicon, Milito e anche loro rientrano dopo molto tempo.
A proposito di difensori, si parla spesso di Ranocchia, talento in comproprietà tra Genoa e Inter, è l’uomo giusto per sostituire Samuel?
Ranocchia io lo avevo osservato attentamente fin dai tempi dell’Arezzo, è un ottimo difensore. Il problema è che molti giovani italiani hanno poca esperienza internazionale e questo li penalizza molto.
Lei è stato un ex grande difensore e un ex allenatore, chi consiglierebbe ai nerazzurri per la difesa?
Non saprei perchè difensori bravi ce ne sono pochi e chi li possiede se li tiene stretti. Il problema è che i giovani italiani hanno perso umiltà, adesso si pensa solo ai contratti e poco a giocare, si pensa alla gloria ma sul campo si vedono giocatori che non sanno marcare l’avversario.
Pronostico secco, l’Inter riuscirà a vincere il Mondiale?
Intanto dobbiamo pensare al prossimo avversario, superiamo questo ostacolo e poi si penserà all’eventuale finale, ma sono ottimista.
(Claudio Ruggieri)