Walter Zenga ha rilasciato ieri una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, nella quale il tecnico italiano, tornato dall’Al Sadd dopo sei mesi senza stipendio che l’hanno spinto al rientro in patria, ha parlato a tutto tondo della sua amata Inter, sulla cui panchina avrebbe davvero potuto sedersi come traghettatore dopo l’esperienza Benitez.



Si comincia subito con parole di elogio al patron: “Moratti mi considerava una soluzione di comodo? Peccato abbia preferito il rischio, allora! Ringrazio tantissimo il presidente per la considerazione e le belle parole che ha avuto per il sottoscritto. Se Moratti fosse arrivato all’Inter sei mesi prima, la mia carriera di giocatore avrebbe avuto un epilogo più felice. Da cosa nasce questa stima? Quando mi dicono che sono diventato il Milutinovic italiano mi ci ritrovo (Milutinovic è uno dei due allenatori ad aver allenato cinque Nazionali differenti ai Mondiali: Messico, Costa Rica, Stati Uniti, Nigeria e Cina ndr). Frequentando il calcio di tutti i continenti il tuo bagaglio di esperienza diventa consistente e so che Moratti mi segue e apprezza il mio gusto per l’avventura. Dopo di che ho anche ottenuto dei buoni risultati… e quelli contano!”



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Ma è alla domanda sul sorpasso di Leonardo ai suoi danni che Zenga si accende, lanciando un messaggio d’amore all’Inter: se mi brucia di esser stato superato da Leonardo? Non più di tanto. Non mi sorprende la cosa, che nel calcio di oggi va accolta come un approccio professionale, né mi scandalizzo come interista: Leonardo non ha la storia di Maldini. Paolo da noi proprio non ce lo vedo in nessuna veste, così come non vedrei Zenga al Milan, in nessuna veste!" Comunque, mi resta la soddisfazione di essere entrato in questo sprint, è una cosa che mi fa sentire sempre più convinto dell’obbiettivo che mi sono dato nel giorno in cui ho iniziato ad allenare: prima o poi mi siederò sulla panchina nerazzurra. Si, ritornerò nella squadra della vita. Me lo sento".



 

Si torna poi sulla sua parentesi siciliana tra Catania e Palermo, ricca di bei ricordi. Con una chiusura sulla coppia Pastore-Cavani: "Pastore finirà all’Inter? Gli dissi subito che era un giocatore da Barcellona. Adesso vorrei vederlo nell’Inter, sicuro. Magari con Cavani." E chi come allenatore? "Con me in panchina? Il cerchio si chiuderà. E dopo potrò morire beato”. Parole da indimenticabile numero uno nerazzurro.