Inter Lecce finisce 4 a 1, e nonostante a passare in vantaggio siano stati i pugliesi, è stato un monologo nerazzurro, che dall’inizio alla fine, a parte una ventina di minuti tra il 50′ e il 70′, gestisce il gioco con cattiveria e determinazione. Finalmente la squadra di Ranieri dimostra una precisa identità, fatta di assedio con scarico sulle fasce e cross pennellati per Pazzini, con il rientrante Forlan a regalare sprazzi di luce, e soprattutto dietro una difesa che difficilmente fa passare qualcosa. Non è cosi nel caso del vantaggio di Muriel: la squadra pero’ sta salendo per impostare l’azione, e Obodo è rapido a rubare un pallone e a giocarlo immediatamente in verticale tra due difensori quasi comprensibilmente distratti: l’errore vero viene dopo, quando entrambi non temporeggiano su Muriel, che con una sterzata a rientrare li beffa, prima di chiudere con un destro preciso sul primo palo, sorprendendo anche Julio Cesar. La reazione dell’Inter porta prima a 4 pali, poi a 4 gol. Il primo è di Pazzini, abile a girare di testa al centro dell’area una pennellata da punizione di Maicon. Il secondo arriva da una magia di Alvarez, che trova un corridoio centrale fantastico per Milito, che con un grande scatto brucia Gabrieli in uscita. Il terzo e il quarto, infine, sono merito di Nagatomo: inizialmente, dopo un grande stop, compie un super dribbling sulla riga di fondo prima di servire a Cambiasso la palla facile del 3-1; in seguito pennella un cross per Alvarez, che di piattone la mette sotto le gambe di Gabrieli. Passando alle statistiche, notiamo come confermino quanto detto in apertura, e cioè un netto dominio interista: innanzitutto il possesso palla, 56 a 44 per i padroni di casa; quindi i tiri, 19 a 10, per non parlare dei calci d’angolo, 12 a 2. Senza parole il numero dei legni, 4 a 0, in nove minuti! Quasi il triplo dei cross (34 a 12), circa 100 passaggi in più, 86 per cento di passaggi positivi. Ma oltre al possesso e alla pericolosità, stupisce l’aggressività e il carattere dei nerazzurri, evidenziato dal dato dei contrasti vinti, 47 a 40, ma soprattutto 54 per cento a 45. Insomma, un’Inter paurosa, con gli artigli e gli attributi. Certo, era solo il Lecce, ma se è sbagliato lodare eccessivamente, fallace sarebbe anche ridurre in senso opposto, in un campionato dove nulla, ma proprio nulla, è scontato!



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