Il sussidiario.net ha raggiunto in esclusiva l’ex tecnico dell’Inter Luigi Simoni, per fare con lui una chiacchierata sulla gara che attende i nerazzurri stasera in Germania, la lotta scudetto e la panchina di Leonardo: una panoramica a tutto campo, con la classe e lo stile che ha sempre contraddistinto questo amatissimo ex tecnico nerazzurro.
Schalke 04-Inter: il cuore crede nella rimonta, la ragione no. Lei da che parte sta?
Io, sinceramente, non ci credo molto. Certo, l’Inter ce la può fare perchè nella vita, come nel calcio, non ci sono mai cose impossibili: diciamo che quella di stasera è una situazione complicata: non ho mai sentito di una squadra che perde 5 a 2 in casa riesca ad andare a vincere 4 a 0 in trasferta… io ragiono per percentuali e le percentuali maggiori le ha lo Schalke.
Nella gara d’andata cosa è mancato all’Inter?
E’ stata una partita in cui l’Inter ha fatto troppi errori e loro li hanno sfruttati tutti al massimo: è stata una giornata nerissima per i nerazzurri che hanno sbagliato un pò tutto. E’ stato difficile da credere ma è successo.
Cosa serve all’Inter per realizzare l’impresa a cui stasera è chiamata?
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Ci vuole fortuna. E poi bisogna essere bravi e sperare di fare un gol subito ma ci vorrebbe un miracolo… 4 gol in trasferta li puoi fare se vai a giocare contro una squadra di terza categoria, ma in Champions è durissima.
Lei, nella stagione 1997/1998, ha giocato a Gelsenkirchen alla guida dell’Inter: che ambiente troverà la squadra?
Noi a Gelsenkirchen giocammo nel vecchio stadio, adesso ne hanno uno nuovissimo. Però non sarà cambiata l’atmosfera che c’era anche allora in Coppa Uefa: stadio pieno e tanto entusiasmo sugli spalti. Il tifo tedesco è caldo e appassionato e i supporter dello Schalke me li ricordo simili alla loro squadra: combattiva e grintosa. E ricordo che anche per noi, quella di Gelsenkirchen, fu una battaglia.
Capitolo panchina. Che giudizio dà di Leonardo?
Io sono un amico ed un estimatore di Leonardo per quello che è: un ragazzo magnifico. Come allenatore è difficile dare un giudizio perchè, di fatto, è il secondo anno che lavora. Ha fatto un anno al Milan e qualche mese all’Inter: non basta per tirare le somme. Gli allenatori vanno valutati nel giro di qualche anno, bisogna vederli nei momenti difficili.
Leonardo è arrivato in un momento di necessità in casa Inter, dopo l’addio di Benitez…
Onestamente, al di là della simpatia e dell’affetto che ho per Leonardo, non avrei mandato via l’allenatore spagnolo. Benitez aveva delle attenuanti enormi e quindi bisognava dargli il tempo necessario per lavorare.
Quali erano queste attenuanti?
Tantissimi giocatori infortunati, tanti reduci del Mondiale, tanti che avevano vinto tutto e andavano rimotivati. Con Leonardo la squadra si è riassestata un pò, ha fatto un buon recupero, ma adesso stanno tornando fuori i vecchi problemi e la squadra, nel momento decisivo, non ha risposto in maniera positiva.
Ci dà il suo parere sulla lotta scudetto?
La lotta è e sarà apertissima finchè la matematica non darà i suoi verdetti. E’ chiaro che, come dicevo prima, io guardo alle percentuali: e le percentuali dicono assolutamente Milan. Poi c’è il Napoli, che sta giocando con una veemenza e con una continuità importante: hanno idee e che giocano quasi a memoria. E poi hanno un ambiente eccezionale che sostiene la squadra. Ma per me il Milan rimane favorito.
Ultima domanda. Torniamo al match di stasera: chi può essere il giocatore determinante per l’Inter?
Il più importante è sempre il portiere, ma questa sera credo che possa e debba essere Eto’o, Stasera serve un attaccante in stato di grazia, ci vogliono gol e miracoli.