CALCIOMERCATO INTER – All’Inter piace Alexis Sanchez. Non è una novità e ieri si è avuta la conferma. Il presidente della società di corso Vittorio Emanuele, Massimo Moratti, è infatti intervenuto in Lega Calcio, e parlando del Nino Maravilla ha detto: «Sanchez è bravo, stiamo parlando per capire, ma deve ancora dimostrare molto: Ronaldo, Ibrahimovic e gli altri avevano già un tassello in più. E poi il cileno parte con valutazioni che sono le stesse di quei giocatori che avevano vinto tutto. Credo che questa sia un’esagerazione del mercato attuale. Sanchez è forte ma stiamo guardando anche altre cose».



Chiaro quindi il messaggio di Moratti al collega Pozzo, patron dell’Udinese: per Sanchez ci siamo ma non a quei prezzi. Il presidente dei bianconeri, forte di “offertone” provenienti da Manchester e Barcellona, avrebbe chiesto circa 40 milioni di euro per il Nino Maravilla una cifra forse esagerata. Pozzo, però, non sembra retrocedere di un passo: . «I contatti con l’Inter ci sono stati come è normale che sia – dice il bianconero – ma non c’è stata nessuna offerta dei nerazzurri. L’idea dell’Udinese non è quella di vendere i nostri giocatori, anche perchè in campo non vanno i soldi. Abbiamo i preliminari di Champions e pensiamo di conservare una squadra che ci permetta di andare avanti. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la volontà dei giocatori e la necessità tecnica della squadra. L’obiettivo è mantenere un gruppo di alto livello. E anche la volontà di Sanchez è quella di giocare per l’Udinese, anche se non può essere insensibile all’interessamento dei top club. Noi vorremmo tenerlo e su questo siamo concentrati. Ha un contratto con noi, ma soprattutto un ottimo rapporto e si trova molto bene a Udine. Adesso dobbiamo superare questa fase di turbativa che nasce dall’interessamento dei grandi club».



La sensazione circolante è che tale trattativa possa perdurare per tutta l’estate per poi sbloccarsi a metà agosto, prima dei preliminari di Champions League. Un’eventuale partecipazione del cileno alla Coppa precluderebbe infatti il suo trasferimento in una big.

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