La relazione del pm Stefano Palazzi su Calciopoli ha causato un autentico uragano in casa Inter. La società nerazzurra è stata infatti accusata di aver “violato l’articolo relativo all’illecito sportivo per ottenere vantaggi”. Moratti e Facchetti sono finiti nella bufera e con loro il famoso scudetto 2006, che potrebbe essere a rischio revoca. In queste ore, però, il patron interista ha esternato, urbi et orbi, i suoi propositi di rivincita. Nel mirino sarebbe finita, tra l’altro, la Gazzetta dello Sport, responsabile, a suo dire, di un “attacco duraturo e calcolato” contro il club di via Durini. Per districarci tra le mille polemiche in atto, abbiamo chiesto un parere a Mario Sconcerti, autorevole editorialista del Corriere della Sera ed opinionista di Sky. Di recente Sconcerti aveva invitato lo stesso Moratti a rinunciare alla prescrizione, che ha ‘salvato’, per così dire, l’Inter da conseguenze assai gravi; il codice di giustizia sportiva prevede anche la retrocessione tra le sanzioni per violazione dell’articolo 7, quello relativo appunto all’illecito sportivo.
Allora, Sconcerti. Lei ha invitato Moratti a venire allo scoperto, rinunciando allo scudo-prescrizione. Conferma il suo appello?
So che è una decisione difficile da prendere. Ma quanto è emerso dall’inchiesta è che non c’è la completa innocenza dell’Inter, questo è chiarissimo. Non si tratta di dare o restituire nulla alla Juve. A questo punto, si tratta semplicemente di una questione tra l’Inter e se stessa.
Luciano Moggi, dopo la diffusione della relazione di Palazzi, è stato, come prevedibile, tra i più soddisfatti. In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ne ha approfittato per ribadire la sua teoria: che certe cose le facevano tutti.
Non sono assolutamente d’accordo con Moggi. L’inchiesta ha mostrato comunque una qualità dei traffici di Moggi nettamente superiore a quella di altri protagonisti. Che poi molti dirigenti parlassero con i designatori, questo è stato assodato. Mazzini (l’ex-vicepresidente federale, ndr), quando voleva salvare la Fiorentina, andava da Giraudo e Moggi, mi pare, non da altri…
Sandro Mazzola ha chiesto indietro lo scudetto del ’98, quello del mancato rigore su Ronaldo. Non le pare che in tal modo si stia imboccando una china pericolosa?
E per cosa lo chiede, per un rigore non dato? Macchè, questi sono semplici discorsi da tifosi. Ci possono pure stare ad un certo livello ma non mi pare proprio il caso di prenderli in considerazione. Non discuto coi tifosi.
Una cosa è certa: l’immagine del calcio italiano, già molto compromessa, ne esce totalmente a pezzi. Senza dimenticare, poi, un altro scandalo come quello del calcio scommesse…
Il nostro calcio è sicuramente malato. Ma non è un discorso solo calcistico. Esistono settori della società in cui non ci sia del marcio? Il male è ovunque, è sempre esistito, nel calcio, nella politica come altrove. Lo scandalo del calcio scommesse, ad esempio, non mi ha sorpreso. Ci sono migliaia di professionisti in Italia, e quanti indagati sono usciti fuori? Appena una decina…
Tornando all’Inter, Moratti, parlando con Inter Channel, se l’è presa con la Gazzetta dello Sport che, a suo dire, avrebbe attaccato scientificamente i nerazzurri. “Non la leggerò più”, ha promesso, e molti tifosi sembrano disposti ad assecondare il boicottaggio.
Mi sembra una soluzione barbara, non degna della storia dell’Inter e di Moratti. Cosa si risolve in questo modo?
Gli strali del patron si sono diretti in particolare contro chi, a suo avviso, avrebbe infangato la memoria di Facchetti, che non può più difendersi.
E questo è un altro errore di Moratti. Facchetti, purtroppo, non c’è più ma, in un certo senso, vive ancora nei testi. Se è uscito fuori il suo nome nell’inchiesta di Palazzi, qualcosa ci sarà. Anche lui aveva contatti discutibili con i vertici arbitrali, le carte parlano chiaro.
Che succederà nel Consiglio Federale del prossimo 18 luglio? Ci sono pareri discordi in materia, c’è chi come Abodi che spinge per una decisione definitiva sul titolo del 2006, e chi come Tavecchio che esclude qualsiasi verdetto.
Il Consiglio non deciderà proprio nulla; molto semplicemente, non ha i poteri per farlo. Non mi aspetto nessuna novità in materia.
(Alessandro Basile)