L’Inter è impegnata in questo momento contro i turchi del Trabzonspor. Una sfida delicatissima per i nerazzurri, scottati dal bruttissimo ko di Palermo. Quattro reti sul groppone e soprattutto una costante sensazione di inadeguatezza, specie in fase difensiva, che hanno minato le certezze del gruppo. Ora si riparte, per voltare pagina e per dire al mondo che quell’Inter lì non esiste, è stato solo un incidente di percorso. In maniera nemmeno troppo velata, Massimo Moratti ha fatto capire a Gasperini che così non va. Inutile forzare le caratteristiche dei giocatori e costringerli a giocare secondo un modulo – il 3-4-3 oggetto della discordia – evidentemente non nelle loro corde. E già stasera, contro la squadra allenata da Gunes, è iniziato il dietrofront gasperiniano. Un mezzo dietrofront, per la precisione, ma di sicura rilevanza. Il Gasp, infatti, ha abbandonato la difesa a 3 per tornare alla più rassicurante ‘coperta’ a 4. Dentro quindi due centrali puri, Ranocchia e Lucio, con Jonathan e Nagatomo ai loro lati. La conferma del sistema-Gasperini si è avuta invece in avanti, dove si è scelto di insistere sul tridente. Largo a Pazzini punta centrale, con Zarate a destra e Sneijder adattato a sinistra. Già, Sneijder. Il grande equivoco di quest’Inter. Negli schemi del mister non c’è spazio per il trequartista, dunque l’inquieto Wes, che ha trascorso l’estate a strizzare l’occhio a destra e a manca ad altri club, o si abitua a traslocare in altri ruoli oppure ciccia. Fosse per Moratti, tutti questi dubbi non esisterebbero nemmeno. Lui, come la gran parte dei tifosi interisti, vorrebbe il 4-3-1-2. Intervistato da Sky nel pregara di stasera, il patron ha spiegato che, da parte sua, non c’è stata nessuna pressione nei confronti del tecnico. E’ stato bravo da solo a capire cosa va e cosa non va, e dunque, per evitare ulteriori sconquassi, meglio tornare a ciò che i giocatori conoscono meglio. Che quest’Inter non sia adatta alla difesa a tre, Moratti non l’ha affatto escluso, anche se ha precisato: “Non abbiamo la controprova”. In ogni caso, a Palermo, secondo lui, è stato un problema collettivo, di insieme, non tanto di tattica o di singoli. Gasperini, stasera, è chiamato ad invertire la rotta. In un ambiente come Milano non è consentito fare troppi esperimenti.



L’ambiente è caldo, la gente non aspetta. E i presidenti premono. Caro Gasp, prima lo capisci, meglio è…

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