L’Inter si appresta a ricevere il Catania per l’ottava giornata di campionato. La pausa per le nazionali ha portato diversi elementi della rosa in giro per il mondo, come d’abitudine, ma se non altro ha riconsegnato a Stramaccioni un Rodrigo Palacio fresco di ristampa, dopo l’ultimo infortunio muscolare. L’argentino amplia le opzioni offensive a disposizione del tecnico: c’è chi ha ipotizzato il ritorno al tridente con l’ex genoano assieme ad Antonio Cassano e Diego Milito. Una soluzione di fascino ma che genera dubbi di natura tattica. Inoltre alcuni organi di stampa hanno messo in risalto come Stramaccioni abbia spesso variato l’assetto della sua squadra in campo. La Gazzetta dello Sport ad esempio parla di un’Inter camaleontica, che cambia pelle da sette gare consecutive: come si può interpretare questo dato? Senza dimenticare il fattore Sneijder. Attualmente in cura negli Stati Uniti, l’olandese troverà ulteriore concorrenza al suo ritorno in campo, previsto tra un paio si settimane. Detto di Palacio, c’è anche Coutinho che pare ben intenzionato a ritagliarsi un posto fisso in squadra, senza contare Ricky Alvarez. Tra le chiacchiere di questi giorni si fa spazio il ritornello ‘senza Sneijder si gioca meglio’: illazioni o verità? Questo ed altro abbiamo chiesto in esclusiva a Giuseppe Bergomi, storica bandiera nerazzurra e stimato commentatore di SkySport. Ecco le sue impressioni:



Rientra Palacio e si riparla di tridente: l’Inter attuale può supportarlo? Lo può fare, assolutamente. Col nuovo sistema di gioco, coi tre difensori e quattro centrocampisti, può sicuramente supportare le tre punte. In realtà non cambierebbe molto.

In che senso? Fino adesso Stramaccioni ha giocato con Coutinho, Cassano e Milito: al posto del brasiliano può tranquillamente giocare Palacio.



Stramaccioni ha cambiato spesso assetto nelle ultime gare, al di là della novità difesa a tre: cosa significa? Sembra che lui si adatti un pò all’avversario. Questo non significa essere provinciale, che tra l’altro è un termine che può andare bene. Stramaccioni si adatta cambiando gli uomini: per ora ha avuto ragione perchè ha sempre vinto, e questo sostiene il suo continuo adattamento alle caratteristiche dell’avversario.

Questo significa che non l’Inter non avrà mai una sua identità precisa? Anzitutto da quello che abbiamo capito la difesa a tre sarà una costante. Il centrocampo potrà variare, da un 3-5-2 a un 3-4-1-2, fino anche al 3-4-3. Più che altro ho capito che non vedremo mai gli stessi undici: ogni partita cambieranno in base alle qualità dell’avversario. Faccio un esempio.



Prego. Contro la Fiorentina Stramaccioni ha utilizzato Coutinho in marcatura su Pizarro: è un esperimento che secondo me riproporrà anche domenica, contro il Catania. Penso che qualcuno sarà collocato in marcatura su Lodi. Se troverà una squadra senza il regista classico giocherà in maniera diversa. Il concetto è che Stramaccioni struttura la sua squadra in base ai punti di forza o debolezza dell’avversario, mi sembra questa la filosofia.

Col rientro di Palacio e Coutinho in rampa di lancio, Sneijder potrebbe diventare un “problema”?

In questo momento l’assenza di Sneijder è stata una fortuna per l’Inter.

Perchè? Lo Sneijder delle ultime prestazioni non era un elemento positivo per l’Inter. Se torna a fare lo Sneijder, positivo, che si sacrifica e rientra, che non manda a quel paese avversari e compagni, è un giocatore importantissimo. Se non si mette in testa questo è meglio far giocare altri.

Come lo si collocherà a livello tattico? Con difesa a tre e quattro centrocampisti, o gioca lui dietro le due punte, oppure non vedo altre soluzioni. Direi che il suo ruolo è sempre quello.

Da ex difensore che ha debuttato molto presto, l’ha sorpresa la novità Juan Jesus? Credo che Stramaccioni lo stia impiegando nel ruolo giusto per lui, perchè è l’unico mancino e può giocare bene da centrale di sinistra, visto che Samuel è un vero e proprio “centrale”. Juan può essere anche adattato sull’esterno: non dimentichiamoci che è un nazionale, la sorpresa è relativa. Mi aspettavo che prima o poi riuscisse a mettersi mostra e a fare bene.

 

(Carlo Necchi)