Milan-Inter è stato un derby combattutitissimo, quasi vecchio stile, in cui le due squadre hanno dato tutto uscendo dal campo senza avere più una stilla di energia. Il risultato finale della partita premia i ragazzi di Stramaccioni, che si rilanciano in classifica e possono sognare in grande. Il Milan rimane al palo, con i troppi dubbi che minano le poche certezze e i progressi che sono frustrati dai risultati. Ora il campionato del Milan merita davvero un votaccio (4,5), mentre per l’Inter si torna al 7 pieno: per una squadra molto rinnovata e un allenatore esordiente essere a quindici punti appaiata al terzo posto in Serie A, avendo superato lo scoglio del derby, è davvero qualcosa di speciale.
Per l’impegno. Sì, è letteralmente così che si spiega una sufficienza in un derby in cui gioca (anche se male) praticamente una sola squadra, mentre l’altra è ossessionata dal non scoprirsi, anche – probabilmente – oltre i reali rischi di subire gol. Meriterebbe un bel 4, ma anche la “traspirazione” ha il suo valore. La partita è stata di una intensità incredibile, pur mantenendosi sui binari di una grande correttezza. L’espulsione di Nagatomo, giusta a termini di regolamento, poteva certamente essere evitata, e lo sarà quando il calcio per cercare di rifuggire dall’errore e dalla valutazione soggettiva fatta in clima di sfiducia si doterà di regole meno assurde e assolutorie.
La squadra ha nella sua globalità fatto quel che doveva fare, ma dibattendosi in una mediocrità di idee ancora a tratti imbarazzante e incappando nella giornata No (e quando diciamo No, è davvero No) di alcuni singoli che hanno annichilito quanto di buono i più ispirati stavano costruendo. Detto questo, seppur confusamente, avrebbe certamente meritato il pari. Sulla carta. Perché nella realtà il pari lo merita chi segna il gol della rimonta, di stinco, di gluteo, di faccia o anche di mano, purché la palla finisca in fondo al sacco. Certamente i rossoneri hanno più di un episodio su cui recriminare (il fallo di Emanuelson su Handanovic nel primo tempo e il contatto in area su Robinho nel secondo per citarne due tra i più eclatanti) ma sarebbe così bastato giocare “da Milan” quelle occasioni sprecate malamente che attaccarsi a questi episodi toglie solo mezzo punto in più. Quello dell’amor proprio che si è perso.
Si può vincere e non raggiungere la sufficienza? Questo farà discutere molto. Da un lato, anche nella valutazione, come in tutto, chi vince ha sempre ragione. La storia la scrive chi vince, eccetera, eccetera. Tutto vero, tutto sacrosanto. Come questi tre punti. Che sono conquistati, tangibili e concreti. E non sono frutto affatto di “furti” o simili, anche se qualche decisione della terna (cinquina!) arbitrale è sembrata fin troppo a tinte nerazzurre. Vogliamo fare un solo esempio e non di calcio non strettamente giocato? La mancata espulsione di Stramaccioni dopo quelle proteste all’indirizzo del guardalinee, oltreché ampiamente documentate dalle telecamere e riportate dal collaboratore all’arbitro che inspiegabilmente decide di lasciar correre, in una giornata dove illustri colleghi sono stati allontanati dal campo per molto meno (vedi Cosmi). Tre punti che deludono un po’, in fondo, i palati più fini. Arroccarsi oltre ogni dire, e farlo fin da dopo il gol perché, a ben guardare, l’espulsione di Nagatomo non ha poi condizionato così pesantemente un atteggiamento che l’Inter ha tenuto praticamente per tutto il primo tempo, lo ha semmai solo estremizzato. Arriveranno tempi migliori, e piegare il Milan al derby è sempre soddisfacente per i tifosi dell’Inter (come il contrario), per cui non serve oggi continuare con i processi delle ultime settimane, ma di certo una squadra problematica non è guarita magicamente.
Ha gestito bene il nervosismo del derby, e questo è un grandissimo merito. Sulle scelte singole, invece, è incappato in alcuni scivoloni macroscopici. Al di sotto della sufficienza, ma non da gridare allo scandalo.



Abbiati, 5: Il portierone rossonero è stato suonato come una zampogna in occasione del gol di Samuel (anche se non aveva particolari colpe nella circostanza) e si è trovato a barcollare tra i fumi della follia calcistica solo un giro di lancette dopo quando ha regalato a Milito il colpo del ko che avrebbe potuto anche aprire a una goleada per blackout dell’avversario. Si riscatta parzialmente nella ripresa su Palacio, ma se gli altri non tirano MAI, poi è difficile riscattarsi.
Bonera 5,5: Cerca di essere diligente, e in parte ci riesce. E’ autore di una gara onesta, anche di sostanza, ma talmente inutile da giocare per un uomo con le sue caratteristiche che lascia il campo al 6′ della ripresa
– dal 6′ st Abate 6,5: prova a spingere un po’ (è dentro per questo) ma non è quel che si dice “in serata”. Su Pereira lanciato a rete in contropiede chiude nel finale senza commettere fallo con uno splendido intervento. Avanti così. Anzi, un po’ di più.
Mexes 6: mezzo punto lo togliamo per l’ammonizione, almeno non stupida come al solito, mezzo punto lo aggiungiamo per quella splendida scivolata che impedisce a Milito di trasformare la partita in una Caporetto.
Yepes 5,5: prova onesta la sua, con una ammonizione inevitabile per proteggere un Milan tutto proteso in avanti. Da centravanti non combina gran che.
De Sciglio 5,5: Intendiamoci, il gol è colpa sua, della sua giovane età e inesperienza. Ma questa colpa la condivide con chi lo ha preferito ad Antonini, sicuramente più attrezzato dal punto di vista dell’esperienza di quanto non fosse il giovane De Sciglio. Detto questo ha il merito di non andare in bambola e di giocare una partita superlativa (o quasi) in fase di spinta con una personalità che avrebbe fatto bene a condividere almeno con l’anemico Bojan. Però, caro De Sciglio, sei un terzino, non un’ala. Quindi prima difende da campioni, poi si attacca da campioni.
– dal 12′ st Robinho 6: Grande cuore e intelligenza, ma poco fortuna e poco passo. Non arriva mai al tiro.
Montolivo 6,5: Oggi grandissima partita. Canta e porta la croce e scaglia saette dalla distanza come fosse Giove pluvio. Peccato che – come se fosse un parafulmine – Handanovic le becchi tutte.



De Jong 5: E’ sparito subito dalla scena e per essere un guerriero è davvero sempre timido quando deve impostare. Limitante.
Emanuelson 6,5: Tanto cuore e tanta sostanza. Si muove come un matto, becca falli importanti (anche quelli non fischiati) e sfornerà decine (letteralmente) di ottimi cross. Ecco ci fosse stato Ibra sarebbe stato perfetto.
Boateng 4: Verrebbe da pensare: “Speriamo che Melissa Satta lo liberi, questa è una controfigura”. Purtroppo non è così, l’abbiamo riconosciuto dai tatuaggi, avessimo dovuto giudicarlo dal gioco beh, avremmo proprio pensato a uno scambio di persona.
El Shaarawy 5: Non fa l’ala, fa l’attaccante. O forse non abbiamo capito noi?
– dal 26′ st Pazzini 5,5: Arriva sempre con un attimo di ritardo all’appuntamento con il gol Bojan 4: Ricordate Kluivert? La differenza è che prima Patrick giocò al Milan e poi andò a Barcellona, non viceversa. 



All. Allegri 5: Il problema è che a questo punto, visto che non ha sbagliato i cambi, che il Milan ha avuto in mano il gioco per quasi il 70% della gara e che non sia comunque riuscito a concludere in porta e a segnare posti sfortuna. Fosse vero… 

Handanovic 6: Ha decisamente qualche sbavatura di troppo da limare, ma è pragmatico ed efficace. Poi quando fa qualche “cappellata” più grossa del solito c’è sempre qualcuno che lo grazia. Lo graziamo anche noi con una sufficienza.
Ranocchia 7: Superbo, in un grande momento di forma fisica e di equilibrio mentale. E stasera ce ne voleva davvero tanto con i rossoneri che sbucavano da tutte le parti.
Samuel 7: Match winner. Gol e Wall.
Juan Jesus, 5,5: Graziato, gioca con solidità ma ne combina un po’ di tutti i colori, se gioca sempre così prima o poi una bacchettata gli arriva…
Zanetti, 6: Il capitano non si discute, ma stasera non era in forma.
Gargano, 6: Primo tempo da urlo, secondo tempo al minimo. Facciamo una media pesata.

Cambiasso, 5: da rivedere pesantemente, oggi proprio non va
Nagatomo, 6,5: senza il doppio giallo si beccava un altro sette: è stato l’uomo chiave della gara. Finché c’è stato. E un po’ anche dopo.
Coutinho, 4: Un fantasma. Che non fa paura a nessuno.
– dal 1′ st Guarin: Coutinho era talmente un uomo in meno che con il suo ingresso pare si giochi 11 contro 11. Tre Minuti dopo Nagatomo si fa espellere. Eh, ragazzi ma allora ditelo…
Milito, 6: Gli manca il gol, solo questo. 6,5 se non avesse avuto sulla coscienza un’occasione clamorosa al 5′.
– dal 28′ st Palacio 5: non entra in partita e – in definitiva – non serve, visto che si mangia l’unica grossa occasione nerazzurra nella ripresa.
Cassano, 6,5: La partita per lui era difficilissima. Era difficilissimo soprattutto giocarla senza che mai gli arrivasse il pallone. Tiene i nervi saldi, guadagna falli preziosi, illumina con qualche calcio piazzato. Esce ed è comunque protagonista.
– dal 6 st’ Alvaro Pereira, 6: sostanza e qualche accelerazione, ma siamo al “Corri Forrest” o poco più.

All. Stramaccioni sv.
 Se siete pragmatici del calcio, tutti concretezza e di bocca buona allora leggete 7: si è dannato l’anima per l’arrocco, tutti dietro la linea del pallone a difendere un gol che evidentemente riteneva grazia ricevuta. E’ premiato dai tre punti. Se siete palati fini e pensate che chi vince debba giocare (non necessariamente meglio, ma almeno giocare) allora leggete 5: nervoso e poco in grado di governare squadra ed emozione. Pazienza, con il tempo il ragazzo si farà.

MILAN-INTER 0-1 
(primo tempo 0-1)

MARCATORI Samuel (I) al 3’ p.t.

MILAN (4-2-3-1) Abbiati; Bonera (dal 5’ s.t. Abate), Mexes, Yepes, De Sciglio (dal 12’ s.t. Robinho); Montolivo, De Jong; Emanuelson, Boateng, El Shaarawy (dal 26’ s.t. Pazzini); Bojan (Amelia, Antonini, Acerbi, Zapata, Ambrosini, Nocerino, Flamini, Constant, Niang). All. Allegri.

INTER (3-4-1-2) Handanovic; Ranocchia, Samuel, Jesus; Zanetti, Gargano, Cambiasso, Nagatomo; Coutinho (dal 1’ s.t. Guarin); Cassano (dall’8’ s.t. Pereira), Milito (dal 26’ s.t. Palacio). (Castellazzi, Belec, Silvestre, Jonathan, Bianchetti, Mudingay, Obi, Duncan, Livaja). All. Stramaccioni.

ARBITRO Valeri; guardalinee Manganelli e Maggiani; giudici di porta Rizzoli e Guida; quarto uomo Giallatini.

NOTE Ammoniti Mexes, De Jong, Montolivo, Ranocchia, Yepes per gioco scorretto, Juan Jesus e Pazzini per proteste. Al 3’ s.t. espulso Nagatomo per doppia ammonizione.