L’accordo per fare entrare nuovi soci cinesi nel capitale azionario dell’Inter si complica. Volendo fare una battuta, potremmo dire che questo affare tra Pechino e la società del presidente Massimo Moratti si tinge sempre più di giallo. Ma non si tratta di uno scherzo: purtroppo per chi sperava nell’ingresso di nuovi capitali nel club nerazzurro, si fa sempre più difficile l’accordo tra i presunti nuovi soci asiatici e la ‘Beneamata’. A diffondere la notizia è stata oggi pomeriggio l’agenzia Radiocor, secondo la quale “l’operazione è ormai incagliata tra problemi burocratici e complesse modalità d’esecuzione”. Così, nonostante i contatti tra le parti proseguano con frequenza, c’è il rischio reale che la vendita del del club nerazzurro (per circa 55 milioni di euro) si areni definitivamente. Cerchiamo allora di ricostruire brevemente le tappe di quello che rischia di diventare un tormentone. Il primo annuncio era arrivato il 1° agosto, quando un comunicato ufficiale dell’Inter dava la grande notizia di un accordo che sembrava già fatto: “L’Internazionale Holding S.r.l. comunica di aver raggiunto in data odierna un accordo che prevede l’ingresso di un gruppo di investitori cinesi nel capitale di F.C. Internazionale S.p.A. La famiglia Moratti continuerà a mantenere il controllo della società, mentre il gruppo di investitori cinesi sarà il secondo più grande azionista. Contestualmente China Railway 15th Bureau Group Co., Ltd., controllata da China Railway Construction Corporation, e F.C. Internazionale S.p.A. hanno avviato una collaborazione per la costruzione di un nuovo stadio di proprietà entro il 2017”. In effetti, va detto che l’obiettivo principale di questa partnership dovrebbe essere appunto la costruzione del nuovo stadio di proprietà dei nerazzurri. Due giorni dopo arrivò la parziale smentita del gruppo cinese, che sottolineava come non fosse in programma nessun acquisto di azioni dell’Inter da parte degli orientali. La trattativa però è continuata, e nel mese di settembre Moratti aveva garantito: “Le condizioni burocratiche non sono facili, ma chiuderemo entro l’anno”. L’obiettivo era firmare entro l’assemblea di fine ottobre, con il contestuale ingresso nel Cda interista di tre rappresentanti dei cinesi, ma si era già dovuto registrare un primo slittamento.
Sul ‘fronte’ cinese la difficoltà principale è costituita dal fatto che sono necessarie cinque autorizzazioni – per la precisione, da parte di ministero del Commercio, Ufficio Cambi, National Development and Reform Commission, Sasac e Consob locale – affinché un’operazione finanziaria con l’estero possa realizzarsi, ed inoltre sembra che ci siano numerose perplessità sia sull’investimento in sé (che implicherebbe la necessità di coprire le perdite ogni anno), sia sull’iter burocratico italiano per il nuovo stadio nerazzurro, che verrebbe costruito dalla stessa Crcc. Insomma, la burocrazia è un doppio ostacolo, sia in Cina sia in Italia. Anzi, sembra che nel colosso asiatico sembra che già si parli dell’intera vicenda definendola un equivoco destinato a chiarirsi nei prossimi mesi. Fonti vicine all’Inter sono invece molto più ottimistiche: “La trattativa è già stata fatta e messa nero su bianco in un contratto vincolante, tuttora valido e firmato lo scorso agosto”. Il difficile sta nell’esecuzione di quanto finora è solo sulla carta: si cercano modalità coerenti con le norme cinesi e le esigenze del club.