Non si placano le polemiche arbitrali. Ieri pomeriggio l’Inter aveva la grande occasione di riportarsi a stretto contatto con la Juventus, fermata sullo 0-0 dalla Lazio; ma ancora una volta, dopo aver espugnato lo stadio di Torino, i nerazzurri sono stati frenati nella loro rincorsa, pareggiando 2-2 a San Siro contro il Cagliari e addirittura rischiando di perdere, salvata da un autogol di Astori che ha dato quantomeno un punto alla squadra di Stramaccioni, che ha così evitato la seconda sconfitta consecutiva. Ieri però ci si è messo anche l’arbitro Giacomelli: il secondo gol di Sau pare viziato da un fallo di mano dello stesso attaccante, ma soprattutto nel finale Astori ha sgambettato Ranocchia proprio sulla linea dell’area di rigore, non venendo sanzionato. Stramaccioni nervosissimo è stato espulso, il presidente Moratti ha ritirato fuori situazioni appartenenti al passato: insomma, un polverone, e ancora una volta i direttori di gara sono finiti sotto la lente d’ingrandimento (ci sono errori anche a Firenze). Abbiamo perciò chiesto un parere a Gianluca Paparesta sugli episodi di San Siro. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Paparesta, partiamo dal contatto Astori-Ranocchia: era rigore? Come ho già detto nel corso della trasmissione su Mediaset Premium, le immagini sono molto chiare: non è un rigore che si poteva dare, è un rigore che si doveva dare. Il fallo è evidente: Astori colpisce con il piede sinistro la gamba sinistra di Ranocchia. Il tutto avviene sulla linea dell’area di rigore, dunque all’interno; sulla posizione o meno non c’è neanche da discutere, a parte che aiuta molto il fatto che avvenga sulla linea.
Chi sbaglia in questo caso? C’è la mancata decisione dell’arbitro che non ha fischiato nulla; e poi meraviglia che sia l’assistente Viazzi, sia l’arbitro addizionale Palazzino – mandato apposta dalla serie B per fare l’arbitro addizionale – non abbiano aiutato Giacomelli in quella circostanza.
Il secondo gol di Sau pare viziato da un fallo di mano: irregolare la segnatura? Il regolamento dice che il fallo deve essere sanzionato se la palla colpisce la mano o il braccio del giocatore; le immagini mostrano chiaramente come l’impatto avvenga con il bicipite destro di Sau, tanto che si vede un pezzo di manica coperta.
Però non era facile da vedere… Sicuramente è difficile da rilevare per l’arbitro, però la palla colpisce il braccio nella parte superiore; e da altre immagini si vede come il requisito della volontarietà, necessario per fischiare il fallo, sussista, visto che Sau si aiuta per stoppare il pallone. Il gol era dunque irregolare.
I giudici di porta sono un’innovazione utile o al momento non hanno aggiunto nulla? Io credo che sarebbe un’innovazione utile se applicata con i criteri e le logiche degli altri campionati europei; altrimenti si corre il rischio di far fallire, in Italia, un esperimento che a livello continentale è sicuramente positivo.
Qual è il problema?
Il fatto che la classe dirigente italiana non sia preparata, e dunque non si è ancora capaci di dare una metodologia di applicazione che consentirebbe di valorizzare gli arbitri addizionali. Qui invece succede che gli assistenti intervengono quando non dovrebbero, come nel fuorigioco di Catania-Juventus, oppure non prendono decisioni quando dovrebbero farlo. Questo a prescindere dalle squadre: ieri a San Siro l’Inter è stata danneggiata, ma in Inter-Catania l’arbitro addizionale non aveva visto un clamoroso fallo di Guarin. E’ quindi un problema di preparazione non adeguata.
Però Nicchi dice che va tutto bene… Infatti: lui e il designatore arbitrale dicono che i nostri fischietti sono i più bravi, quando non è vero.
Dunque non è un problema di ritorno al passato… Non credo, peraltro il mio ruolo non è quello di tirare fuori argomenti passati: io analizzo gli episodi, che sono a svantaggio dell’Inter in questo caso, come possono essere stati a vantaggio in altre occasioni. E’ un problema di classe arbitrale inadeguata: non loro in primis, ma chi li prepara. Soprattutto…
Sì? Giacomelli è rientrato tra i sei arbitri in virtù di questa decisione di allargare la classica terna, dunque lui è stato promosso 20 giorni dopo che, nel mese di luglio, non lo era stato. L’esperimento dunque sarebbe buono, ma gli arbitri non sono stati preparati a dovere.
(Claudio Franceschini)