L’Inter espugna la bolgia di Belgrado, battendo il Partizan per 3-1 e qualificandosi matematicamente ai sedicesimi di finale di Europa League. I gol nella ripresa: doppio Palacio, su due assist di Guarin, terzo gol dello stesso Guarin su invito di Cassano, meritato gol della bandiera di Tomic su cross di Miljkovic. Nell’altra partita del gruppo H il Rubin ha battuto il Neftci per 1-0: la classifica del girone vede l’Inter in testa e qualificata assieme ai russi (10 punti), con gli azeri del Baku e il Partizan appaiate sul fondo a quota 1. Le sfide del prossimo turno, in programma giovedì 22 novembre, sono Rubin Kazan-Inter, spareggio per il primo posto nel gruppo H, e Neftci Baku-Partizan. Per l’Inter è la decima vittoria consecutiva tra campionato ed Europa League, con uno score di 24 gol fatti e solo 4 subiti.



Noiosetta nel primo tempo, che vive di un lampo centrale targato Partizan e di timide iniziative sparse attorno. Nel secondo tempo l’Inter si è svestita con l’ingresso di Palacio, allargando gli spazi in mezzo al campo e generando una partita più vivace. Merito anche del Partizan che non ha mai fatto mancare l’impegno, rischiando subito il vantaggio nella ripresa e meritando il gol della bandiera, il primo in questa edizione di Europa League nonchè il centesimo globale nella competizione. Alla fine abbiamo visto quattro gol ed alcune azioni interessanti.



Squadra interessante, chiaramente acerba per i molti giovani della formazione titolare. Contro l’Inter il Partizan si è mostrato volenteroso e dicretamente messo in campo. I trequartisti si muovono molto davanti al duo di centrocampo, sparigliando le carte nella metacampo avversaria e dando pochi punti di rifenrimento. A volte anche a sè stessi: in più d’un’occasione è mancato un uomo nell’area dell’Inter che finalizzasse o raccolgiesse gli sforzi a ridosso. Va anche ricordato che forse, senza Handanovic staremmo parlando in altri termini, del resto con i “se” non si fa la storia. Il Partizan ha buone individualità: anche tolto Markovic, sempre raddoppiato dai giocatori dell’Inter, i serbi sono spesso arrivati nell’hinterland dell’area interista, sfiorando il gol più di una volta. Probabilmente meritano più di un punto in classifica: su questa strada potranno presto dare più fastidio.



Pur rischiando, l’Inter ha gestito la situazione in modo intelligente. Col pareggio come condizione sufficiente, Stramaccioni ha impostato una squadra che potesse accompagnare il match su binari tranquilli, prevenendo l’annunciata aggressività del Partizan. Tarpate le ali al nemico l’Inter ha provato ad imbastire qualche azione nel primo tempo, grazie al lavoro di alto-basso dei centrocampisti che a turno si abbassavano in impostazione/copertura o alzavano negli spazi della metacampo avversaria. Con l’ingresso di Palacio l’attacco ha trovato nuovi spazi e riferimenti, e ha colpito con armi già letali in serie A, figurarsi qui. Verticalità e potenza degli interni e velocità d’esecuzione delle punte, suggellate dal gap d’esperienza che alla lunga ha fatto la differenza: queste le chiavi della ripresa vncente dell’Inter, che ora può pensare alla difficile trasferta di Bergamo. Nel poscritto complimenti ad Handanovic, che del resto è stato preso per un motivo.

Globalmente ben assistito dai guardalinee, distribuisce cartellini giusti e mantiene il controllo di una partita psicologicamente a rischio, in un ambiente caldo.

Riscatta il mezzo buco sul primo gol negando il tris a Palacio con un prodigio.

Cestina un’occasione d’oro, che poteva cambiare la partita. Pur lasciando qualche spazio di troppo a Pereira è apprezzabile per qualità (è suo l’assist) e continuità della spinta.

Più tecnico del collega, potrebbe andare più per il sottile. Imposta facile e lascia un paio di buchi.

Handanovic deve impegnarsi a fondo per neglargli il gol. Dietro fa più fatica: si arrangia con Livaja ma quando entra Palacio son dolori.

Jonathan non lo attacca, ma lui resta di piombo. Troppo sulle sue.

Primo tempo di buona sostanza ma scarso apporto tecnico: appoggia quasi sempre dietro dal 10’st M.SCEPOVIC 6 Da sinistra cerca dialoghi col fratello; da punta unica fa salire i compagni e cerca il tiro da lontano, senza fortuna.

Meglio nella ripresa, quando si “alza” più spesso a sostegno e cerca la giocata verticale. Discrete qualità di palleggio.

Ingabbiato come un Maradona, non si spaventa ed anzi cerca spesso di uscirne da solo: troppo difficile. Mezzo in più per l’assist che poteva rivoltare il match.

Riferimentio per i mediani ed appoggio per le ali, esce per infortunio dopo mezz’ora di buona intensità dal 30’pt JOJIC 5 Buona tecnica ma pecca di lucidità nelle scelte di passaggio, nè riesce a sfruttare un ghiotto tap-in.

Ha più esperienza e si vede: non tenta di strafare ed anzi aiuta spesso i compagni ripiegando. Tecnicamente spreme poco ma è lui a pescare il jolly.

Gira troppo al largo, intasando la trequarti e mancando in area di rigore, dove servirebbe eccome dal 26’st MITROVIC 6 Entra con buon piglio ma nel momento peggiore: può far poco in fin dei conti.

All.VERMEZOVIC 6 La sua squadra s’impegna sino all’ultimo e cerca soluzioni alternative al piano Markovic. La differenza con l’Inter è però troppa.

Due parate straordinarie, altrettante più che ordinarie: decisivo.

Si appiccica a Markovic e risulta efficace in marcatura, costringendo il talento serbo a cercar gloria altrove.

Gioca semplice ed è quello che ci vuole: nè straordinari nè sbavature.

Sempre in sicurezza, un paio di ruvidità di troppo gli costano l’ammonizione.

L’ombra mancina di Markovic, tiene la posizione presidiando la zona di competenza dal 1’st PALACIO 7,5 (il migliore) Entra e spacca la partita: movenze ficcanti e concretezza sottoposta, sfiora anche il tris.

Ordinaria amministrazione: raddoppia Markovic e si piazza in appoggio dove c’è bisogno.

Perde Ivanov che a momenti inzucca in gol: si riscatta con due assist e un gol.

Sempre utile, sia basso in appoggio che alto a sostegno: passaggi corretti e il solito senso tattico.

Esce per infortunio dopo un quarto d’ora, prima di lasciare un segno dal 15’pt GARGANO 6 Nel primo tempo fa legna e giropalla, nel secondo rilancia l’azione quando può.

Spinge sulla fascia con buona efficacia, anche se nel primo tempo trova meno opzioni per il cross. Dietro buca solo una volta, globalmente solido.

Penalizzato dal modulo, che ne esalta le doti agonistiche ma non gli lascia troppi spazi personali. Nella ripresa assiste Palacio con un buon lavoro di sacrificio dal 30’st CASSANO 6,5 Infila due assist nel quarto d’ora a disposizione: uno è vincente.

All.STRAMACCIONI 6,5 Con Palacio sbottona l’iniziale 4-5-1: rischia di andar sotto ma gli dice bene, perché l’argentino decide la partita. Bravo a predicare attenzione sino alla fine.

 

Il tabellino

Marcatori: 6’st Palacio (I), 30’st Palacio (I), 42’st Guarin (I), 45’st Tomic (P)

Partizan Belgrado (4-2-3-1): Petrovic; Miljkovic, Ostojic, Ivanov, Lazevski; Medo (10’st M.Scepovic), Smiljanic; L.Markovic, S.Ilic (30’pt Jojic), Tomic; S.Scepovic (26’st Mitrovic) (R.Ilic, Volkov, V.Stankovic, Ninkovic). All.Vermezovic.

Inter (4-5-1): Handanovic; Jonathan, Silvestre, Juan Jesus, Nagatomo (1’st Palacio); Zanetti, Guarin, Cambiasso, Mudingayi (15’pt Gargano), A.Pereira; Livaja (30’st Cassano) (Castellazzi, Pasa, Romanò, Milito). All.Stramaccioni.

Arbitro: Pereira Gomes (Portogallo)

Ammoniti: Ostojic (P), Smiljanic (P), Juan Jesus (I) per gioco scorretto, Silvestre (I) per comportamento non regolamentare.

 

(Carlo Necchi)

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