L’Inter ha appena assunto Andrea Stramaccioni come nuovo allenatore. Stramaccioni è stato promosso dalla squadra Primavera, con cui aveva appena vinto la NextGen Series, prestigioso trofeo internazionale a livello giovanile. Oggi, Stramaccioni ha tenuto la sua prima conferenza stampa. Romano de Roma, classe 1976 (fresco trentaseienne!), il neo allenatore interista ha sollevato molteplici domande su quello che potrà essere il suo apporto ad una realtà come la prima squadra. Che effetto potrà avere su senatori anche più di lui? Come gestirà lo spogliatoio di una grande squadra? Come si può interpretare la decisione di Moratti? Per rispondere a queste ed altre questioni, ilSussidiario.net ha intervistato in esclusiva Corrado Verdelli, ex difensore nerazzurro nel biennio 1988-1990, in cui fu protagonista dello scudetto dei record trapattoniano (1988-89). Non solo: una volta appese le scarpette al chiodo, Verdelli ha lavorato per tre anni nel settore giovanile interista, ricoprendo il ruolo di allenatore della Primavera, e successivamente di vice allenatore della prima squadra. A lui peraltro capitò una vicenda simile a quella di Stramaccioni, quando nell’autunno 2003 fu chiamato a sostituire l’esonerato Cuper per una settimana, in attesa dell’arrivo di Zaccheroni. Ecco le sue impressioni sul nuovo allenatore dell’Inter.



Che idea si è fatto di Stramaccioni?

Il personaggio non lo conosco, non l’ho seguito più di tanto se non ultimamente, è difficile dare un giudizio non avendolo visto lavorare sul campo. Darei un giudizio non obiettivo.

In linea generale, pensa che un giovane come lui possa imporre subito la sua filosofia di gioco, o debba adattarla ai giocatori?



Un errore è già stato fatto a monte, nel tentativo di imporre un gioco molto diverso dalle caratteristiche dei giocatori, fatto già a suo tempo da Gasperini. Il buon senso e l’intelligenza penso siano nell’andare a mettersi a disposizione di questi grossi campioni.

Come si aspetta che reagiscano i giocatori?

Pretendere che in questo momento i giocatori, che sono passati dal secondo al terzo allenatore, si mettano a cambiare una filosofia di gioco, penso sia deleterio. Certo, c’è da cambiare qualcosina, ma soprattutto a livello di testa, di spirito, di voglia.

Nella gestione dello spogliatoio, che difficoltà potrà avere Stramaccioni ad interagire con giocatori anche più grandi di lui?



Non ce ne saranno assolutamente. Conosco qualche giocatore, da Zanetti a Cordoba, gente molto disponibile. Soprattutto, la società sarà molto presente, magari anche di più rispetto a quando c’era Ranieri, che non aveva neanche bisogno di presenza assidua, per l’esperienza sua e del suo staff. Per Stramaccioni sarà fondamentale la presenza del direttore sportivo, e di quello tecnico.

Non fosse arrivata la vittoria nella NextGen Series, crede che Moratti si sarebbe lasciato ingolosire comunque?

Io sono rimasto meravigliato. E’ una situazione particolare: non l’ho trovata molto chiara, nè molto bella, per una società come l’Inter.

Perchè?

 

E’ stato uno scaricare troppo le colpe sui due allenatori precedenti. Quando invece era da rivedere la posizione di chi ha costruito questa squadra e non l’ha ringiovanita, sfoltita, eccetera. E ha tolto anche tanta responsabilità ai giocatori.

 

Frecciatona ai dirigenti?

Sono andati a prendere Gasperini, e poi si sono accorti che giocava a tre (in difesa, ndr): era una filosofia che il presidente e i giocatori non volevano sposare. Ma allora, parlando fuori dai denti, perchè andare a prenderlo?

 

E poi Ranieri?

E’ partito bene, sembrava lo seguissero tutti, ma alla fine…

 

Ma quanto pensa abbia influito la NextGen Series nell’esonero di Ranieri?

Tanto. Poi, chiamarlo Champions League dei giovani mi sembra un pò troppo. L’hanno caricata a puntino per preparare il terreno al salto in prima squadra di Stramaccioni.

 

In conferenza, Stramaccioni ha dichiarato di reputare la squadra all’altezza delle ambizioni: è d’accordo?

Se con ambizioni intendiamo raggiungere il terzo posto, penso sia l’obiettivo che possa salvare una stagione altrimenti fallimentare. Le squadre davanti sono un pò tante. Vedendo anche l’Inter giocare, le troppe amnesie difensive, la poca tranquillità sotto porta, la benzina che alcuni esauriscono dal 70′ minuto, direi che non hanno tantissime possibilità.

 

L’esperienza di Stramaccioni fa tornare alla mente quella, per certi versi simile, che lei ha vissuto nel 2004: che ricordo ha?

Ho un ricordo pessimo di quella mia breve parentesi. Poi però ho un bellissimo ricordo per quanto riguarda il mio trascorso insieme a Zaccheroni e Cuper, che mi hanno fatto crescere tanto.

 

Pessimo perchè?

La gestione di quella partita (Lokomotiv Mosca-Inter 3-0, Champions League 03/04, Girone B, ndr) è stata imbarazzante, mi creda. 

 

Ci spieghi bene: che cosa successe realmente nei due giorni prima?

Cuper era stato esonerato a mia insaputa il sabato sera a Brescia, nella notte. Noi il martedì dovevamo giocare con la Lokomotiv. La domenica mattina ho saputo per caso dell’esonero di Cuper e del mio insediamento in panchina per quella partita.

 

Ma come la decisione di metterla al posto di Cuper non le fu comunicata di persona?

No. Tanto che la domenica mattina, mentre mi recavo in macchina ad Appiano Gentile, ho sentito per radio dell’esonero di Cuper e solo successivamente mi ha chiamato Facchetti per avvisarmi che ero stato “promosso”.

 

Come reagì?

Mi son trovato ad Appiano Gentile senza aver fatto nemmeno un allenamento con la squadra. I dirigenti mi comunicarono che comunque avevano già preso Zaccheroni, ma che non poteva venire a Mosca per un problema di visto.

 

I calciatori invece come reagirono?

Trovai dei ragazzi frastornati. Ed io ero impotente.

 

In che senso?

Zaccheroni mi chiamò al telefono dicendomi che aveva già parlato coi giocatori e aveva detto loro cosa avrebbero dovuto fare in campo. Mi dica lei se questa gestione non è dilettantistica. L’esito della partita poi fu lo specchio fedele di tutto questa confusione.

 

In effetti fu una figuraccia…

Non poteva essere altrimenti. Lì l’ho pagata “come immagine” io, ma sinceramente ho messo solo il sedere in panchina perchè avevo il patentino.

 

Ce l’ha con gli attuali dirigenti?

Ormai sono fuori da quell’ambiente. Mi chiedo solo come mai nessuno dei responsabili ultimi della società abbia mai fatto un mea culpa pubblico in questi anni. Ci pensi bene: proprio nessuno.

 

Forse il presidente Moratti agisce un pò tropo d’impulso?

E’ innamorato della sua Inter, appassionato, fin troppo. Però forse avrebbe bisogno di un consigliere mite, saggio, alla Facchetti… Sarebbe importante ritrovare in società una figura del genere, perchè tante volte l’impulso fa prendere  decisioni affrettate.

 

In conclusione, che messaggio manderebbe al buon Stramaccioni?

Bah, che la vita è fatta anche di momenti, di treni: questo può essere un treno giusto per lui, perchè peggio di così non si può fare. Può essere che scoppi una scintilla. Chi lo può sapere, magari con un pò di fortuna…

 

(Carlo Necchi)