La rimonta di cuore agguantata contro il Catania non è bastata e non può bastare per cancellare il periodo no di quest’Inter. Il sipario che cala sull’ennesimo erroraccio sotto rete di Pazzini è l’emblema del periodo nero che la beneamata sta attraversando. Un vortice di delusioni che nemmeno il doppio colpo firmato da Forlan e Milito può cancellare. La necessità di una rifondazione è urgente, lampante, chiara. I fischi piovuti sul Cuchu Cambiasso sono l’immagine della fine di un ciclo vincente, ma ormai logoro. Servono forze fresche e nuove, possono forse esserlo i vari Alvarez, Coutinho, Poli, Ranocchia ed Obi, ma non sono sufficienti. Serve innanzitutto una guida forte, in seno alla dirigenza e sulla panchina. Si pensa al ritorno di Oriali come direttore tecnico, potrebbe essere lui l’uomo forte richiesto dalla Nord, l’uomo disposto a far chiarezza ed evitare i disastri del poco raccomandabile tridente composto da Paolillo, Ausilio e Branca. Poi servirà una nuova guida tecnica, un nuovo corso tattico perché “il normalizzatore” Claudio Ranieri ha normalizzato ben poco ed è andato incontro agli stessi problemi che hanno colpito i suoi predecessori. L’idea più suggestiva è quella di André Villas Boas, inseguito già nella scorsa sessione di calciomercato, ma sfuggito per una clausola rescissoria posta sul suo contratto con il Porto. Il tecnico lusitano ha miseramente fallito sulla panchina dei Blues, andando incontro all’ostruzionismo della vecchia guardia, ed è ora libero e sulla piazza; desideroso di riscattarsi. La scelta Villas Boas sarebbe la mossa della nostalgia, confidando sui fasti di un Triplete mai stato così lontano come oggi. L’allenatore lusitano nasce sotto l’ala di Mourinho e, oltre alla nazionalità, condivide con lo Special One l’eccentricità ed un certo protagonismo nell’affrontare il ruolo di allenatore. Un fascino al quale Moratti sembra essere molto sensibile. Nel flusso di corsi e ricorsi storici si può considerare anche un percorso professionale molto simile a quello del tecnico del Triplete. Partito dal Porto, dove ha praticamente vinto tutto, giunto poi al Chelsea e mandato via da Abramovich, ora ci sarebbe il passaggio all’Inter sperando riesca a ripetere almeno un terzo di quanto fatto dal suo illustre predecessore, di questi tempi sarebbe già un miracolo sportivo.
Difficile comunque credere nell’arrivo immediato dello “Special Two”, il discorso pare esser rimandato ovviamente alla prossima stagione, ora c’è da chiudere dignitosamente una delle annate più disastrose della storia interista, impresa difficile ed affidata (con ogni probabilità) a Claudio Ranieri.