Rocambolesco 5 a 4 per L’Inter contro il Genoa. Durante la partita succede di tutto e di più, e la noia che caratterizzava le partite targate Ranieri sembra lontana anni luce. In realtà è passata solo una settimana, una delle più intense e strane della storia nerazzurra, già di suo bizzarra. La scommessa Stramaccioni per ora paga, e le novità sono molte: non tanto l’infornata di giovani, che alla fine non c’è stata, quanto l’entusiasmo, la fluidità del gioco, la grinta, la cattiveria soprattutto sottoporta. Tutte cose che ovviamente non sono esclusivo merito dell’allenatore romano, ma che comunque sono il frutto del cambio d’allenatore. Succede di tutto perché ci sono 8 gol, 4 rigori, 2 espulsi, mille occasioni da rete e centomila emozioni. C’è la prima doppietta genoana di Gilardino, c’è il primo gol nerazzurro in serie A di Zarate (fantasmagorico, una pennellata decisa e bizzarra alla Picasso), c’è l’ottimo esordio di Guarin, c’è la splendida tripletta di Milito, c’è l’abbraccio grintoso tra Zanetti e Stramaccioni dopo un gol. In effetti, ho sbagliato: tutto è riduttivo. E il “giuoco del pallone” si materializza, una volta di più, tra i campi della serie A, scegliendo proprio quel terreno di gioco tanto bistrattato in settimana, ma che da anni fa da red carpet a sfilate d’alta moda, pallonara s’intende.
L’Inter parte forte, fortissimo, facendo girare velocemente la sfera e conquistando l’area avversaria con veloci incursione centrali e laterali, soprattutto da sinistra dove uno scatenato Forlan è libero di fare come meglio crede ciò che meglio gli riesce, cioè il fenomeno. E non a caso, al 13′ proprio da lì arriva il gol, con Milito che spinge di testa in rete una pennellata dell’angelico uruguaiano. L’entusiasmo, legittimamente, dilaga, e sulle ali della vittoria la squadra di Strama s’impone nettamente su un Genoa che riesce solo a guadagnare corner, senza sfruttarli mai. E al 27′ arriva il raddoppio, che era nell’aria: Stankovic spazza dalla propria area, la difesa genoana altissima viene sorpresa, e per Milito, lasciato solo contro Frey, è un gioco da ragazzi raddoppiare. Il grifone abbandona del tutto la speranza, e l’Inter, da grande squadra, la chiude. Il terzo gol è costruito sull’asse Lucio-Samuel, e verrebbe da strabuzzarsi gli occhi se non fosse che arriva in seguito a un corner, che il gigante brasiliano ribadisce in mezzo per il tap in del muro argentino. Sorprendentemente però questo gioco non ti lascia mai tranquillo, specie quando ritieni di avere tutte le ragione per poterlo essere: e così, al 47′, arriva il gol del Genoa, che riapre una partita ormai chiusa a tripla mandata: sull’ennesimo calcio d’angolo, Sculli incorna, Cambiasso salva sulla linea, ma la sua respinta viene ribadita in rete da una rovesciata dello stesso Sculli deviata da Moretti.
Il secondo tempo, se possibile, è ancora più emozionante del primo, visto che allo spettacolo decide di aggregarsi anche la squadra ospite, fin qui spettatrice non pagante, e d’ora in poi prim’attrice, visto che il secondo tempo lo vince 3 a 2. Anche se, come mai m’era successo di vedere, 4 di questi 5 gol arrivano su rigore. Ma andiamo con ordine. Fino al 73′, si vede il Genoa attaccare, senza essere minimamente pericoloso, a differenza dell’Inter, che risponde infuriata con contropiede veementi, non capitalizzando però ciò che costruiva: così Cambiasso, Zanetti, Samuel, Forlan e Milito avrebbero l’occasione di segnare, ma non ci riescono. Ci riesce invece, al 74′, l’uomo che meno di tutti vi sareste aspettati. Proprio lui, Mauro Zarate, infatti, realizza un eurogol, coronando un’ottima prestazione e consegnando a Stramaccioni i soldi che gli spettano per la scommessa vinta: il suo destro a giro dopo rientro e dribbling è da antologia, scuola calcio, videocassetta o ciò che desiderate. In sostanza, è meraviglioso. Non altrettanto i gol che arrivano dopo, altrettanto invece le emozioni che questi gol, tutti su rigore, generano. Perché sembra di essere al gioco del gatto col topo: lo scatto nerazzurro viene ripreso dal grifone, rilasciato indietro ma che poi ritorna sotto, finchè arriva il fischio finale. All’80’ infatti Gilardino segna il 4-3, dopo che Palacio s’era conquistato il rigore e l’espulsione di Julio Cesar; all’85’ Milito ricaccia indietro il Genoa spiazzando Frey, realizzando il rigore che un ottimo Guarin s’era procurato, con tanto di espulsione di Belluschi; e infine ancora Gilardino all’89’ realizza il rigore procurato da un anticipo di Sculli su Lucio, realizzando la sua prima doppietta nel Genoa. Finisce qui, e per fortuna. Perché se no si rischiava l’infarto. E meno male che Moratti aveva dichiarato di essere alla ricerca di un allenatore pazzo. Magari Strama non lo sarà, ma la sua Inter si, eccome.
IL TABELLINO
INTER-GENOA 5-4
(PRIMO TEMPO 3-1)
MARCATORI: Milito al 13’ e al 27’, Samuel al 38’, Moretti (G) al 47’ p.t.; Palacio (G) su rig. al 14’, Zarate al 29’, Gilardino (G) su rig. al 35’ e su rig al 45’, Milito al 40’ s.t.
INTER (4-3-3): Julio Cesar; Zanetti, Lucio, Samuel, Chivu; Poli, Stankovic (dal 15’ s.t. Guarin), Cambiasso; Zarate (dal 35’ s.t. Castellazzi), Milito, Forlan (dal 30’ s.t. Obi). (Ranocchia, Nagatomo, Pazzini, Livaja). All. Stramaccioni.
GENOA (4-3-3): Frey; Mesto, Carvalho, Kaladze, Moretti; Biondini (dal 37’ s.t. Jorquera), Veloso (dal 1’ s.t. Jankovic), Belluschi; Sculli, Gilardino, Palacio. (Lupatelli, Bovo, Birsa, Alhassan, Zé Eduardo). All. Marino
ARBITRO: Valeri di Roma.
NOTE: Espulsi Julio Cesar e Belluschi per fallo su chiara occasione da gol. Ammoniti: Moretti per proteste, Jankovic e Poli per c.n.r., Palacio e Lucio per gioco scorretto. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 3’.
LE PAGELLE
Inter
Julio Cesar, 6: su 4 gol che subisce, 3 sono rigori…
Zanetti, 7: quando parte palla al piede e se ne beve 4, è da lacrime
Lucio, 6.5: tempestivo e grintoso come una volta, non più il recente sbadato Lucio
Samuel, 7: gol e prestazione da leader indiscusso della difesa
Chivu, 6: fa il compitino difensivo, se avesse spinto di più con Forlan avrebbe creato sfracelli
Poli, 6.5: sta acquisendo sempre più confidenza con l’ambiente, e si vede
Stankovic, 6.5: regia perfetta nel primo tempo, pile scariche nel secondo
Dal 15′ s.t. Guarin, 6.5: esordio di grande personalità, si procura anche un rigore
Cambiasso, 6.5: recupera una marea di palloni, e ne gestisce ancora di più
Zarate, 7: voto all’impegno profuso. Coglie la sua forse ultima occasione e realizza un gran gol
Dal 35′ s.t. Castellazzi, s.v.
Milito, 8: tripletta del protagonista del match. Fondamentale anche per il lavoro di appoggio che consente alla squadra di salire ordinatamente
Forlan, 7: gran primo tempo, sfonda ovunque quando vuole, nel secondo invece si eclissa un pochino
Dal 30′ s.t. Obi, s.v.
All.: Stramaccioni, 7: la sua Inter è vivace, dinamica, divertente e pazza, come piace ai tifosi e al presidente. Avanti così
Genoa
Frey, 6.5: grandi parate di un portiere che dalla carriera ha avuto meno di quanto meritasse
Mesto, 5.5: si vede qualche volta nel secondo tempo
Carvalho, 4.5: protagonista in una difesa da brividi
Kaladze, 4: purtroppo per lui, di quella difesa è il leader. Pessimo
Moretti, 5.5: il migliore della retroguardia…sai che consolazione! Gol fortuito, non merito suo
Biondini, 6.5: la squadra si appoggia a lui, e lui per quanto può la sostiene, soprattutto nel primo tempo
Dal 37′ s.t. Jorquera, s.v.
Veloso, 5: bocciato anche dal suo allenatore, gioca un tempo lanciando a caso ogni volta che ha il pallone
Dal 1′ s.t. Jankovic, 5.5: parte col botto, poi si affloscia
Belluschi, 6: esce soprattutto nel finale, con un assist spettacolare e un’espulsione evitabile
Sculli, 7: anima e core di questa squadra, in barba a Palacio e Gila
Gilardino, 5.5: doppietta sì, ma su rigore. Pochissimo altro
Palacio, 5.5: qualità a sprazzi, nel modo in cui non serve
All.: Marino, 5.5: il suo Genoa nel primo tempo è molle e remissivo, ed è lì che perde la partita
(Giovanni Gazzoli – Twitter @giogazzoli)