Serata di gala allo stadio Friuli: di fronte Udinese ed Inter, per uno dei tanti scontri diretti che da qui alla fine del torneo animeranno la volata per il terzo posto. Una volata in cui non esistono favoriti: non si corre, al massimo si corricchia. Per il momento, la Lazio è davanti a tutte in questo mini-torneo, dall’esito tanto incerto quanto appassionante. Per analizzare la corsa verso l’Europa più bella, con un occhio di riguardo al match del Friuli, è intervenuto, ai microfoni de IlSussidiario.net, lo storico commentatore delle partite della Nazionale Bruno Pizzul, un personaggio che non ha bisogno di troppe presentazioni.
NDR: La partita è stata rinviata su decisione della FIGC a seguito della morte di Piermario Morosini.
Pizzul, che partita sarà tra Udinese ed Inter, dal punto di vista tattico?
Non è una partita facile da decifrare. Dipenderà anche dallo stato di forma dei ‘superstiti’, visti i tanti infortunati, da una parte e dall’altra. Sulla carta, l’Udinese dovrebbe contare sulla superiorità numerica a centrocampo. Credo che Stramaccioni, per controbattere al meglio, debba chiedere ad almeno due giocatori del teorico tridente di dare una mano in copertura.
A proposito di Stramaccioni: secondo lei è riuscito a portare una ventata di novità in quest’Inter?
Di nuovo ho visto molto poco. Ci sono i risultati, quello sì, e non è poco visti i precedenti. Diciamo che si nota un atteggiamento tattico votato ad una maggiore proiezione offensiva, poi gli attori sono rimasti praticamente gli stessi.
Quante chances ci sono di rivedere il giovane tecnico romano ancora sulla panchina nerazzurra?
Come sempre, dipenderà tutto dai risultati. Dovesse riuscire a centrare il terzo posto – ipotesi che, peraltro, mi pare remota, al momento – sarebbe difficile mandarlo via. Al di là delle smentite ufficiali, è scontato che l’Inter si stia guardando intorno alla ricerca di un tecnico più esperto e di nome. Moratti stima Stramaccioni e non lo considera un semplice traghettatore, anche se, nei fatti, mi pare che le cose stiano proprio così.
Forse sarebbe più adatto uno come Marcelo Bielsa?
Come tipologia umana, oltre che come allenatore, mi pare proprio di sì. Per certi versi, come atteggiamento, è anche abbastanza simile a Mourinho. Poi Bielsa viene chiamato il ‘Loco’: uno come lui, sulla panchina della ‘Pazza Inter’ – come viene chiamata di solito – mi pare ci stia bene, è un accostamento che suona quasi naturale.
Nella corsa verso il terzo posto, c’è una squadra che ha più possibilità delle altre, secondo lei?
Sono tutte affaticate e poco brillanti. Il Napoli ha mollato, Udinese e Lazio sono quasi al lumicino, almeno a livello di organico. Forse la Roma, che ha appena battuto i friulani interpretando molto bene la gara, mi sembra una candidata abbastanza autorevole al traguardo, purchè riesca ad avere una maggiore continuità.
Come giudica fin qui l’annata dell’Udinese? Una squadra di cui i media parlano sempre troppo poco, a mio avviso.
Dovrebbe essere un modello di riferimento per tutte le società. Anno dopo anno, riesce sempre a costruire una squadra competitiva, senza avere debiti o situazioni particolari. Diciamo che i tifosi dell’Udinese, ogni tanto, mugugnano un po’. Mi pare che dicano ‘bè, almeno un anno teniamoli tutti’, visto che puntualmente ogni estate la società vende i pezzi migliori. E’ una politica che ha dato ottimi frutti e che, tutto sommato, si può portare avanti in una realtà come Udine, in cui si riesce a lavorare con tranquillità.
I prossimi gioielli in rampa di lancio si chiamano Muriel e Cuadrado: resteranno a Udine oppure prenderanno subito la strada di un grande club?
Io credo che resteranno almeno una o due stagioni all’Udinese, a meno che – soprattutto per Muriel – non arrivi un’offerta stratosferica. E si è visto che Pozzo, alle offerte stratosferiche, non riesce proprio a resistere…
(Alessandro Basile)