Sarà un’estate calda per quanto riguarda il valzer delle panchine, ma c’è qualcuno che si sistema con un po’ di anticipo: Sinisa Mihajlovic, accostato anche all’Inter in quanto ex giocatore e quindi buona suggestione, a ore – come riportato da Sky Sport e dal sito ufficiale dell’Inter – firmerà il contratto che lo farà diventare il nuovo Commissario Tecnico della Serbia. L’ex difensore quindi si siederà sulla panchina del suo Paese, lasciando l’Italia dopo le esperienze con Bologna, Catania e Fiorentina. Nei tre anni passati in serie A Mihajlovic ha dimostrato buone doti di leader, quelle che comunque erano già note quando comandava i reparti arretrati delle formazioni in cui giocava. La stagione migliore l’ha sicuramente vissuta a Catania, classificandosi 13esimo con il record di punti in campionato (45, poi battuto la stagione successiva da Simeone). Meno bene a Bologna e Firenze, dove ha subito due esoneri anche se per motivi diversi (a Firenze la piazza non l’ha mai digerito, fin da subito). Adesso ha un compito difficile e stimolante: allenare la propria nazionale porta sempre un carico di tensione emotiva in più, e poi ci sono i risultati della squadra, che ha mancato la qualificazione agli Europei in Polonia e Ucraina. Inserita nel nostro girone, la Serbia è riuscita nella non semplicissima impresa di arrivare terza, dietro anche all’Estonia, perdendo così la possibilità di passare dagli spareggi. Resta un mistero questa nazionale, che certo ha risentito dell’ormai ventennale smembramento dell’ex Jugoslavia (pensate a una squadra che può schierare un attacco comprendente Vucinic, Jovetic, Dzeko, Olic, Jelavic e Matavz e vi sarete fatti un’idea), ma che comunque avrebbe il talento necessario per puntare a traguardi più ambiti che non siano una doppia eliminazione al primo turno dalle ultime edizioni del Mondiali, peraltro subendo pesanti umiliazioni (lo 0-6 preso dall’Argentina o la sconfitta patita dall’Australia). Il materiale a disposizione c’è: scorrendo i nomi, troviamo Brkic, portiere del Siena, tra i pali, poi Vidic, Tomovic, Subotic, Kolarov, Bisevac in difesa, poi a centrocampo Stankovic (che però dovrebbe aver chiuso con la Nazionale), Krasic, Ljajic, Tomic, Tosic, Petrovic, per chiudere con l’attacco che forse risente della mancanza di un vero bomber e soprattutto di giocatori giovani (anche se comunque i nomi ci sono, da Pantelic a Zigic passando per Jankovic). 



Ecco, una squadra simile, certo non tra le più forti in Europa ma comunque competitiva, non sarà presente a Euro 2012, ed è un peccato, perchè si tratta comunque di un gruppo di talento. Spetta allora a Mihajlovic raccogliere l’eredità di Radovan Curcic e risollevare le sorti della Serbia. Obiettivo numero uno, centrare la qualificazione ai Mondiali del 2014, e poi rimpiazzare qualche elemento con nuove leve, per formare un gruppo che tenga negli anni. Non sarà facile, ma Sinisa, in campo e fuori, non si è mai tirato indietro.

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