Il derby che decide, o può decidere, lo scudetto: Inter e Milan si giocano la stracittadina sapendo che da questi novanta minuti possono passare i destini della Juventus, impegnata a Trieste contro il Cagliari. Ma restiamo qui: a Milano, i rossoneri inseguono il primo posto in campionato e vogliono vendicare la sconfitta dell’andata, mentre l’Inter si gioca le ultime possibilità (comunque flebili) di agganciare il terzo posto, salvando così una stagione difficile. In più, vincere entrambi i derby stagionali (escludendo la Supercoppa Italiana) sarebbe una grossa soddisfazione. Non sembrano pensarla così i tifosi (almeno alcuni), che preferirebbero perdere piuttosto che vedere la Juventus con lo scudetto sul petto. Siamo al paradosso, eppure è così: negli ultimi anni, i bianconeri sono diventati il “nemico” numero uno. Poi, la contemporaneità: concessa per la lotta al vertice, non per la salvezza. Giusto, o le solite lamentele preventive? Abbiamo discusso di tutto questo con Maurizio Pistocchi, opinionista di Mediaset Premium. Ecco le sue parole, raccolte in esclusiva da Ilsussidiario.net: 



Inter-Milan, derby alla penultima giornata: che partita si aspetta?

Entrambe le squadre hanno bisogno di fare risultato: il Milan deve vincere perchè si gioca lo scudetto, l’Inter ha ancora qualche possibilità di raggiungere il terzo posto. Il risultato interessa a entrambe e le motivazioni ci sono per entrambe: ricordiamoci che è un derby, dove le motivazioni non mancano mai. 



La partita la farà il Milan?

Il Milan deve vincere, quindi sì, mi aspetto che faccia la partita; l’Inter può anche permettersi di non perdere, perciò credo farà una partita come quella dell’andata: una gara di contenimento, senza affondare troppo, cercando poi di colpire in contropiede.

A questo punto della stagione, quanto contano le tattiche? Non sono le motivazioni a pesare di più?

Sai, è chiaro che le motivazioni nel calcio fanno la differenza: se non le hai, se sei svuotato psicologicamente, non entri nemmeno in campo. Ma io penso che la tattica sia importante, abbia il suo peso: pensiamo all’Inter, quella che abbiamo visto a Parma è quella sempre vista quest’anno. Corre poco, concede sempre molte occasioni da gol, ha preso 50 gol; non dipende solo dai limiti della fase difensiva, che comincia sempre dagli attaccanti, e guarda caso quando è rientrato Sneijder l’Inter ha avuto sempre più problemi. Il Milan contro l’Atalanta ha giocato più in contropiede dell’avversario: si pensava che l’Atalanta a San Siro fosse chiusa e giocasse in contropiede, invece era il Milan che giocava di rimessa. 



Quindi, che conclusioni trarre?

Che sono due squadre che hanno avuto molte problemi durante la stagione. Il Milan le ha quasi sempre risolte più attraverso le individualità che attraverso il gioco, l’Inter ha attraversato dei buoni periodi sia con Ranieri che con Stramaccioni. L’arrivo del nuovo tecnico, però, non ha risolto i problemi: anzi, Stramaccioni ha fatto meno punti in queste 7 partite (14) di quanti ne avesse fatti Ranieri nelle sue prime sette gare (18). 

Stramaccioni secondo lei si gioca il futuro in questo derby, o Moratti ha già deciso?

Io penso che Moratti abbia già deciso, e che Stramaccioni non verrà confermato. Certo, posso sempre sbagliarmi.

E Allegri, invece? Dobbiamo credere alle rassicurazioni di Berlusconi?

Guarda: fino ad un mese fa, ero convinto che al 99% il Milan avrebbe cambiato allenatore. Da allora, però, sono cambiate alcune cose: innanzitutto, e la più importante, è la decisione di Guardiola di lasciare il Barcellona, e mi dicono che starà fermo un anno. Siccome Allegri ha un contratto per un altro anno, credo che in caso di vittoria in campionato sarà confermato; in caso di sconfitta, considerato che la stagione si chiuderebbe con tutti gli obiettivi falliti – la Supercoppa Italiana è da ascriversi alla scorsa stagione – credo che al Milan terrebbero in considerazione l’idea di cambiare, anche se non mi sembra che ci siano grandi idee in alternativa a Guardiola. 

Problema economico?

Sì, mi sembra che le problematiche economiche e finanziarie che in questo momento stanno affliggendo l’Italia abbiano una ripercussione anche sul mondo del calcio.

Parliamo della contemporaneità delle gare: lei come la vede? E’ il solito problema di lamentela preventiva? All’estero non succede, e poi perchè non spostare anche Lecce-Fiorentina?

Io credo che in un Paese in cui ci sono molti sospetti su qualunque cosa, e in cui il malcostume è molto diffuso nel mondo del calcio – sia sotto gli aspetti legati alla gestione delle squadre, sia per quanto riguarda il comportamento degli addetti ai lavori stessi – sarebbe opportuno che chi prende le decisioni fosse equanime, super partes e svincolato dai centri di potere. Questo di fatto non succede, e la decisione di cambiare il calendario secondo me non è corretta: non parlo dell’interesse televisivo, perchè è logico che le società che pagano per i diritti TV hanno un danno che deriva dalla contemporaneità, che però è relativo.

Quindi il problema qual è?

Il problema è che se si fanno delle regole all’inizio dell’anno, poi queste regole dovrebbero essere rispettate.

Ultima domanda: lo “scansamose” che alcuni tifosi dell’Inter invocano, in modo che il Milan vinca il derby e possa puntare lo scudetto, non le sembra stucchevole? Soprattutto di questi tempi…

Guarda, io ho sentito un po’ di tempo fa Moratti dire che la vera rivalità dell’Inter è con la Juventus. A questo proposito, credo che sarebbe difficile spiegare che si perde apposta un derby per fare un danno alla Juventus – posto che poi all’ultima giornata potrebbe ancora succedere di tutto. Detto questo, io mi auguro che non ci sia questo tipo di atteggiamento, e che le squadre in campo prendano esempio da quello che succede nel campionato inglese, dove si gioca sempre fino all’ultimo minuto. Tuttavia…

Tuttavia?

Mi rendo anche conto del fatto che in clima così poco corretto e sportivo come quello del campionato italiano – e basta navigare sul web per vedere che tipo di violenza anche verbale ci sia da parte di larghe frange della tifoserie – sia molto difficile vivere l’evento con quella sportività che richiederebbe, visto che si tratta di una partita bellissima e decisiva per il campionato.

 

(Claudio Franceschini)