L’Inter si salva per il rotto della cuffia e pareggia per 2-2 in casa contro il Rubin Kazan, nella prima giornata del gruppo H di Europa League. Gol di Ryazantsev e Livaja nel primo tempo, Rondon e Nagatomo nel secondo. La classifica del girone rimane invariata: le quattro squadre mettono un granello ciascuna (Partizan-Neftci finisce 0-0), per l’Inter il prossimo appuntamento è fra due settimane nella tana del Baku, in Azerbaigian.
Gara godibile soprattutto dopo la prima fase di studio. Le incertezze dell’Inter hanno permesso al Rubin Kazan di scoprirsi e mostrarsi per quello che è: una squadra organizzata con buone individualità, come se ne vedranno molte in questo torneo. Il secondo tempo ha regalato emozioni in coda, con due gol negli ultimi sette minuti.
Il pareggio colto in extremis non può redimere una prova insufficiente sul piano del gioco, specie nel primo tempo in cui è mancato un orologiaio che coordinasse le varie lancette. A ben vedere non può esserlo nemmeno Guarin che però ha immesso tutta la sua sostanza, utile per rinforzare una manovra povera di spunti. In questo senso il posticipato rientro di Stankovic non lascerà tranquillo Stramaccioni, che deve lavorare per trovare un centrocampo più propositivo.
Squadra tosta, come da copione. I russi hanno impiegato poco tempo a sgamare i limiti dell’Inter, e sono stati bravi a smascherarli con baricentro alto e possesso intelligente prima ancora che superiore (56% contro il 45% dell’Inter) del pallone. Con l’acquisto di Rondon hanno trovato anche un mini top player d’attacco, in grado di fare reparto da solo e generare spazi ghiotti per gli incursori centrali.
Rigore ineccepibile, come anche i cartellini. Alle volte un pò fiscale ma globalmente gestisce bene la gara.
Si conferma pararigori, becca due gol imparabili.
Continua ad apparire inadeguato: il raptus che causa il rigore è difficile da leggere. Ha un’occasione per redimersi in attacco, ma tarda troppo dal 1’st GUARIN 6,5 Rossetto per il centrocampo, che con lui acquista spessore e tono. Fa e disfa, anche perchè non è un regista.
Si ricorda un solo buco, ma importante: si fa scappare Rondon che va a scippare il 2-1. Peccato perchè prima era stato quasi perfetto.
Ancora in ritardo di condizione: spesso fuori posizione sbaglia anche in qualche appoggio.
Il suo pregio maggiore è che si piega ma non si abbatte mai: spinge, lascia qualche buco dietro ma redime tutto avviando e concludendo da attaccante l’azione del 2-2.
Lievita nella ripresa: si propone più spesso a destra e lascia giù un paio di tractorate.
Non perde mai la lucidità e nel primo tempo ritrova antichi inserimenti offensivi, uno dei quali culmina nell’assist per Livaja. Quello che cala è il fiato, ma si può capire.
Zanetti contiene, Cambiasso avanza e a lui toccherebbe il palleggio, non la sua tazza di thè. Errori in costruzione compensati solo parzialmente dal solito impegno.
Elastico tattico di Strama, oscilla tra la fascia e l’amata trequarti (meglio) proponendo buoni movimenti ma qualche errore di troppo negli ultimi metri. Meno appariscente nella ripresa.
Sichè regge comanda: tutti i pericoli scritti dall’Inter portano la sua firma, in calce o tra le righe dal 22’st A.PEREIRA 5,5 Entra con molta foga che non sempre riesce a tradurre in giocate utili.
Classe 1993 al debutto europeo: tre occasioni, due di testa, un gol, zero paura. Peccato per il destro a giro sprecato su assist di Cassano 16’st MILITO 6,5 Innesto necessario per ridare fiducia al gruppo e mettere paura. Mal servito non riesce a tirare ma recupera uno sforzo per allargarsi e crossare per Naga-gol.
All.STRAMACCIONI 5,5 Esclude Sneijder per averlo fresco in campionato: ne risente il centrocampo che non ha riferimenti avanzati, non a caso deve sdoppiarsi Cambiasso. Bene l’esprimento Livaja ma il gioco latita.
Incolpevole sui gol, se la cava sul resto.
Soffre i ronzii di Coutinho e si offre raramente in attacco.
Quando pensa di aver domato Livaja il ragazzino lo beffa: qualche (piccola) distrazione di troppo.
Di riffa e di raffa, come si suol dire, ma ci arriva sempre specie di testa: bel baluardo.
Bel primo tempo, di spinta e appoggi lucidi. Più schiscio nella ripresa quando dalle sue parti gravitano Guarin e Zanetti.
Calcia male il rigore ma gli va bene, poi sembra faticare a ripigliarsi dall’errore e rientra in partita un pò troppo dopo.
Nel ruolo di playmaker non sfigura: fa più il vigile che l’architetto ma distende diversi fraseggi in mezzo al campo 36’st KALESHIN s.v.
Furbo ed impunito in occasione del gol (parte prima di tutti sul calcio di rigore), si conferma pericoloso inserendosi spesso e volentieri e cogliendo il palo a fine primo tempo 24’st ORBAIZ 5,5 Meno propositivo del predecessore, subisce Guarin.
Questo l’ha scovato l’Udinese, e si capisce perchè: corsa, visione di gioco e inserimenti ficcanti. Innesca la volata di Rondon con un tocco volante seta ultra.
Con l’argento vivo addosso, guadagna quasi suo malgrado il rigore e resta vivace sulla sinistra dal 40’st KASAEV s.v.
Se i centrocampisti hanno spazi in cui sguazzare è spesso merito suo. Alla fine salta finalmente Ranocchia e si regala un gol da ricordare.
All.BERDIYEV 6,5 Sorprende con Bocchetti in cabina di regia e un’assetto mai rinuciatario.
(Carlo Necchi)