La Milano da bere oggi versa fiumi di lacrime. Alla situazione a rischio scoppio di casa Milan si è aggiunto il difficile momento dell’Inter, acuito dall’ultima sconfitta casalinga contro il Siena (0-2, clicca qui per il video). Nonostante un calciomercato considerato positivo, l’Inter di Andrea Stramaccioni fatica a trovare un’identità di gioco e non riesce più a vincere in casa, dove l’attesa dei tifosi è diventata una cappa di pressione che sembra attanagliare mente e gambe dei giocatori. Sembra ancora presto per mozzare le ambizioni d’inizio stagione ma quanto visto in campo non può non destare le prime preoccupazioni serie. Nel dopopartita di Inter-Siena Stramaccioni ha fatto riferimento alle lacune persistenti in organico: un esterno e un’altra punta di ruolo, il famoso vice-Milito inseguito negli ultimi giorni del calciomercato. Chissà che l’appello non muova la società in tempi brevi per assicurarsi rinforzi a gennaio. Per analizzare più da vicino il momento no dell’Inter ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Gianluca Rossi, giornalista di TeleLombardia storicamente vicino alle vicende nerazzurre. Ecco le sue impressioni:



Stramaccioni ha accennato ai pezzi mancanti della rosa: a gennaio saranno colmati? Non credo, il riferimento di Stramaccioni era incidentale nel discorso, ad agosto ci si è mossi già tanto. Abbattere il passivo e mantenere la squadra ai massimi livelli è impossibile per tutti. Il mercato è già stato fatto: poi anche in base a come va la stagione si potrà richiamare Longo o esercitare l’opzione su Paulinho. Ma sono affari indipendenti dai risultati: non ho captato l’idea di tornare sul mercato.



E’ preoccupato per le lacune di gioco espresse dalla squadra? No, però diciamo che oggi l’Inter è in tutti i sensi più vicina al Milan che alla Juventus, e questo non me l’aspettavo. Non pensavo di essere al livello della Juve, ma di essere più vicino sì. A vedere ieri siamo più vicini al Milan e questo non va bene, però bisogna capire una cosa.

Quale? Se è un discorso di giocatori, se i vari Guarin, Pereira o Gargano sono elementi che possono davvero migliorare l’Inter.

Che idea si è fatto in queste prime partite? Secondo me questi acquisti migliorano l’Inter dell’anno scorso. La cosa che si è capita definitivamente ieri è che al momento l’Inter non può giocare con tre punte. Lo si vede perchè ogni volta che l’avversario riparte la squadra rischia di prendere gol: è evidente che bisogna curare di più la fase difensiva.



Uno schieramento come quello di Torino potrebbe essere stabilizzato? Diciamo che un giocatore in meno là davanti e in più in mezzo al campo potrebbe essere opportuno. Sneijder e Cassano insieme a Milito non si può fare, soprattutto con terzini votati alla spinta come Nagatomo e Pereira, e centrocampisti che per natura si spingono all’attacco, come Guarin e Cambiasso. Non si può giocare con sette-otto giocatori oltre la linea della palla: più che tecnico quello dell’Inter è un problema tattico.

In questo problema rischia di vacillare la posizione di Sneijder? Sappiamo quanto non sopporti di star fuori… Non credo. E’ un discorso che vale anche per Cassano, o Milito. Stramaccioni non si fa problemi a lasciar fuori i giocatori, ieri l’ha fatto addirittura con Zanetti, anche se non mi è parsa un’idea brillante. Però se gli equilibri della squadra sono questi un’esclusione eccellente, anche a rotazione, sarà necessaria. Sneijder e Cassano possono anche fare un tempo a testa.

Secondo lei Stramaccioni è troppo inesperto per uscire da una situazione del genere?

 E’ chiaro che uno di trentasei anni rischia di prendere lezioni di calcio, come è successo con Zeman. Capisco l’allarmismo del momento, ma me l’aspettavo che potessero capitare momenti del genere. Però oggi, anche per ragioni economiche, Moratti non può più cambiare allenatore ogni tre mesi. Si continuerà con Stramaccioni: speriamo faccia esperienza in fretta, ma è normale che con dodici panchine alle spalle ogni tanto sbagli. E’ bello che insista col tridente, non c’è squadra in Italia che abbia quel potenziale, però non abbiamo più la squadra per permettercelo.

Se Guardiola dovesse mandare dei segnali Moratti cadrebbe in tentazione? Non credo. Il corteggiamento c’era già stato, ma Guardiola costa troppo. A meno che non accetti una riduzione di stipendio e un mercato ridotto come è stato quello di quest’anno, ma mi sembra molto difficile visto come è abituato.

Non che l’Inter abbia investito poco quest’estate… Sì ma è stato un mercato quasi provvisorio. Gargano è costato un milione più l’eventuale riscatto, Silvestre due più riscatto: i prestiti onerosi l’hanno fatta da padrone. Anche la panzana che Pereira sia costato tredici milioni: si arriverà a quella cifra solo con gli eventuali bonus legati alle vittorie. Penso anche all’Alvarez dell’anno scorso.

Cioè? Dicono tutti che è costato undici milioni, ma alla fine l’Inter ne ha versati al Velez cinque emmezzo, stando al numero di presenze e ai traguardi raggiunti dalla squadra.

 

(Carlo Necchi)