Cristian Vieri ha deciso di portare il suo caso davanti alla giustizia sportiva. Dopo la sentenza di primo grado emersa dal processo civile, che ha condannato l’Internazionale F.C. e la Telecom al risarcimento di un milione di Euro (da sborsare in parti uguali) nei confronti dell’ex attaccante nerazzurro per attività di dossieraggio, il bomber non si ferma e, tramite il suo avvocato Danilo Buongiorno, ha deciso di procedere anche presso il tribunale di giustizia sportiva. Dunque, la sentenza emessa dal giudice Damiano Spera verrà trasmessa alla Procura Federale – nella persona quindi di Stefano Palazzi. Vieri non ha voluto commentare: “Io parlerò dopo, la questione non è finita e ci sono ancora tante cose da dire”. Difficile capire cosa succederà a questo punto: la FIGC aveva già aperto e poi archiviato un procedimento a carico dell’Inter, e ora il caso è caduto in prescrizione. Abbiamo quindi chiesto all’avvocato sportivo Matteo Pozzi il perchè di questa decisione da parte dell’attaccante – all’Inter tra il 1999 e il 2005, lo spionaggio si riferisce a un periodo compreso tra il 2000 e il 2004 – e quali potrebbero essere le conseguenze. “Innanzitutto, il legale di Vieri ha detto che trasmetterà la sentenza a Palazzi”, dice Pozzi, in esclusiva a Ilsussidiario.net. “Lì, bisognerà vedere se Palazzi farà qualcosa. Certo, c’è da considerare che l’illecito sarebbe prescritto, da un punto di vista dell’ordinamento sportivo”. Il Procuratore Federale ha comunque diverse opzioni: “Può rendere un parere, come aveva fatto nel caso di Calciopoli, facendo notare che i presupposti ci sarebbero ma ci si scontrerebbe con la prescrizione; oppure, potrebbe anche non fare niente, nel senso che può non ritenere opportuno aprire un fascicolo. In ogni caso, è la Procura Federale che ricevute notizie, istanze e domande da parte di terzi, decide se attivarsi o meno. In quel caso, apre un fascicolo, ritiene fondata la notizia di reato e deferisce alla Commissione Disciplinare. Questo è quello che vuole Vieri”. Quello che però rimane ancora poco chiaro è il perchè di un simile iter, considerata appunto la prescrizione e non solo: “Può essere che vogliano fare appello per farsi riconoscere anche le altre domande; per ora, la sentenza riconosce a Vieri solo una tutela in quanto violazione della privacy, non tutta un’altra serie di danni morali che lui aveva lamentato; da un punto di vista civilistico è sacrosanto”. E da un punto di vista sportivo? “Sinceramente fatico a comprendere il motivo. Se si vuole dimostrare che l’Inter non è così cristallina come si diceva, ormai è tutto prescritto; se invece si vuole montare il processo mediatico bene, allora però non parliamo di giustizia. In più, nel procedimento civili non c’è l’obbligo di trasmettere gli atti, perciò Vieri trasmette la sentenza perchè Palazzi non potrebbe acquisire gli atti dei procedimenti civili”. Pozzi poi si pone un’altra domanda:
“Non capisco che interesse avrebbe Vieri nell’eventuale revoca di uno scudetto”. In conclusione, dice l’avvocato, “mi sembra una forzatura e il tentativo di sollevare un ennesimo polverone mediatico. Anche perchè, la sentenza non è trasmessa da un esposto o una denuncia; se non c’è un’istanza, di fronte alla trasmissione di una mera sentenza civile peraltro di primo grado, Palazzi può anche decidere di non fare nulla”.
(Claudio Franceschini)