L’Inter riprende la stagione dopo le feste natalizie, e si trova subito ad affrontare una partita doppia partita, peraltro complicata. La prima è quella del marcato di gennaio, la seconda domenica, giorno in cui i nerazzurri sono attesi dalla trasferta di Udine, un impegno che dovrà dire a Stramaccioni se la squadra può realmente ambire alla lotta per lo scudetto (la Juventus dista già nove punti) o se l’obiettivo definitivo sarà semplicemente il secondo o terzo posto, che comunque vorrebbe dire tornare in Champions League dopo un anno di assenza. Il 2012 si è chiuso male: il pareggio interno contro il Genoa ha lasciato tanto amaro in bocca perchè è un’occasione sprecata per tenere il passo dei campioni d’Italia e ha soprattutto confermato le difficoltà incontrate dall’Inter dal 3 novembre in poi, quando i nerazzurri hanno espugnato lo Juventus Stadium portandosi a un solo punto dai bianconeri. Da allora c’è stato qualche problema soprattutto a livello mentale, così il divario si è ingigantito e sono venuti fuori alcuni limiti strutturali della rosa. Limiti che la dirigenza sta provando a colmare: serviva un vice Milito ed è arrivato Tommaso Rocchi. L’uomo giusto? Andrà valutato sul campo, ma intanto è un elemento in più che potrà fare comodo. Resta invece da sistemare il centrocampo: d’accordo il tridente che deve essere supportato da una mediana muscolare e grintosa, ma l’Inter ha evidenziato carenze nella costruzione del gioco e non può più permettersi di regalare intere frazioni di gioco agli avversari (come accaduto nel primo tempo dell’Olimpico contro la Lazio). Carlo Nesti, intervistato in esclusiva da Ilsussidiario.net, ha analizzato la situazione della linea mediana nerazzurra. Ecco quello che ci ha detto.



Partiamo dalla questione Sneijder: può essere davvero lui il regista davanti alla difesa? Mi sembra una soluzione “avventurosa”, nel senso che era stata già presa in considerazione da Gasperini: quando era arrivato, il tecnico durante il raduno estivo aveva provato ad adattare Sneijder in quella posizione, e le cose non erano andate bene. 
Esperimento quindi da non ripetere? Penso due cose: che lui abbia tutte le caratteristiche per trasformarsi in quel tipo di giocatore, ma anche che non abbia ancora la voglia di fare una ventina di passi indietro perchè si sente ancora trequartista. Credo quindi che preferisca andare a giocare in una squadra dove possa continuare a fare il trequartista. 
Dunque serve un playmaker: chi prendere? Ci sono quattro candidature: Fernando, Lampard, Lodi e Meireles. Se l’Inter potesse scegliere indipendentemente dalla richiesta di denaro penso che si orienterebbe su Fernando e Lodi, anche se mi sembra molto strano che Lodi parta da Catania; pur se dipende sempre da quanti soldi ti danno. 
E’ però il giocatore che servirebbe? E’ esattamente quel tipo di giocatore che manca all’Inter. Io credevo che lo potesse diventare Cambiasso, ma vedo che Stramaccioni nelle ultime due giornate ha fatto giocare Zanetti prima e Chivu poi; avrà i suoi motivi, ma la cosa mi lascia comunque perplesso.
Come mai? Sono un grande estimatore di Cambiasso, e ho sempre pensato che il finale della sua carriera sarebbe stato correre di meno e mettersi davanti alla difesa. L’avevo visto una delle prime volte che l’Inter provava la difesa a tre, e lui aveva giocato al centro della retroguardia. Stramaccioni non è certo uno stupido, segue i giocatori tutti i giorni e avrà le sue ragioni. Aggiungo una cosa in più.
Prego. Se sapessi che ci sono state frizioni tra giocatore e allenatore, come nel caso di De Rossi e Zeman a Roma, potrei pensare che dipenda da qualche retroscena; mi risulta però che i due vadano assolutamente d’accordo, per cui evidentemente Cambiasso viene visto in possesso di altre caratteristiche e allora all’Inter serve un centrocampista centrale che in questo momento non figura nella rosa salvo adattare gente come Zanetti e Chivu. 
Quindi, Fernando e Lodi come candidati ideali? 



Hanno sicuramente le caratteristiche che servono ai nerazzurri. Si è parlato poi di Lampard, che il Chelsea sarebbe disposto a lasciar partire; ma è un giocatore che noi abbiamo sempre apprezzato nel ruolo in cui in questo momento gioca Guarin, ovvero come incursore. Come Gerrard, è un giocatore capace come pochi altri di verticalizzare. 

Un azzardo quindi puntare su di lui? Naturalmente, a un certo punto invecchi e non hai più quel cambio di passo e cambi ruolo, magari indietreggiando; Lampard ha una classe tale che gli permetterebbe di reinventarsi in un’altra posizione. Ma sarebbe una scommessa: è tutta la vita che gioca da centrocampista incursore, e non da centrale. 



Quindi, ricapitolando il borsino? Punterei su Fernando e Lodi; poi su Meireles, e proprio come ultima ratio su Lampard.

 

(Claudio Franceschini)