L’Inter si lecca le ferite dopo la clamorosa batosta contro l’Udinese e guarda al mercato per cercare di trovare il badalo di una matassa che sembra di colpo essersi intricata. L’intelaiatura della squadra scricchiola e anche gli innesti più acclamati dello scorso anno, come Walter Gargano, sembrano non riuscire a dare quella sostanza di cui l’Inter ha bisogno per esprimere il proprio gioco. In attacco, nonostante la crisi di gol, sembra che ci siano i minori problemi, grazie anche all’arrivo di Rocchi e a un Cassano in forma strepitosa. Certo che poi la palla bisogna buttarla dentro, ma a meno di mettere le mani su un top-player, in avanti non si muoverà una foglia. Soprattutto se Sneijder non diverrà una pedina di scambio o un tesoretto monetizzabile, almeno per giugno. In difesa e a centrocampo, però, il discorso cambia. Nagatomo e Zanetti non possono essere gli esterni in grado di giocare tutte le partite di una stagione, servono alternative di livello da affiancare a Alvaro Pereira. Una di queste è Ezequiel Schelotto, esterno dell’Atalanta, che quando è in forma è in grado di coniugare dinamismo e tecnica in modo esplosivo. Su Schelotto, però, l’Inter deve battere la concorrenza del Genoa, disposto a grandi operazioni per trarsi dalle secche del fondo classifica e – soprattutto – forte dei soldi freschi arrivati (per esempio) dalla cessione di Granqvist. Una possibilità per far mollare l’osso a Preziosi sarebbe quella di mettere sul piatto il cartellino di Matias Silvestre, incredibilmente lasciato a marcire in panchina anche a Udine nonostante la mezza emergenza difensiva. Meglio reinventare Cambiasso difensore centrale con due brutti clienti come Di Natale e Muriel a volare da tutte le parti? Difficile sia una scelta di prospettiva. Nonostante questo Stramaccioni proprio non vede il centrale di proprietà del Palermo e potrebbe quindi favorire un suo passaggio al Genoa, pur di mettere le mani su Schelotto. Ma se in difesa il recupero di Chivu, con Ranocchia, Juan Jesus e Samuel può lasciare relativamente tranquilli, a centrocampo continua a latitare gioco e si sente quando la palla non gira. Ricky Alvarez può essere aspettato ancora, come lascia intendere Stramaccioni, ma non è la soluzione dei problemi. E allora si fanno largo due ipotesi. La prima è quella di spostare la fonte di gioco il più avanti possibile, magari con l’ingaggio di Frank Lampard, soluzione che permetterebbe di arretrare di nuovo i polmoni di Freddy Guarin che con Gargano formerebbe un duo di un dinamismo incredibile. L’altra soluzione è quella di trovare un regista più classico, che sappia fare da “Pirlo” da posizione più arretrata e smistare quei palloni importanti che potrebbero fare di Milito o Rocchi armi letali in spazio aperto e fornire una alternativa ai guizzi di Cassano e Palacio. Lodi è il nome più quotato, anche perché Stankovic è desaparecido e pare che la società non ci punti più di tanto. Il problema è la trattativa con il Catania, che non si sblocca con prestiti e contropartite tecniche troppo giovani o rattoppate. Ausilio dovrà mettere mano al portafogli e sganciare almeno un milioncino in più di quanto offerto finora agli etnei, o mettere sul piatto un giocatore funzionale alla squadra di Maran che – con tutto il rispetto – non pare proprio poter essere Livaja. Berghessio, Castro, Gomez e Barrientos sono ampiamente superiori al giovane interista. Le voci di un interessamento su Saponara sono da registrare e riportare, ma non è certo questo che può cambiare il volto di una squadra che al momento sembra davvero aver bisogno di troppe toppe.



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