Il calcio e la stampa italiani stanno conoscendo a poco a poco Erick Thohir. Il nuovo azionista di maggioranza dell’Inter ha incontrato Anna Capella di SportMediaset per una chiacchierata informale, da cui sono emersi ulteriori aspetti della sua passione per lo sport e per l’Inter. Come ad esempio un idolo particolare: Nicola Ventola: “Tutti sono bravi a tifare Rummenigge, altra cosa è conoscere bene gli altri giocatori“. Per la cronaca l’attaccante Barese fu acquistato dall’Inter come giovane promessa del calcio italiano: arrivò ad Appiano Gentile in coppia con il “fratello” di Under 21 Andrea Pirlo, e inizialmente mantenne le attese segnando subito qualche bel gol. Poi una lunga serie di infortuni, con cui ha diruto convivere per il resto della carriera, lo hanno sbalzato dal grande calcio riportandolo in provincia tra Bologna, Atalanta, Siena, Torino e Novara (in mezzo anche una parentesi in Inghilterra, al Crystal Palace). Dopo la prima stagione all’Inter (1998-1999) e i successivi prestiti Ventola ebbe un’altra chance in nerazzurro: nell’annata di dis-grazia 2001-2002 fece coppia con Mohamed Kallon nell’attacco di Hector Cuper, che aspettava il ritorno dall’infermeria dei titolari Ronaldo e Vieri. Le due riserve fecero un ottimo lavoro, mantenendo l’Inter in testa alla classifica: poi il 5 maggio rovinò tutto e di Ventola si sono perse le tracce. Tutto questo non è sfuggito a Erick Thohir, che ha indicato in lui uno degli idoli del passato. Nell’intervista l’indonesiano ha ribadito il rispetto per Massimo Moratti (“con lui c’è già una buona relazione, ma voglio continuare a coltivarla“) e per il lavoro di Walter Mazzarri (“sono soddisfatto di come sta gestendo la squadra“). Inoltre ha parlato del suo interesse per il calcio, radicata fin dall’infanzia quando col fratello scommetteva sui risultati delle partite, e in caso di sconfitta ingoiava peperoncino senza poter bene per un quarto d’ora. Unico neo un figlio (ne ha quattro) juventino: “Mi attacca adesivi bianconeri sulla macchina, ma cosa devo dirigi? Sono un uomo aperto“. Thohir dovrebbe tornare in Italia a metà novembre.
Tutti i riflettori saranno puntati su Juan Iturbe sabato sera. Allo stadio San Siro, alle ore 20.45, si terrà il posticipo della nona giornata fra l’Inter e l’Hellas Verona e fra i giocatori maggiormente “adocchiati” vi sarà senza dubbio il Messi dei veneti. Non è infatti una novità il fatto che i nerazzurri stiano seguendo con estrema attenzione il gioiello di proprietà del Porto, sbarcato in punta di piedi allo stadio Bentegodi, poi letteralmente esploso a suon di gol e grandi prestazioni. Il club di corso Vittorio Emanuele ne è rimasto ammaliato e pare sia pronto a versare nelle casse dei Dragoes i famosi 15 milioni di euro necessari per riscattare l’attuale prestito del sudamericano. Iturbe, classe 1993, è un esterno d’attacco di destra che può giocare nel ruolo di trequartista e all’occorrenza anche sulla sinistra. Sarebbe quindi perfetto per gli schemi di Walter Mazzarri, sia per il suo 3-5-2, in cui farebbe appunto l’esterno largo, sia per un eventuale 3-4-2-1 con il trequartista o addirittura un 3-4-3. Un giocatore versatile che unisce tanta tecnica a uno spiccato senso per il gol. Come ben si sa, il nome del giocatore era già finito sulla scrivania del dt Branca in estate ma la segnalazione finì sotto altre scartoffie e alla fine si perse, anche perché i nerazzurri dopo aver preso Belfodil e Icardi non sembravano intenzionati ad innestare ulteriormente il reparto avanzato.
Se ne riparlerà sicuramente durante il mercato di riparazione così come tornerà di moda il nome di Sandro, centrocampista brasiliano del Tottenham, da tempo nel mirino delle big della Serie A. Il classe 1989 degli Spurs gode del passaporto portoghese quindi è perfettamente tesserabile come comunitario. Si tratta del classico mediano di centrocampo che all’occorrenza può essere schierato anche in posizione più avanzata, nel ruolo di centrocampista centrale, o eventualmente in difesa. Un giocatore non proprio economico visto che il suo cartellino è valutato attorno ai 15 milioni di euro in virtù del suo contratto in scadenza nel 2016. Attualmente a Londra è chiuso da Paulinho e Dembelè e avrebbe chiesto alla dirigenza la cessione: non è da escludere un prestito con diritto di riscatto.
Inizierà fra pochi giorni l’avventura di Erick Thohir alla guida dell’Inter. Il neo-proprietario nerazzurro potrebbe essere in tribuna a San Siro, sabato sera, per assistere alla sfida contro l’Hellas Verona, nono turno di campionato. Il tycoon indonesiano sta programmando il futuro della sua nuova squadra con l’obiettivo di renderla più solida dal punto di vista finanziario e nel contempo migliorarla da quello qualitativo e competitivo. Si comincerà dai piani alti, da una sorta di mini-rivoluzione dirigenziale. E’ ormai appurato che Erick Thohir sia alla ricerca di un nuovo direttore tecnico, con Marco Branca che dirà di conseguenza addio. Tutte le strade sembrano portare a due nomi in particolare. Il primo è quello di Leonardo, ex allenatore nerazzurro, molto vicino a Massimo Moratti e rimasto una vita a Milano nel ruolo di dirigente ma nelle vesti rossonere. Il secondo nome è invece quello di Walter Sabatini, attuale direttore sportivo della Roma, saldamente a Trigoria. Il brasiliano sembra il colpo più fattibile anche perché attualmente è senza squadra, dopo l’addio al Paris Saint Germain, e la squalifica inflittagli in Francia è stata annullata, quindi Leo è libero di firmare con qualsiasi società desideri.
Riportare Leonardo a Milano sarebbe una sorta di continuazione di quanto fatto da Massimo Moratti e la mossa piace moltissimo non soltanto agli addetti ai lavori quanto a tutto l’ambiente interista e ai tifosi. Il dirigente brasiliano è molto stimato in patria e in Sud America, e nel periodo al Milan ha portato a termine operazioni del calibro di Ricardo Kakà, Thiago Silva e Alexandro Pato, tutti colpi davvero di qualità rivelatisi alla fine vincenti. Dall’altra parte c’è Sabatini, che piace tantissimo a Thohir ma che la Roma, come vi raccontavamo ieri, non ha alcuna intenzione di lasciar partire, alla luce anche della recente campagna acquisti da urlo con una disponibilità economica non esagerata. La dirigenza giallorossa è pronta ad un rinnovo del contratto con annesso ritocco dell’ingaggio ma Sabatini potrebbe farsi attrarre da questa nuova difficoltosa avventura, un po’ come avvenuto quando rispose “affermativo” alla chiamata dei capitolini.