Il nuovo presidente dell’Inter, Erick Thohir, è stato ospite negli studi della RAI alla trasmissione televisiva “Che tempo fa”, condotta da Fabio Fazio. Il manager indonesiano ha risposto alle domande del giornalista toccando diversi argomenti, a cominciare da quello acquisti che più sembra stare a cuore ai tifosi: “Penso che ci siano molte voci sui giocatori, ma quello che faremo con l’Inter è costruire un sistema, e credo che non sia possibile prendere una decisione sui giocatori da solo, dobbiamo parlarne con la proprietà e l’allenatore chi è meglio per la squadra, in modo tale che la squadra possa rendere felici i tifosi. Questo è molto importante, è bello vedere una squadra che gioca bene“. Quanto al suo primo impatto con la squadra Thohir ha dichiarato: “Li ho incontrati con l’allenatore; credo che incontrare queste superstar che vedevo in tv è stato sorprendente anche per me, ma poi ho dovuto fare capire loro da presidente che la squadra venga sostenuta e che in tutte le partite devono dare il loro meglio. Chi vince il gioco è il cuore, se giochi col cuore vinci qualsiasi partita“. Un passaggio anche su Walter Mazzarri, cui il presidente ha già avuto modo di accennare con ammirazione: “Io credo sempre che se uno vuole farcela nella vita, bisogna sempre lavorare insieme, avere l’obiettivo chiaro e lavorare duro. Io in Mazzarri vedo queste doti, grazie Moratti per averlo scelto. Per i prossimi 2-3 anni abbiamo le cose a posto, nel 2016 la finale Champions sarà a Milano e l’Inter dovrà prepararsi. Non so se vinceremo, ma con una preparazione mirata torneremo in Champions presto“. L’indonesiano ha parlato ancora una volta del suo incontro con Massimo Moratti, culminato nella conferenza stampa di venerdì scorso (15 novembre 2013) in cui il passaggio di testimone è stato ufficializzato: “La prima volta ho visto Moratti 5-6 mesi fa: sono sempre stato tifoso, incontro Moratti ed è stata una situazione non comune. Ma parlo col cuore in mano: la prima volta che l’ho incontrato gli ho detto che ero lì non per sostituirlo, ma per creare uno spirito di squadra tale da sostenere l’Inter. Io a Moratti ho detto che quello che ha fatto in 18 anni io non sarei mai stato in grado di farlo, e che lavorando insieme diventeremo più forti. In futuro solo 10 squadre saranno ricordate e io voglio che l’Inter sia tra quelle“. Spazio anche a qualche curiosità famigliare: “Mio fratello si chiama Garibaldi perché mio padre era convinto che gli portasse fortuna. Il mio nome discende dai vichinghi, per dire… Nel 2001, quando ho preso Republika, spiegai a mio fratello, che voleva sapere il motivo della mia scelta, che mi piaceva il business nei media, non lo faccio per potere. E a mio padre dissi che mi diede il nome di un giramondo, e ora vado in Italia, poi in Usa: era destino“. L’era Thohir è cominciata.