Il magnate indonesiano Erick Thohir, nuovo proprietario dell’Inter, ha ricevuto a Giacarta la giornalista di Sky Sport 24 Silvia Vallini, alla quale ha concesso una lunga intervista. Thohir ha parlato a cuore aperto, parlando di sé e delle sue ambizioni: “Mio padre nel 1968 lavorava per Astra, rendendola una delle aziende più grosse d’Indonesia. Negli anni ’80 ha fondato il gruppo Thohir, partendo dal settore estrattivo, passando poi dalla ristorazione e dall’automotive. Nel 1993 mio fratello Garibaldi è tornato dagli Usa, da allora rappresenta la famiglia nelle situazioni ufficiali. E’ un grande come fratello, lo sostengo molto, ci rappresenta dal 1991. Quando mi sono laureato io, ho aiutato la famiglia per poi dire ai miei parenti che avrei voluto intraprendere il business che più mi piace, perché non mi fa sentire la fatica di farlo, con la passione lavori tante ore ma poi non ti senti stanco. Per questo, ho detto a mio padre e mio fratello che avrei voluto investire nei media: loro erano rimasti sorpresi ma mi hanno sostenuto. Abbiamo preso Republika, quotidiano che stava morendo, e in tre anni lo abbiamo messo in salute. Del gruppo fa parte anche una tv, da lì ho deciso di investire anche in tv e radio”.



Nello sport Thohir si è concentrato sulle sue due passioni, calcio e basket: “Lavorando con l’allenatore, ho creato una squadra che ora è la più forte del basket indonesiano, i Satria Muda. Poi ho avuto la chance di comprare quote dei Philadelphia 76ers e dei DC United. Ora spero di fare un bel lavoro coi Moratti”. Si passa così al rapporto con l’attuale presidente: “Non ho ancora parlato con Massimo Moratti e con Walter Mazzarri dei giocatori da prendere. Con Mazzarri ci siamo solo presentati, ma credo davvero che il proprietario e il management debbano lavorare insieme, non abbiamo ancora fatto nemmeno una riunione o definito il programma per i prossimi tre o cinque anni. Quando ci si confronta, i risultati sono migliori: per questo dico che molti dei rumors non sono veri. Certamente, dal mio punto di vista, mi piace molto l’Inter, mi diverte. Ciò che Mazzarri sta facendo è eccellente, il lavoro di Moratti è eccellente. Ho delle mie opinioni in senso positivo, per questo dico che c’è bisogno di gente sulle fasce, visto che ci sono Jonathan, Nagatomo e forse Pereira. Pensate se qualcuno si infortunasse; per questo ci siederemo ad un tavolo e ci metteremo d’accordo. Maggioranza o minoranza non contano, troviamo un piano per vincere nei prossimi anni”. I tifosi si chiedono come potranno convivere competenze e passioni in questo nuovo assetto: “La passione ti guida, ma non basta: bisogna essere sempre concentrati sull’obiettivo e poi essere sempre più creativi. Il secondo punto è aggiornare le conoscenze per competere. Se no, perdi. Ho sempre creduto nei giovani, perché a 31 anni ero presidente del principale quotidiano d’Indonesia. Ma ora ho 43 anni, e sto invecchiando in rapporto all’età media locale. Investendo sui giovani possiamo avere un grande futuro. E’ importante avere dei partner, me lo ha insegnato mio padre. Con dei partner con cui correggersi a vicenda puoi crescere. Da solo puoi fare degli errori, Questa è la filosofia in cui crediamo; possiamo aiutarci e arricchire l’azienda offrendo tanti punti di vista”. Il nuovo proprietario punterà su squadre vincenti o grandi stelle?



“C’è sempre la giusta via di mezzo tra comprare e investire, l’importante è dare un’impronta. Penso sempre che il vivaio debba essere forte per formare giovani giocatori. La squadra deve avere anche un buon equilibrio, quindi quando si comprano giocatori da altre squadre devono essere funzionali. Credo in questo modello, ma me ne devo parlare con Moratti, Mazzarri e coi membri del settore giovanile. Io credo che questo sia il modello che possa funzionare in futuro”. Thohir dimostra anche di conoscere la storia dell’Inter: “Anche se in confronto ad altri tifosi la mia conoscenza è pari a zero. Ma seguo l’Inter da anni, la Serie A in Indonesia si vede anche se ora si segue più la Premier League. Credo davvero che la Serie A si riprenderà se le società lavoreranno insieme. In Mls è successo così. Non conosco l’Inter profondamente ma conosco gran parte dei giocatori; per questo dico che è facile nominare i tedeschi, Baggio o Ronaldo, tutti si ricordano di loro. Io ricordo giocatori utili all’Inter che magari hanno avuto infortuni, come Nicola Ventola, Salvatore Fresi, Obafemi Martins che ora gioca a Seattle. Era un momento in cui l’Inter aveva diversi attaccanti, lui era seconda o terza scelta non per colpa sua. Rispetto tutti i giocatori dell’Inter perché non importa cosa han fatto, basta avere fatto un gol per avere aiutato l’Inter. Non servono 11 stelle, ci devono essere giocatori insieme alle stelle”.

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