Un’Inter commovente esce dall’Europa League, ma costringe ai supplementari la versione povera e deprimenti del Tottenham e mette paura all’ex Villas-Boas fino all’ultimo secondo. Peccato: finisce 4-1 per i nerazzurri, ma a passare il turno e accedere ai quarti di finale sono gli Spurs in virtù del gol segnato in trasferta. Peccato: l’Inter vista oggi non meritava assolutamente di restare senza coppa, ma è anche vero che le partite si giocano su 180 minuti e i nerazzurri visti a White Hart Lane hanno perso senza appelli, fallendo quei gol che con il senno di poi avrebbero permesso stasera di qualificarsi.
I nerazzurri se lo meritano tutto, perchè già mentalmente non era facile entrare in partita dopo l’andata. Merito invece alla banda Stramaccioni di averci creduto e aver segnato già nei primi 20 minuti, e poi non aver abbassato il ritmo ma aver cercato sempre di avanzare con calma e lucidità, senza buttarsi avanti all’arma bianca in modo confuso. Mezzo voto in meno solo per quella disattenzione fatale e maledetta costata i quarti di finale.
Se è questo il Tottenham, Villas-Boas deve preoccuparsi: non può la sola assenza di Gareth Bale giustificare una partita assolutamente deprimente da parte degli Spurs, che sono stati sballottati e presi a schiaffi dall’inizio alla fine, presentandosi in campo con una paura che una grande squadra che vuole vincere la coppa non può avere. Fortuna che Adebayor trova il guizzo giusto quando serve, altrimenti sarebbe stata una debacle incredibile.
Non che sbagli chissà cosa, nei primi minuti non fischia un contatto dubbio su Cassano ma sembra fare bene; non convince però il metro di giudizio, perchè lascia correre troppe volte e con troppa permissività, e a volte si tratta di veri e propri falli.
Mai impegnato, ma apre i supplementari con due super parate su Dembelè e Vertonghen; sulla terza lo tradiscono i compagni che non chiudono su Adebayor.
La miglior partita da quando è all’Inter. Spinge e soprattutto dietro non perde un contrasto e mostra una grinta d’altri tempi.
Stramaccioni lo butta in campo per fare l’attaccante: al primo pallone la sua sponda vale il gol di Alvarez. Poi però sbaglia un colpo di testa facile)
Difensore dal futuro assicurato, ci mette fisico, faccia e personalità in ogni situazione. E’ già un leader a 21 anni.
Encomiabile. Quest’anno ha giocato pochissimo: cancella dal campo Adebayor, sembra tornato quello della Roma e del Triplete nerazzurro. Sarebbe da 8, ma purtroppo non chiude su Adebayor che appoggia in porta.
Ma quanti anni ha? E’ pazzesca la voglia e la determinazione che ci mette sempre: Lennon fresco non salta lui con novanta minuti nelle gambe. Da clonare subito.
Inizio non troppo brillante, esce alla distanza e giganteggia in mezzo al campo, recuperando palloni a destra e a sinistra.
Bella prova di personalità, si fa cercare dai compagni per cercare la giocata e la palla giusta. Cala alla distanza, ma dà un segnale importante.
( Timidino, entra con la battaglia per il 4-0 appena iniziata e non contribuisce)
Rivedrà cento e mille volte quel sinistro fuori di niente all’ultimo secondo. Peccato, ma la sua partita resta generosissima, lucida e di sacrificio con l’assist per il 2-0 di Palacio.
Nel primo tempo è il peggiore: irritante, perde una marea di palloni. Nella ripresa si piazza largo a destra e comincia a macinare, ma senza mai esplodere.
( Serata del riscatto anche per lui. Appena sufficiente, ma è pronto sul cross di Cassano per timbrare di testa il gol della speranza)
Assist per Cassano, gol personale: si guadagna la pagella, anche se in certe situazioni perde come il controllo della situazione.
Doppietta “sporca” e tanto altro: palloni che cantano (cross per Alvarez-gol), imbucate, movimento. Finisce stremato ma non vuole arrendersi mai. Da tempo non giocava così.
All. STRAMACCIONI 7 Se l’Inter entra in campo così, i meriti sono anche e soprattutto suoi. Diceva di volerci credere: aveva ragione lui. Peccato non avesse più attaccanti per l’assalto finale, ma ha indovinato la mossa Ranocchia.
Quarantadue anni a maggio: impressionante per reattività. Ne prende 4, ne salva almeno 3. Ecco perchè Lloris non è titolare.
Bravino quando sale, asfaltato da Cassano quando deve ripiegare.
Alla fine se la cava di esperienza, ma è in palese imbarazzo su ogni imbucata avversaria e il tocco sfortunato sulla punizione di Cassano è il segno della sua difficoltà.
Tutto il contrario. Sicuro e autoritario, sbroglia mille situazioni intricate e Handanovic gli nega il quarto gol in otto giorni. Leader difensivo.
Come Walker, se possibile anche peggio perchè nemmeno in fase di spinta si fa troppo notare. ()
Schierato largo a destra, spacca la difesa dell’Inter con due progressioni: la prima è quella decisiva, è suo il tiro che Handanovic non trattiene e sul quale si fionda Adebayor.
Inesistente. Ammonito subito, scompare dalla partita immediatamente e non si rivede più fino alla sostituzione.
( Con il senno di poi, Villas-Boas avrebbe dovuto rischiarlo. Senza fare niente fa abbassare l’Inter di dieci metri. Certi status si guadagnano sul campo)
Regista che faceva impazzire Fabio Capello, non perde mai la calma e fa sempre la cosa giusta. Non ci fosse lui, il Tottenham affonderebbe più di così.
Aveva anche iniziato bene, finisce travolto da Jonathan e Guarin che incrociano da quella parte e gli fanno vedere le streghe.
Una partita da irritazione totale si trasforma in una sufficienza: il suo tap-in vale i quarti di finale. Buffo: è l’unica cosa che combina, a parte il solito calcio inutile e stupido all’avversario.
Non pervenuto. Devastante a White Hart Lane, spaventato qui, tanto da non beccare mai un pallone e non guardare mai la porta.
( Entra per difendere la baracca sul 2-0 con possesso palla e passaggi ragionati: missione fallita)
All. VILLAS-BOAS 5,5 Due semi-alibi: non aveva Bale e Lennon era al 60% (forse). Però i suoi sono apparsi troppo spaventati e fragili, e non è la prima volta che lontano da White Hart Lane (dove in Europa League non hanno ancora vinto) diventano una squadra debole. Dovrà lavorarci se vorrà andare fino in fondo.
(Claudio Franceschini)
Marcatori: 20′ Cassano (I), 52′ Palacio (I), 75′ Cassano (I), 96′ Adebayor (T), 110′ Alvarez (I)
Handanovic; Jonathan (107′ Ranocchia), Juan Jesus, Chivu, Zanetti; Gargano, Kovacic (79′ Benassi), Cambiasso; Guarin (71′ R. Alvarez); Palacio, Cassano. A disposizione: Belec, Pasa, Colombi, Belloni. All: Stramaccioni
Friedel; Walker, Gallas, Vertonghen, Naughton (104′ Caulker); Dembele, Livermore (70′ Lennon), Parker;, Sigurdsson; Adebayor, Defoe (56′ Holtby). A disposizione: Lloris, Huddlestone, Assou-Ekotto, T. Carroll. All: Villas-Boas
Arbitro: Bebek (Croazia)
Ammoniti: Livermore (T), Walker (T), Juan Jesus (I), Adebayor (T)