Ci risiamo. Oggi le polemiche sui social netwkork sono all’ordine del giorno, tanto che forse non fanno nemmeno più notizia. Proprio ieri scrivevamo di una bufera sul web creatasi a causa di un video di 10 secondi in cui Federica Nargi, la fidanzata di Alessandro Matri ed ex velina, non faceva un uso bellissimo della maglietta dell’Inter. Un filmato del tutto innocente e registrato con il sorriso sulle labbra, eppure in grado di scatenare i tifosi. Sono sempre i nerazzurri al centro delle polemiche, ma per altro motivo: questa volta l’accusato è Christian Vieri, che con il mondo del calcio oggi c’entra poco (ha appena finito le registrazioni di un programma di Sky Sport in cui gira il mondo con Marco Delvecchio e impara i balli locali) ma che per sei stagioni è stato il bomber dell’Inter, naturalmente amatissimo dai tifosi. Da quando ha lasciato il club però Vieri ha cambiato linea, a partire dalle accuse di pedinamento e di spionaggio rivolte a Massimo Moratti e Tronchetti Provera che tanto scalpore avevano fatto. Oggi bisogna stare attenti: qualunque dichiarazione, foto, video o altro rischia di finire in rete nel giro di mezzo secondo, anzi ci finisce senza se e senza ma. Anche un semplice clic può mettere nei guai: è quello che è successo a Bobo, che come tantissimi personaggi famosi ha un profilo Twitter e ieri si è macchiato della colpa di aver retwittato (cioè, in pratica, condiviso un tweet sulla sua pagina) un messaggio di un tifoso che gli chiedeva di condividere, per l’appunto, la frase “Inter prescritti di m.”. Vanno dette due cose: la prima, che Vieri ha sicuramente sbagliato, perchè d’accordo che si è trattato di un clic magari inconsapevole (Bobo spesso e volentieri rilancia i saluti dei suoi fan) ma non è per niente obbligatorio accettare ogni richiesta di retweet e ogni tanto si potrebbe guardare cosa si sta pubblicando. La seconda cosa, che ancora una volta la reazione è assolutamente esagerata, e che ogni tanto una risata o un “ma chi se ne importa” non sarebbero male. Finita qui? No, a dire il vero c’è una terza considerazione: il messaggio per Vieri iniziava con “per favore” e finiva con la frase, tra parentesi, che diceva testualmente “moh, vediamo se basta la gentilezza”. Qui, evitiamo ogni tipo di commento. Forse è meglio.