Da mesi ormai si parla della cessione dell’Inter, da Massimo Moratti e Erick Thohir. L’ultimo incontro tra i due sembrava poter essere decisivo, ma si è rivelato addirittura negativo per una prima conclusione della trattativa. Moratti sembra davvero restio a consegnare buona parte della sua Inter nelle mani dell’indonesiano, che dal canto suo sta lavorando per farsi accettare dalla realtà italiana, con una discrezione ammirevole che nel contempo però nasconde i contorni dell’affare. Certo l’idea di un presidente come lui non può che stranire la gran parte dei tifosi dell’Inter, abituati a “riferirsi”, più o meno direttamente, a Massimo Moratti da quasi vent’anni. Ci si chiede inoltre se Thohir possa essere un presidente spendi e spandi, ma dalle prime indicazioni non sembra così: l’imprenditore orientale vorrebbe privilegiare un progetto più graduale e lungimirante. Eppure le sue altre società sportive, il Philadelphia 76ers (baket NBA) e il DC United (serie A americana) non lo riconoscono esattamente come un presidente affettuoso. Per parlare di questa situazione, tanto importante per il futuro dell’Inter, ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Fabrizio Biasin, giornalista del quotidiano Libero.
Ci sono diversi problemi che la stampa ha sottovalutato. Tra Moratti e Thohir ci sono ancora diversi fattori da passare in rassegna, anche se la trattativa è ben avviata.
Moratti sta cambiando idea sulla cessione dell’Inter? Vuole mantenere la maggioranza delle quote della società, e che Thohir intervenga acquistando una quota di minoranza almeno inizialmente.
Crede quindi che se arrivasse la cessione dell’Inter sarebbe solo al 50%? Moratti punta a restare presidente, è troppo legato all’Inter per non rimanere azionista di maggioranza, sta trattando con Thohir per questo ed è ancora da vedere se e in quali termini l’indonesiano accetterà. Almeno per il momento lo scenario di condivisione delle quote mi sembra quello più probabile.
Thohir arriverebbe come imprenditore o sarebbe coinvolto anche come tifoso? La gestione delle sue altre società è un po’ contraddittoria… Arriva in Italia e all’Inter anzitutto come imprenditore, anche per ragioni geografiche non può essere un ultrà nerazzurro, per così dire. Ha interessi commerciali e vuole portarli nel nostro paese, non è ancora detto però che ci riuscirà.
L’avvento di Thohir, per quanto ancora poco definito, è positivo per il calcio italiano? Da un certo punto di vista è una rivoluzione: il fatto che un club importante come l’Inter possa essere gestito da un imprenditore di un altro paese è un inedito, che apre la nostra mentalità anche calcistica ad una prospettiva e una frontiera nuova. D’altro canto l’Inter perderebbe la sua “milanesità”, che è una parte delle sue radici che Moratti ha valorizzato nella sua presidenza, pur non essendo nato a Milano.
Se non altro Thohir ha già parlato di un progetto per riportare l’Inter nella top ten mondiale: è possibile? I tifosi interisti non si dovranno aspettare che Thohir spenda milioni di euro per acquistare tanti giocatori di valore. La sua sarà soprattutto un’operazione di marketing, e almeno inizialmente l’indonesiano non farà come gli sceicchi, acquistando giocatori come figurine.
(Franco Vittadini)