I tifosi dell’Inter hanno sperato nel corso del calciomercato estivo nel grande ritorno: quello di Samuel Eto’o, protagonista di due stagioni in nerazzurro con tanto di Triplete vinto, un anno dopo quello centrato con la maglia del Barcellona. Si è detto che il camerunense volesse tornare, che la famiglia rimasta a Milano fosse più di un indizio, che l’affetto per la maglia e la squadra valesse ben più di un contratto. Non è andata così: alla fine, Eto’o è andato a giocare nel Chelsea, riunendosi sì a un interista, ma ex: José Mourinho. Lo stresso Special One ha spiegato – dichiarazioni riprese da FcInterNews.it – i motivi che hanno spinti Eto’o ad accettare l’offerta dei Blues: “Ha fatto la stessa scelta del sottoscritto, quando ho deciso di andare ad allenare il Real Madrid: vuole essere il primo giocatore a vincere il campionato in Spagna, Italia e Inghilterra”. Una sorta di record, lui che come abbiamo ricordato ha centrato il Triplete per due anni di fila e con due squadre diverse. Mourinho ha poi aggiunto: “Ha grandi motivazioni nonostante abbia vinto tutto; è diverso da Torres, così come Torres è diverso da Demba Ba e Demba Ba è diverso da Eto’o. Abbiamo tre attaccanti di esperienza e qualità diverse”. I tifosi e appassionati di buona memoria ricorderanno l’ottavo di finale tra Chelsea e Barcellona nella Champions League 2004/2005: i Blues passarono il turno con un gol nei minuti di recupero, a fine partita si scatenò il polverone e il camerunense, tra i più scatenati, accusò alcuni Blues di frasi ingiuriose e la giurò a Mourinho, vendicandosi un anno più tardi con un gol decisivo per l’eliminazione degli inglesi, festeggiato in maniera particolarmente calorosa e rabbiosa. I tempi cambiano, ma non riusciamo a toglierci dalla mente che le motivazioni di Eto’o nello scegliere il Chelsea, al di là di questo episodio, siano state prettamente economiche; del resto, lui stesso ha dato adito a pensarla così quando ha accettato di esiliarsi nel Daghestan (con residenza faraonica a Mosca) pur avendo offerte da tutta l’Europa principesca del calcio.