PRESIDENTE, NOI SIAMO l’INTER! Andate a spiegare alla nuova proprietà che noi siamo l’Inter. E quando glielo dite, scandite le lettere: . Spiegate alla nuova proprietà che a noi, quando ripetiamo questo nome, vengono i brividi: ogni volta, tutte le volte. Spiegate loro che Inter equivale a Orgoglio, a “Tantisssimo Orgoglio” come scandì Gianfelice Facchetti nella notte del Centenario. Traducete Pride, Orgoglio in indonesiano, traducete Orgoglio a questa molle e non interista dirigenza dalla quale non ci sentiamo rappresentati. Tre anni fa dominavamo in Europa, dominavamo nel mondo: chi è responsabile di un simile sfacelo se ne deve andare, non deve più entrare a San Siro.
Guardate chi ha vinto la Champions negli ultimi anni: sono tutti in corsa per il Campionato nazionale, hanno tutti vinto il loro girone di Champions. Noi eravamo sul tetto del mondo: abbiamo atteso, sopportato, deglutito. La nostra pazienza è finita, e potremmo essere tremendi. Pacifici, per carità, urbani. Ma migliaia di tessere strappate, tagliate, monche, fanno più rumore dei petardi più deflagranti. La società lorda il nostro Blasone, mina il nostro orgoglio? Noi urbanamente strappiamo le tessere, il simbolo del nostro contratto con una società che non ci rappresenta, una società non degna di rappresentare i concreti futuristi sognatori di quella notte del 1908.
È andato via Mou, avete cacciato Lele Oriali. Ora basta, vogliamo un interista vero alla dirigenza, vogliamo un presidente non virtuale. Vogliamo un presidente che ami l’Inter, che conosca la nostra storia, che abbia vene nere ed arterie azzurre, che stia a Milano, che non venda i calciatori giovani e forti e prenda trentenni dopo aver detto per mesi che l’Inter punterà sui giovani. L’Inter compra, non vende. L’Inter non rinforza le rivali storiche.
Non è difficile, Presidente: sono cinque minuti su Youtube. Vada a vedere Samuel Eto’o che indica il nostro logo a Stamford Bridge mentre Cech raccoglie la palla dalla rete, vada a vedere l’indice di Mou nel cielo del Camp Nou con a fianco Lele Oriali, vada a chiedere a Van Buyten se ha capito da che parte è passato Milito il 22 maggio. Noi vogliamo questa roba qui, il resto non ci interessa. Noi vogliamo stare dove hanno sognato i concreti futuristi del 1908.
Undici amici che amano l’Inter