E’ ufficiale: Massimo Moratti non fa più parte dell’Inter avendo rinunciato alla carica di presidente onorario (clicca qui per leggere di più). Non solo: si sono dimessi dal Consiglio d’Amministrazione tutti i membri in quota Moratti, a partire dal figlio Angelo Mario, vicepresidente della società, e poi Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto. Una svolta epocale per il club nerazzurro e per la famiglia che ha fatto la storia di questo club, con tanti successi prima negli anni ’60 e poi più recentemente sotto la guida proprio di Massimo, fino al fantastico Triplete del 2010. Per parlare di tutto questo e capire cosa cambierà dentro la nuova Inter abbiamo sentito Alfredo Mariotti, Cavaliere della Repubblica e Maestro del Lavoro, ma soprattutto milanese ed interista, con un passato in società ai tempi della presidenza Fraizzoli. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
La famiglia Moratti se ne va dall’Inter, cosa significa? E’ l’uscita di una famiglia che ha dato tanto all’Inter nella sua storia, dunque è un fatto molto importante, molto significativo.
Si aspettava una scelta di questo genere? Direi di sì, poteva succedere visto che ci sono due filosofie societarie diverse. Da una parte il modo di condurre il calcio spendendo, investendo soldi propri, il mecenatismo della famiglia Moratti, dall’altra un calcio manageriale, la visione di Thohir del calcio del futuro.
L’ultimo litigio con Mazzarri ha inciso? No, quella è stata una cosa marginale, non decisiva per l’uscita di Moratti dall’Inter.
Moratti se l’è presa anche perché Thohir ha parlato di cattiva gestione economica da parte sua? Lui spendeva i suoi soldi e può aver avuto anche ragione di fronte alle critiche di Thohir o del suo entourage: erano suoi soldi e li gestiva come voleva. Ciò non toglie che nella visone di un calcio moderno è importante guardare il lato manageriale. Non possono essere ex calciatori come era stato Branca o lo stesso Zanetti, che è vicepresidente, a gestire i conti di una società di calcio. Ci vogliono manager veramente esperti.
Moratti pensa che Thohir non sia il presidente ideale per l’Inter? L’ha scelto e voluto lui…
Tutti si stupiscono perché Thohir pensa a risanare i conti, non è questo però il primo passo da fare? Mi sembra giusto questo e sarà sempre più necessario, in base anche alle regole del fair play finanziario.
Vorrebbe un personaggio italiano e interista alla presidenza della società nerazzurra? Mi sarebbe piaciuto, ma si era mosso solo Pellegrini con una cordata per comprare l’Inter. Non c’è stato interesse da parte di nessuno, peccato perché vendere l’Inter a un imprenditore straniero è vendere un pezzo di Milano come la Fiera, la Scala, il Duomo. Purtroppo per la crisi economica si è arrivati a questo, la borghesia milanese non è intervenuta per rilevare l’Inter per questo motivo. (Franco Vittadini)