Dopo quasi 5 anni esatti l’Inter torna a Kiev. Questa sera la banda Mazzarri affronterà il Dnipro per il primo turno dei gironi di Europa League, ma quasi 60 mesi fa i nerazzurro giocarono la partita della vita, la sfida contro la Dinamo che segnò l’inizio del lungo cammino verso il triplete. L’allenatore allora era Josè Mourinho che oggi a La Gazzetta dello Sport ricorda quel match thriller, con l’Inter sotto di un gol a fine primo tempo: «Non dimenticherò mai quelle facce tristi durante l’intervallo. Allora ho presi a calci a tutto quello che avevo davanti e ho detto che, dopo la sconfitta, non avrei voluto vedere bambini che piangevano. Ho urlato: “Se proprio deve succedere, voglio che perdiamo dopo aver dato tutto. Voglio coraggio e non facce di merda”. Poi abbiamo parlato di tattica e ci siamo preparati a giocare prima con tre e poi con due difensori. Ricordo le loro facce quando ho spiegato come giocare a due dietro. Pensavano: “Questo è pazzo…”». L’Inter riuscì poi a vincere nel finale, a qualificarsi agli ottavi, e quel match viene ricordato come la gara che diede la svolta alla stagione. Chissà che non succeda lo stesso ai nerazzurri dopo lo show di domenica contro il Sassuolo: «Quel match in cui abbiamo gettato in campo tutto e tutte le punte ha segnato la svolta della nostra stagione, non solo per la qualificazione – ha proseguito lo Special One – se può succedere lo stesso alla squadra di Mazzarri dopo il 7-0 al Sassuolo giocato in modo spregiudicato? Non ho visto il match, però 7 gol sono proprio tanti. Da risultati pazzi come questi arrivano motivazioni e fiducia incredibili. Speriamo in un’Inter forte e vincente. Voglio giocarci contro a San Siro nella prossima Champions…».



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