Oggi il presidente Andrea Agnelli ha sconvolto il mondo juventino: durante una “banale” assemblea degli azionisti si è lanciato in un pubblico elogio del capitano Alex Del Piero, che però era un commiato “perché questa sarà l’ultima stagione di Del Piero in bianconero”. Apriti cielo: l’annuncio era totalmente imprevisto e ha sorpreso tutti. La Juventus si sta dunque preparando ad ammainare l’ultima bandiera? Perché l’annuncio non l’ha dato personalmente il capitano? E come mai parlarne già ad ottobre, quando la stagione è appena iniziata e mancano ancora sette mesi all’addio (se poi tale sarà davvero)? Domande che abbiamo posto ad un ex compagno di Pinturicchio, il portiere Michelangelo Rampulla, che ha vissuto dieci stagioni alla Juventus (dal 1992 al 2002).Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net. Rampulla, per prima cosa le chiediamo un commento a caldo su questa notizia clamorosa. Clamorosa, ha detto bene. Sono rimasto molto stupito perché credo che Alessandro abbia ancora voglia di giocare. Però sono convinto che sia stata una decisione presa di comune accordo, non posso neanche pensare che Agnelli parli di una cosa del genere senza averne prima parlato con Del Piero. Probabilmente è così, ma perché un annuncio così importante non è stato dato dallo stesso Del Piero? Questo è proprio strano, sì. Sarebbe stato più normale se avesse parlato Alex… Non è che Agnelli abbia voluto distogliere l’attenzione dal bilancio? Sì, è possibile. Però d’altronde si sapeva che il bilancio ha un forte passivo, la notizia di Del Piero non cancella questo fatto. E poi parlarne ad ottobre è davvero presto. Infatti, mancano sette mesi alla fine della stagione. Non è troppo presto per parlarne? Sembra troppo presto anche a me, l’annuncio mi ha davvero sorpreso. Ma proprio per questo motivo immagino che l’abbiano deciso di comune accordo, non può averlo improvvisato Agnelli. Adesso per tanti mesi ci sarà questo tormentone, che potrebbe influire soprattutto sull’atteggiamento dei tifosi. Come la prenderanno i tifosi secondo lei? Del Piero è un idolo per loro, il simbolo della Juve. Solo Buffon può essergli paragonato, e comunque Alessandro lo è molto di più. Saranno sette mesi molto lunghi, e i tifosi vorranno vederlo giocare il più possibile. Secondo lei Del Piero si ritirerà a fine stagione o andrà a giocare altrove? Secondo me ha ancora voglia di giocare, però le uniche destinazioni possibili sono Usa e Giappone secondo me: grandi nazioni che piacciono ad Alex, che in Giappone è pure molto amato. Potrebbe essere una sorta di “ambasciatore” della Juventus in questi grandi Stati. E come vive secondo lei Del Piero questo momento? Il tempo purtroppo passa per tutti, anche per i grandi fuoriclasse come lui. Hai ancora voglia di giocare, ma capisci che la decisione prima o poi va presa, anzi per i campioni è ancora più importante scegliere il momento giusto. Qual è il ricordo più bello che lei ha di Del Piero? Sul campo la vittoria della coppa Intercontinentale a Tokyo nel 1996, proprio grazie a un suo gol. Ma soprattutto non dimenticherò mai le lunghe chiacchierate che facevamo fuori dal campo già nei miei primi anni bianconeri, lui giovane talento rampante e io “vecchio” del gruppo.



Secondo me ha ancora voglia di giocare, però le uniche destinazioni possibili sono Usa e Giappone secondo me: grandi nazioni che piacciono ad Alex, che in Giappone è pure molto amato. Potrebbe essere una sorta di “ambasciatore” della Juventus in questi grandi Stati. E come vive secondo lei Del Piero questo momento? Il tempo purtroppo passa per tutti, anche per i grandi fuoriclasse come lui. Hai ancora voglia di giocare, ma capisci che la decisione prima o poi va presa, anzi per i campioni è ancora più importante scegliere il momento giusto. Qual è il ricordo più bello che lei ha di Del Piero? Sul campo la vittoria della coppa Intercontinentale a Tokyo nel 1996, proprio grazie a un suo gol. Ma soprattutto non dimenticherò mai le lunghe chiacchierate che facevamo fuori dal campo già nei miei primi anni bianconeri, lui giovane talento rampante e io “vecchio” del gruppo.



 

(Mauro Mantegazza)

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