Comunque vada a finire, questo sarà l’ultimo anno in cui vedremo Alessandro Del Piero vestire la maglia della Juventus. Il club di cui è stato ed è il capitano, l’anima storica. Siamo venuti a saperlo in maniera alquanto singolare. L’annuncio è arrivato dalla bocca insensibile del presidente Andrea  Agnelli, nella cornice grigia e disadorna di un’assemblea di azionisti. Non proprio il massimo per salutare al meglio un campione simile, un simbolo della squadra. Lo hanno detto e sottolineato tutti, e non possiamo esimerci dal farlo anche noi. Com’era lecito attendersi, non è passato nemmeno un minuto dal ferale annuncio, che subito è piovuta una pioggia di ipotesi. Del Piero va in Usa. No, va in Qatar. Macchè, lo vogliono in Inghilterra. I più fantasiosi lo spingono verso quel Milan che lo ha sempre stimato. Molti ricorderanno le avances di Berlusconi e Galliani nei confronti di Alex, che ha preferito restare a Torino per diventare una bandiera. Per la Juventus è sceso persino in B, e questo non andrà mai dimenticato. Al netto delle mille voci, va chiarita una cosa: che Del Piero, realmente, non ha ancora deciso dove andare a spendere gli ultimi spiccioli della sua gloriosissima carriera. Per il momento tutte le ipotesi sono possibili, escludendo magari le più astruse. Lo abbiamo appreso da fonti molto vicine al giocatore. Potrebbe andare al Real Madrid (ipotesi di fantascienza) come nel campionato americano, non si sa. La sola cosa certa è che Del Piero si sente ancora calciatore. Alla maniera dei Totti e degli Inzaghi – una generazione di ferro, evidentemente… – di dire basta non vuole saperne. Il profumo dell’erba, l’orgoglio di sentirsi ancora fisicamente integri, di allenarsi e sgomitare come l’ultimo dei ragazzini della Primavera. Carburante unico per un campione come lui, che ha fatto sempre dell’umiltà e del rispetto dell’avversario le sue bandiere. Mai una parola cattiva, uno sberleffo, meno che mai gomitate o colpi proibiti. Quelli, ahilui, li abbiamo visti nel repertorio extra-tecnico di un altro campionissimo come Totti. E non avremmo mai voluto vederli. Del Piero, invece, ti dà sempre quell’immagine di soavità. Agnelli lo liquida come uno qualunque? E lui, sorridente di fronte all’inviato di una nota trasmissione tv: “Diciamo che il presidente ha ricordato in anticipo la scadenza del mio contratto…”. Umorismo british, o se preferite torinese.



Perché Del Piero, cresciuto nelle giovanili del Padova, è diventato un tutt’uno con la Torino bianconera. A proposito di Padova, era spuntata fuori anche l’opzione rosso-crociata per il suo futuro. Come è spuntata, però, così sembra essere tramontata. Il ds dei veneti Foschi, uno che la sa lunga, ha dipinto così il futuro di Alex: “Emirati o Usa, e poi farà il dirigente alla Juve”. Andrà proprio così? E’ ancora presto per dirlo. Di certo, dalle parti di Vinovo non vogliono mica convivere con un caso ‘Montolivo-due’. “Un nuovo tormentone che dura mesi? Non perdiamoci in divagazioni o scemenze”, ha detto Conte, ‘illuminando’ la scena. Già, non divaghiamo. Il presente è bello. Il futuro anche. E per Del Piero è ancora tutto da scrivere.



(Alessandro Basile)

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