JUVENTUS – Un inizio di stagione davvero travolgente quello della Juventus. I bianconeri, dopo alcuni risultati positivi in serie, hanno superato l’esame Milan, asfaltando i campioni in carica e non facendogli quasi mai vedere il pallone. Un esordio al fulmicotone per la Vecchia Signora come non accadeva ormai da anni e già si sprecano i paragoni con le Juventus del passato. Su tutti vi è quello fra gli 11 di Antonio Conte e quelli di Marcello Lippi del 1994-1995, quando il tecnico viareggino ottenne il suo primo storico scudetto. Un paragone apprezzato dallo stesso ex commissario tecnico della nazionale azzurra: «E’ un paragone che mi fa piacere perché i bianconeri stanno ritrovando ardore, determinazione e voglia di lottare. Sono orgoglioso dell’accostamento e gli auguro i miei stessi risultati». Diversi i punti in comune fra di due scacchieri. Prima di tutto, la voglia e le motivazioni, che stanno spingendo la Juventus attuale ad ottenere, probabilmente, più di quanto la stessa squadra può dare. Fu così 15 anni fa ed è lo stesso in questo inizio di campionato. La squadra del 1994 veniva da anni di delusioni e di magra così come quella del 2011-2012, reduce da un periodo post-calciopoli davvero buio, fatto di tante delusioni e zero successi. Una Juventus del 1994 che iniziò il nuovo campionato dopo cessioni importanti e acquisti altrettanto tali. All’epoca vennero infatti ceduti due pilastri di inizio ’90 della Vecchia Signora come Dino Baggio e Moeller mentre a Torino sbarcò il centrocampista portoghese Paulo Sousa, uno dei giocatori più amati dai tifosi bianconeri. Poche settimane fa, successe qualcosa di simile: sfoltito il reparto di mezzo con le partenze di Momo Sissoko (Paris Saint Germain) e Felipe Melo (Fenerbahce) e poi prelevato il faro della squadra Andrea Pirlo. Un altro grande paragone, la svolta contro il Milan. Anche 15 anni fa Marcello Lippi capì di avere una squadra potenzialmente da scudetto dopo aver battuto i rossoneri, come nella stagione attuale, la squadra da battere. L’ex ct conferma: «E’ stato uno dei momenti chiave, una delle partite che ci hanno permesso di guadagnare ottimismo e misurare il nostro valore». Infine, un ultimo grande punto in comune fra le due squadre di epoche diverse, i rumors legati alla partenza di Vialli (che poi divenne un punto fisso della squadra di Lippi) e quelli riguardanti Marchisio.



 

Eloquente il commento dell’allenatore toscano: «Quando arrivai mi chiese di aiutarlo ma non lo lasciai neppure finire: “Sei scemo? – gli dissi affettuosamente – Io vengo alla Juve e tu, uno dei migliori attaccanti al mondo, te ne vai? No, non ti aiuto: sei tu che devi aiutare me”. Mi diede il cinque e cominciò un’avventura splendida».



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