Simone Pepe è stato finora uno dei grandi protagonisti dell’avvio di stagione della Juventus. L’esterno romano, in estate, era partito nelle retrovie. Tutti lo davano in panchina o addirittura altrove. Si era parlato dello Zenit San Pietroburgo, su pressante richiesta di Spalletti. Ma non c’è stato nulla da fare, per fortuna della Juve. Conte si è impuntato e ne ha preteso la conferma, come ha confermato oggi lo stesso Pepe ai microfoni di Juventus Channel. “Quando si parlava di una possibile trattativa con lo Zenit, mi ha detto chiaramente: ‘Tu non ti muovi da qui’…”. Il tecnico, in effetti, ci ha visto lungo. Pepe si è imposto all’attenzione generale per le sue qualità polmonari, il suo atletismo e la sua duttilità, visto che può giocare indifferentemente a destra o a sinistra. Con le sue brillanti prestazioni è riuscito a mandare in panchina l’olandese Elia, fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva, e messo in crisi Krasic che sta faticando assai a comprendere i nuovi schemi. Spesso il serbo lascia il posto a Giaccherini, per una coppia di ali come va di moda adesso: piccoli e di qualità. L’ex-Udinese ha avuto parole di grande riconoscenza per mister Conte, che gli ha concesso la necessaria fiducia. Non solo. Il tecnico ha grandi meriti anche e soprattutto nell’aver saputo ricostruire uno spirito guerriero, da Juve insomma. Quella bianconera è una squadra di grande forza e di grande carattere, tutte peculiarità che si erano perse negli ultimi anni, risultati negativi a parte. “Il nostro punto di forza in questo momento è l’intensità”, racconta Pepe, che sottolinea come Conte riesca a trasmettere grinta e cattiveria agonistica in dosi industriali. Quanto agli obiettivi stagionali, il giocatore non vuole saperne di sbilanciarsi. E’ ancora presto, spiega, e l’importante è non smarrire mai la “mentalità da provinciale”, soprattutto con le cosiddette piccole. Infine, un commento sulla brillante vittoria ai danni del Milan: “Non credo che possa destabilizzarci”, si dice convinto Pepe, certo del fatto che il mister e i giocatori più esperti e più vaccinati a certe battaglie sappiano come mantenere alta la tensione. Insomma, è una Juve grintosa, operaia, nel segno dei Pepe. Senza dimenticare la qualità dei vari Pirlo, Vucinic, Marchisio o Vidal.



Tutta gente anche di quantità – come nel caso del cileno – ma che sa dare del tu al pallone. Gregari e campioni: così nascono le grandi squadre.

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