Settimana caldissima per la politica, in ogni senso. Per la politica vera e propria, innanzitutto, come tutti ben sappiamo, con la nascita di un nuovo governo in queste ore. Ma anche – senza voler fare paragoni esagerati – per il governo del calcio italiano, turbato (come sempre, verrebbe da dire) dalle vicende legate a Calciopoli. La battaglia continua, nonostante il processo sportivo sia ormai lontano nel tempo: avvocati, dichiarazioni dure, richieste di risarcimento shock. La Juventus non si arrende, la federazione fa quadrato in difesa dei verdetti della giustizia sportiva, ora corroborati pure dalla giustizia ordinaria che ha (almeno in primo grado) confermato l’esistenza dell’associazione per delinquere, guidata da Luciano Moggi, mentre Giraudo era stato condannato nel processo celebrato con rito abbreviato.
In realtà una prima parola “ fine” è stata messa, e riguarda l’iter del processo sportivo, compreso dunque il famoso scudetto del 2006. La dichiarazione di incompetenza del Tnas, Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport, chiude definitivamente l’iter dei ricorsi nella giustizia sportiva. La richiesta della Juventus non è “materia arbitrabile” per il Collegio arbitrale. Resta quindi solo la via della giustizia ordinaria, imboccata lunedì dal club di Corso Galileo Ferraris con la richiesta danni alla Figc per “disparità di trattamento e le illecite condotte che l’hanno generata” , valutando nella iperbolica cifra di 444 milioni di euro le perdite “per minori introiti, svalutazione del marchio, perdita di chance e di opportunità, costi e spese” . Andrea Agnelli ha specificato di volere “una verifica degli atti di Calciopoli”, il presidente federale Abete ha risposto duramente: “I danneggiati siamo noi, le sentenze sportive e penali in primo grado lo dimostrano”. Stamattina anche il presidente del Coni Gianni Petrucci si è di fatto schierato contro la Juventus: “Io non ci sto a quello che sta accadendo nel mondo del calcio di vertice che è malato di doping legale. Che senso ha andare avanti? Fare un passo indietro vuol dire farne due avanti. Dopo quest’ultima sentenza (del Tnas, ndr), a chi porta vantaggi proseguire? Chi ha più intelligenza la metta al servizio degli altri: il mio è un appello, ma forse gli appelli non servono più”. Alle 17.30 la conferenza stampa con cui Andrea Agnelli risponderà.
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