Cortese e misurato nei modi, ma fermo nelle intenzioni. Nella conferenza stampa di oggi pomeriggio a Vinovo il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha sostanzialmente ribadito tutte le richieste avanzate verso la Federazione, proprio nel giorno in cui il presidente del Coni Gianni Petrucci ha ribadito la propria fiducia nella Figc e il suo presidente Abete, e compresa la vicenda della ri-assegnazione dello scudetto 2006, che è una vicenda che ormai è chiusa ad ogni livello della giustizia sportiva, e su cui quindi non si può più agire in alcun modo da parte delle istituzioni sportive. Agnelli però non si rassegna e propone una nuova sede di dialogo (che coinvolga anche il nuovo ministro dello sport Gnudi), un tavolo politico che ridiscuta tutti i punti oscuri di Calciopoli. Se dovesse veramente realizzarsi, questa nuova sede potrebbe aiutare a creare un clima nuovo e magari a cambiare qualcosa per il futuro ma – è bene ribadirlo – a livello di giustizia sportiva non si può più far nulla. Quindi se il presidente della Juventus vorrà proseguire nella battaglia (ad esempio, se non fosse accolta la proposta di questo tavolo, oppure se questa “conciliazione” fallisse) dovrà farlo presso la giustizia ordinaria. Agnelli inoltre, pur con grande cautela, ha preso ancora una volta le distanze da Moggi e Giraudo: infatti, se ha auspicato che tutti aspettino il terzo grado di giudizio penale prima di definire “colpevoli” i due ex dirigenti bianconeri, ha pure sottolineato con forza che la vicenda coinvolge solo loro due personalmente, professando ancora una volta l’estraneità della società Juventus dalla presunta associazione per delinquere. In risposta all’appello di Petrucci di stamattina ad uscire dalle aule di tribunale, Agnelli ha replicato: “Come presidente della Juventus devo tutelare il club il più possibile. Oggi Petrucci ha invitato tutti a tutelare il mondo dello sport e a rispettare le regole. La Juventus lo ha sempre fatto (altra presa di distanza dalla vecchia dirigenza? ndR) accettando anche la retrocessione in serie B, ma una serie di avvenimenti accaduti dal maggio 2010 non possono essere ignorati”. Agnelli ripercorre le tappe, a partire appunto da quell’esposto: “Per quattordici mesi non abbiamo avuto risposta, dopo altri otto mesi arriva la relazione di Palazzi, casualmente poco tempo dopo la scadenza dei termini per la prescrizione”, lasciando intendere una volontà politica di insabbiare tutto.



E sul futuro: “Facciamo tutti insieme un passo avanti, anche con il nuovo ministro: costituiamo un tavolo politico che riveda tutti i fatti dal 2006 e che faccia confluire tutti gli sforzi per dare un futuro allo sport e al calcio di alto livello: leggi sugli impianti sportivi, riforma del codice di Giustizia Sportiva, revisione della Legge Melandri. Ad alto livello il calcio è un business da centinaia di milioni di euro che ha bisogno di leggi adeguate”. A questo tavolo sarebbe affidato pure il destino dei 444 milioni di euro di danni chiesti dalla Juventus: se non trovasse soddisfazione, Agnelli non mollerà dai suoi propositi.



 

(Mauro Mantegazza)

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