È tornato sui suoi livelli standard e, soprattutto, sta permettendo alla Juventus di avere una porta quasi inviolata. Gigi Buffon è l’arma in più del reparto arretrato, se non altro perché con i suoi guantiriesce a coprire le eventuali falle che di volta in volta si creano. Non è un mistero il fatto che il numero uno azzurro da due anni a questa parte sia stato più volte sul mercato. Con Del Neri, in particolare, aveva sofferto il dualismo con Storari (resta un ottimo portiere che meriterebbe un palcoscenico da protagonista) e alcune dichiarazioni del mister di Aquileia, che in sostanza avevano messo in discussione il rendimento di Gigi. Poi con il tempo, visto anche l’affetto che i tifosi nutrono nei suoi confronti, le cose si sono sanate e Buffon è rientrato saggiamente nel progetto Juve. La sua presenza ha permesso, inoltre, alla Juve di mantenere un certo appeal nei confronti di alcuni campioni come Pirlo e Vucinic. Con la fiducia della società ha ritrovato anche l’entusiasmo smarrito. Con le sue prestazioni (ultima in ordine di tempo la gara contro il Palermo dove nei primi venti minuti ha sorretto la retroguardia) ha fatto passare in secondo piano alcune amnesie difensive, errori che si protraggono ormai da tempo. Lichtsteiner e Barzagli a parte, Bonucci e Chiellini non convincono del tutto per differenti motivi. L’ex barese ostenta sicurezza anche quando non dovrebbe, finendo così per sbagliare passaggi elementari; Giorgio, invece, si fa prendere troppo dalla carica agonistica con il risultato che molte volte difetta in precisione. Nonostante Buffon, quindi, a gennaio la Juve deve pensare a piazzare un colpo al centro della difesa anche in prospettiva futura; con le squadre forti (soprattutto in campo europeo) certi errori si pagano a caro prezzo. A proposito di mercato, mentre Amauri e Iaquinta (non è convinto, ma non ha alternative) saranno ceduti a gennaio, Fabio Quagliarella ha ribadito la sua intenzione di restare a Torino: può diventare, una volta ritrovata la forma, il valore aggiunto di questa squadra che in rosa vanta anche Del Piero (sempre più affamato) e Toni. In partenza (è scontato) Krasic, mentre per De Ceglie (chiuso a sinistra da Chiellini) potrebbe farsi spazio l’ipotesi di sei mesi di prestito in una compagine in grado di farlo giocare con maggiore continuità. Fin qui il metodo Conte è stato chiaro: dopo aver trovato la quadratura del cerchio (Pirlo, Marchisio, Vidal, Matri, Vucinic e Pepe) ha intenzione – fino a quando i risultati gli daranno ragione – di proseguire su questa strada. Un po’ come i suoi più illustri predecessori Capello e Lippi che puntavano molto su un blocco consolidato di giocatori. Ci sarà spazio, comunque, per tutti, perché il campionato è lungo e il gioco prodotto è molto dispendioso.



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