Udinese e Juventus lasciano il campo a reti inviolate. Pareggino tutto nervi e muscoli nel big match della prima giornata, di recupero stasera. Il risultato testimonia le prerogative delle due squadre, interpreti di 90 minuti di punk martellante senza accelerazioni vincenti. Nonostante la spremuta di volontà, la pellicola in bianconero non si colora dei gol tanto attesi. Comprensibile, considerando fatiche cumulative ed efficacia di entrambe le difese (rispettivamente prima e seconda del campionato). Il punto preserva le rispettive strisce d’imbattibilità: l’Udinese mantiene inviolato il sacro tempio casalingo, mozzando però la sequela delle 7 meraviglie; la Vecchia Signora, pigiamata di rosa per l’occasione, tiene linda la casella delle sconfitte, sferzando la pedalata che la riporta in vetta accanto al Milan. Alla boa natalizia, le due compagini stuccano di serietà le rispettive candidature pur fresche d’esperienza ai vertici. Tra scudetto e corsa Champions il bianconero avrà la sua rappresentanza.
l’accozzaglia di sudori in ostrica e fusilli di scatti s’intavola sul prato del Friuli fumante d’agonismo. Non è portata per palati fini: l’impegno profuso appuntisce la contesa senza macchiare il bavaglino delle emozioni. Solo Marchisio, ingolosito da abitudini goderecce, prova a sbrodolare l’appetito: il suo esterno mancino dal limite sbarba il palo al 9’minuto. Rimarrà l’occasione più ghiotta in una prima frazione sovrintesa dalla Juve, più intraprendente nell’iniziativa ma incapace di sfondare il valido argine opposto dai bianconeri di casa. Che dal canto loro attendono guardinghi impiegando dieci undicesimi nel contenimento: Abdi, trequartista designato, abbandona spesso le zolle di competenza per inspessire la trincea mediana. Va da sé che l’Udinese edifichi l’unica possibilità a favore sull’incertezza di Chiellini, che al 13’ concede ad Isla un pallonetto ambizioso sventato dalla tempestiva uscita di Buffon. Seguono minuti tesi ma spogli di occasioni, in cui i ritmi s’innalzano gradualmente a scapito della bontà di manovra. In ogni caso, un ipotetico criterio meritocratico premierebbe una Juventus più volitiva.
la capoccia di Chiellini, capolinea del corner di Pirlo, impegna Handanovic in presa bassa, al 6’. Sembra il preludio allo sciogliersi dei ghiacci, ma resterà la stalattite che inchioda il risultato al tabellone. Dopo mezz’ora di tatticismi sudati, Conte s’aggrappa ai sapori antichi della panchina, inserendo Quagliarella per l’anima slavata di Matri, e Del Piero per la volontà acciaccata di Pepe. La duplice fiammata riesce solo a scottare le mani di Handanovic, che respinge la fiondata in corsa del Quaglia (38’); sarà invece Lichsteiner a vanificare il buon lavoro del capitano, scaricando il diagonale in tribuna da buona posizione (39’). La reazione dell’Udinese è servita in un brodino di contropiede, rovesciato sul fondo dalla gestione egoistica di un Di Natale raffreddato (44’). 180 secondi di recupero infruttuoso digeriscono una partita indigesta agli esteti del pallone, ma più appetitosa per i filosofi della tattica.



Il tabellino

Udinese (3-5-1-1): Handanovic; Ferronetti, Danilo, Domizzi; Basta, Isla, Pinzi, Asamoah, Armero; Abdi (41’st Floro Flores); Di Natale (Padelli, Ekstrand, Pasquale, Doubai, Fabbrini, Torje). All.Guidolin.

Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Estigarribia (44’st De Ceglie); Pepe (35’st Del Piero), Matri (26’st Quagliarella). (Storari, Pazienza, Elia, Giaccherini). All.Conte.



Arbitro: Tagliavento di Terni.

Ammoniti: Basta, e Pinzi (U) per gioco scorretto, Isla (U) per proteste, Vidal (J) per gioco scorretto.

Espulsi: nessuno

Le pagelle

Udinese

Copre anche gli spifferi con una moquette di sicurezza. Vigile su Chiellini, reattivo su Quagliarella.

Alle volte un po’ grezzo nei modi, ma sempre efficace. Diligente nelle diagonali.

Pilota la difesa orfana di Benatia con spavalderia carioca e sicurezza europea.

Ammansisce Matri con una museruola d’esperienza e grinta.

Limita le incursioni concentrando l’attenzione difensiva.

ISLA 6,5 Fa legna da interno sostenendo Basta quando le squadre si allungano.



Utile ma troppo aggressivo.

Insegue una velocità d’esecuzione che non gli appartiene ancora: smistamenti puntuali ma non sempre precisi.

Nelle provincie mancine reinventa le 12 fatiche di Asterix. Chilometri utili per distendere un po’ i nervi della squadra.

ABDI 6 Soggetto criptico: lascia giusto intravedere capacità offuscate dalle consegne tattiche, che lo invocano a sostegno del centrocampo dal 41’st FLORO FLORES s.v.

Un po’ abbandonato al proprio destino non ha modo d’accendere la bacchetta.

All.GUIDOLIN 6 Rosicchia le energie dei suoi ragazzi sino al torsolo. Forse troppo prudente?

Juventus

L’uscita su Isla è più importante di quello che sembri.

Accudisce Di Natale coi compagni di reparto. Constatata la facilità del compito, dà sostegno all’offensiva per quel che può.

Baby sitter principale di Totò, che addormenta con chiusure puntuali e coraggiose.

Ostenta meno disinvoltura dei due compagni ma si mantiene roccioso.

Aperto ad ala, diluisce sulla destra sforzi costanti ma non sempre produttivi.

Con l’argento vivo addosso dà consistenza extra-dark alle normali mansioni dell’interno di fatica. Pecca d’irruenza ma rimane prezioso.

La Juve passa sempre da lui, che illumina l’osteria dei sudori con lampadine intermittenti, stringendo il giro dei voltaggi.

Il ricordo del quasi gol si perde nei fumi di una prestazione un po’ timida: fiato corto?

Ordinato, diligente, ma salta l’uomo una volta sola. Un po’ poco per un esterno sudamericano dal 44’st DE CEGLIE s.v.

PEPE 6,5 Nullo al netto delle conclusioni, ma il suo gioco di sponde, tagli e recuperi sottende ogni tentativo credibile della Juve dal 35’st DEL PIERO 6 Dieci minuti di qualità infreddolita conditi da un grande assist sprecato da Licht.

Lotta sino allo stremo delle forze ma non trova mai i guizzi vincenti dal 26’st QUAGLIARELLA 6Increspa le paludose acque friulane creando una buona occasione.

 

All.CONTE 6 Stupra il proprio tridente in nome di tentazioni tattiche più abbottonate. Poteva osare di più?

 

Arbitro TAGLIAVENTO 6 Cartellini giusti, cerca la collaborazione coi giocatori ma fa perdere le staffe a Guidolin.

 

(Carlo Necchi)