Il big match del Friuli scivola via in un pareggio senza troppe emozioni. Entrambe le squadre hanno approcciato la sfida in maniera molto aggressiva, puntando più a bloccare le risorse avversarie che a valorizzare le proprie. Così almeno può spiegarsi la mossa di Conte, che ha coperto il centrocampo per intasare i rifornimenti a Di Natale. Guidolin dal canto suo, conoscendo il dinamismo poliedrico della manovra juventina, ha tolto un pungiglione all’attacco sacrificando l’inventiva di Abdi nei dolori del pressing. Il dato del possesso palla (47% Udinese contro il 54% avversario) riflette l’andamento di una gara che la Juve ha provato a pilotare verso Torino, senza però estrapolare i giusti espedienti da una gestione di palla leggermente superiore. Se il numero dei passaggi effettuati è pressoché uguale (415-469), emblematica risulta la percentuale di passaggi positivi da ambo le parti: sia il 77% dell’Udinese che l’81% della Juve raccontano manovre strette e poco ambiziose, raramente allargate da cambi di gioco o aperture ariose. La maggior decisione d’intenti –perlomeno iniziale- della Signora è testimoniata dalla superiorità di contrasti vinti: il 54% piemontese sovrasta il 45% dei friulani senza però intaccare l’esito del confronto. Come a dire: l’agonismo può indirizzare una partita, ma per vincere serve altro. Parità anche nei tentativi a rete (4-5), mentre sono 5 gli off-side raccolti da Di Natale, oggi davvero fuori dal coro, a fronte degli zero di una Juve sempre molto corta tra i reparti. Le occasioni, pepite nella miniera dei sudori: la più ghiotta al 9’, quando l’azione impostata da Pirlo e rifinita dalla sponda di Estigarribia arma il sinistro di Marchisio. Il rasoterra dal limite accarezza il palo alla sinistra di un immobile Handanovic. Poco dopo, Chiellini accorcia l’appoggio all’indietro, aprendo lo spicchio destro dell’area al galoppo rapace di Isla: Buffon è provvidenziale nell’uscita vanificando il tentativo arcuato dell’esterno cileno. Il cortometraggio delle emozioni salta direttamente alla ripresa, aperta da un colpo di testa di Chiellini bloccato a terra da Handanovic (angolo da destra di Pirlo). Il neo-entrato Quagliarella contribuisce alla scenografia con due iniziative pericolose: il primo pallone toccato è un sinistro sul primo palo che sibila a lato, mentre al 38’ l’attaccante napoletano scarica sul portiere una rara trama verticale partorita (guarda caso) da Del Piero e Pirlo. L’Udinese condensa la propria reazione in un ghiotto 5 vs 3 inghiottito dalla fame di Totò Di Natale, un po’ egoista nel concludere l’azione da fuori ignorando la libertà di Isla sul lato destro. Il risultato finale spiega più di qualsiasi analisi l’interpretazione delle due compagini, che ascrivono un gettone sudato alle rispettive classifiche confermandosi tra le squadre più in forma del campionato. La domanda è: quanto durerà la brillante condizione sfoggiata sino ad oggi? Anche per questo, la pausa natalizia capita a pennello. 



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